Bellissima caricatura di Guccini del grande Cavezzali
Avevo comprato Via Paolo Fabbri un anno dopo che uscì. Alcuni
miei compagni di scuola se lo
comprarono subito…per moda, strano a dirsi, proprio per moda! Mi fecero ascoltare una canzone…si rise tanto insieme per tutte quelle parolacce, e non subito capii quanto una canzone come quella, di cui anche lo stesso Guccini si stancò presto, potesse rispecchiare quella rabbia che quasi tutti abbiamo provato nella nostra vita! La cosa si fermò lì, e non lo riascoltai per parecchi mesi, quasi dimenticandomene, fino a quando per fortuna dopo un po' di tempo io ebbi l'opportunità di vedere L’avvelenata con altri
occhi.
Circa un anno dopo mi trovavo a casa da solo, così come ero
sempre da solo durante una certa partita Italia-Germania, momenti molto intimi,
miei, che ho condiviso solo con me stesso. Avevo la radio accesa quando a un certo punto…e sembra dire ai contadini curvi quel fischio che si spande
in aria…ehi, ma io questo qui lo conosco, sembra quello dell'Avvelenata…no no, questo E’ PROPRIO LUI. Premetti subito il tasto REC nel radio
registratore di allora, e successivamente riascoltai il pezzo che avevo
registrato almeno un'altra decina di volte. Non si capiva però quale
fosse il titolo della
canzone, che era bellissima, perché ne era registrata soltanto la seconda metà. Subito mi
precipitai sul corso della mia città,
al negozio di dischi, e cominciai a “sfogliare” nervosamente tutti gli
LP 33 giri presenti. Ne trovai solo due di Guccini. Uno era Via Paolo
Fabbri, che individuai subito da quel faccione quasi disegnato che ricordavo e che poi diventò il manifesto ufficiale di tutti i suoi concerti. L'altro aveva la
copertina marroncina, con una foto di famiglia. Li presi tutti e due di
scatto e li comprai
subito, correndo a casa per ascoltarli, sperando che in uno dei due ci
fosse quella
canzone. Ascoltai prima Radici, e la individuai immediatamente...era La locomotiva!
La locomotiva e...quella famosa copertina marrone con la foto di famiglia :-)
Fu una felicità
incredibile quando riuscii ad ascoltarla per intero. Ma la felicità fu ancora maggiore quando
ascoltai Incontro e le altre di Radici, e subito dopo Via Paolo Fabbri per intero ma con occhi completamente diversi. Avevo 17 anni e cominciai a pensare al boom che questo disco ebbe nella mia città l'anno prima, non
riuscivo a capire come in una cittadina come la mia si potesse ascoltare e cantare Canzone di notte n. 2,
che per me significò tantissimo da quel momento in poi (ricordo ancora quando il mio amico Red mi commosse dedicandomela in un suo post), così come mi risultava
incomprensibile che cosa avesse a che fare la realtà un po' bigotta in
cui vivevo con il
travaglio interiore di una ragazza che si era fatta mettere incinta e
che quella cittadina, da cui dopo qualche anno sono andato via
per sempre, avrebbe sicuramente condannato, esattamente come raccontò
Guccini. Né
infine potevo capacitarmi di come la storia di un
vecchio povero e semplice potesse prendere così tanto quella piccola
borghesia che Lolli così bene ha descritto e che non conosceva veramente
la
povertà.
Radici restò il mio album preferito per tanti anni. Poi scoprii Stanze di vita quotidiana, un autentico capolavoro, e grazie al mio amico Gianni seppi anche dei suoi primi due album, Folk Beat n. 1 e Due anni dopo. In seguito uscirono i bellissimi Amerigo e Signora Bovary. Ma Radici per me resta legato a emozioni che non si ripeteranno.
Radici restò il mio album preferito per tanti anni. Poi scoprii Stanze di vita quotidiana, un autentico capolavoro, e grazie al mio amico Gianni seppi anche dei suoi primi due album, Folk Beat n. 1 e Due anni dopo. In seguito uscirono i bellissimi Amerigo e Signora Bovary. Ma Radici per me resta legato a emozioni che non si ripeteranno.
Nico
Caro Nico, sai invece come scopri io i nostri cantautori?
RispondiEliminaPartendo da Dylan (sopeattutto), Ochs e Baez, scoperti grazie alle pubblicazioni settimanali in edicola tipiche degli anni '70 e '80, mi lanciai alla ricerca di "emuli" italiani.
Il paradosso è che il primo a cui mi appassionai era il meno "dylaniano" di tutti: Vecchioni.
Guccini, De André e gli altri vennero dopo (e per anni considerai Fossati un rockettaro, non un cantautore, per colpa di "Panama" 😁).
Mi piace molto leggere come anche gli amici come me hanno conosciuto non solo Guccini, ma anche altri cantautori che hanno segnato decisamente le nostre vite! Altra dimostrazione che ognuno ha la sua storia, ma ogni storia in fondo si avvicina alle altre :-) Grazie Mauro per la tua testimonianza
EliminaRacconto emozionante Nico, grazie per averlo condiviso con noi.. 😘
RispondiEliminaCerto, tutta un'altra storia averlo vissuto e goduto mentre uscivano i suoi dischi, che fortuna!♥️
E come hai ragione Paoletta! Il mio passato è ricco di tanti episodi come questo, fra questi c'è anche chi mi ha fatto conoscere Stefano Rosso e Rino Gaetano...il mio compagno di banco dei primi due anni di liceo, che purtroppo dopo il liceo è mancato per una sciocchezza...un'autostop della morte! Peppino è davvero indimenticabile per me :(
EliminaIo l'ho scoperto grazie ad una compagna di liceo, correva l'anno 1989!la mia preferira è Eskimo!
RispondiEliminaCara Sara, che bello ritrovarti qui da me :-) Mi sei mancata! Non ci crederai, anche la mia preferita è Eskimo! :-) Nei prossimi giorni, quando rientro da Parigi verso la fine della settimana, ci farò un'altra riscrittura qui nel blog...abbi solo qualche giorno di pazienza :) Un abbraccio
EliminaA me Guccini lo fece conoscere un amico dai grandi silenzi. Andavamo in un Borgo abbandonato, dove il bosco incombeva sulle case che stavano trasformandosi in ruderi, e ascoltavano Guccini.
RispondiEliminaNon facevamo nient'altro.
Anche non fare nient'altro era ascoltare Guccini Silvia mia! Sono storie belle le nostre, tutte, e ognuno si tiene nel cuore e nella mente quello che queste storie hanno rappresentato. Non finisce qui cara Silvia! Ce ne saranno altre! Un abbraccio anche a te
EliminaIn quegli anni sono stati album formativi anche per me. Eravamo un gruppo unito di amici e tre di noi suonavano. Io ero specializzato in De Gregori e Lolli, gli altri due in Guccini e Bennato. Poi arrivarono gli anni '80 e passai alla chitarra elettrica: ma il primo amore...
RispondiEliminaBentornato Lucien, mi fa piacere averti ancora qui. Hai citato tutti personaggi della mia top ten...fra l'altro questo binomio DeG-Lolli è abbastanza insolito, ma mi piace! E' proprio vero che il primo amore ti rimane semppre dentro...a presto!
EliminaL'Avvelenata fu come un fulmine a ciel sereno;
RispondiEliminami svegliò dal torpore dei miei pochi anni per avviarmi verso l'età della giovinezza.
Fu il punto di svolta per la consapevolezza.
Eheheh ti capisco benissimo Berica mia, certe canzoni per forza devono rappresentare una svolta, non ci son santi! Spero tutto bene nella tua Vicenza :-) Ti abbraccio forte
EliminaIo invece me lo ricordo bene che viso avesse e pure come si chiamava (mi pare che hai accennato all'anno in cui tu ne avevi 17 e io 16, o giù di lì) il compagno di classe che mise un foglietto nella cabina telefonica proprio di fronte all'istituto tecnico, con su scritto della possibilità di attentati fuori e dentro la scuola stessa, con sotto la scritta una stella a cinque punte.
RispondiEliminaIl tutto, ovviamente, per qualche giorno di vacanza. Noi, sfigati sotto i nostri loden con in tasca l'unità o lotta continua in bella mostra e con cassette rimediate qua e là da amici di amici da far girare dentro impianti da cui usciva musica un po' gracchiante e stridula di Guccini, De André, Vecchioni, Bertoli e tanti altri, da contrapporre agli stereo dal milione in su in cui giravano canzoni come Another Brick in the Wall o born to be alive o la disco di Donna Summer con la sua Love to love you baby. Nessuna invidia, se non per la figa che gli girava intorno. Ricordo un'assemblea d'istituto dove qualcuno discuteva di come i membri della scorta Moro non fossero stati uccisi bensì trucidati e di lì a poco si passò al tema di quanto fosse stronzo Guccini per aver scritto non comprate i miei dischi e sputatemi addosso nella canzone più rancorosa che abbia mai ascoltato. No, quella frase proprio non andava giù a quei compagni. L'avvelenata la amo come poche altre. Qualche anno prima, quando mia madre credeva di crescere un bambino cattolico e mi portava alla messa domenicale (mentre mio padre, da vecchio comunista, lanciava occhiate di fuoco) io entravo e per tutta la durata della funzione me la cantavo nella testa, ricantandomela e ricantandomela fino alla fine della funzione. Per quanto piccolo e insignificante mi sembri ora... che godimento all'uscita dalla chiesa.
Un abbraccione
Ezio
Come sempre amo le risposte che mi dai caro Ezio, così ricche di te e di particolari che è molto bello leggere e che spesso fanno immedesimare. Le cassette...le famose cassette C60 o C90, che permettevano quasi sempre di registrare due LP nella stessa cassetta, uno sul lato A e l'altro sul B. E poi il loden, che abbiamo avuto quasi tutti, l'Unità o anche Paese Sera, che io preferivo. Che te devo di' amico mio, grazie per i ricordi che ti ho fatto riaffiorare e che mi fanno sentire ancora più vicino a te. Un abbraccio
Eliminadavvero bello, non ricordo come ho incontrato Guccini ci devo pensare so di certo che è stato un grande incontro
RispondiEliminaNe sono sicuro Luca, il Guccini che abbiamo amato c'è stato. Peccato per le prese di posizione degli ultimi anni! Un abbraccio
EliminaEheh, io l'ho scoperto così:
RispondiElimina"Sono un tipo antisociale, non m'importa mai di niente, non m'importa dei giudizi della gente.
Odio in modo naturale ogni ipocrisia morale..."
- Porcamiseria, questo mi rassomiglia!!! :-) :-)
E poi, non mi son persa quasi nulla!
Ciao, Nico, grazie ancora 😊💛
g
Caspita Gio cosa sei andata a ripescare, l'Antisociale! Folk Beat numero 1 io l'ho scoperto dopo, grazie al mio amico Gianni, di cui ti linko qui questo post, uno dei primissimi di questo blog. Bello vederti tornare qui, grazie Giò! Un abbraccio
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