Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




giovedì 25 febbraio 2010

Al passo coi tempi

Come succede spesso ultimamente, alcuni bei post che leggo rappresentano per me discorsi fatti di recente che hanno nel post il loro proseguimento naturale. Red spesso, qualche settimana fa Angie e Chica, ultimamente Godog, stavolta è il turno di Tonks e delle sue considerazioni sugli "inoccupati", con tutti i retroscena di chi parla, spesso a vanvera, riempiendosi la bocca senza tenere conto di cosa c'è dietro.

Parlavo con Ezio qualche sera fa del fatto che, appunto fra i vari discorsi degli attuali soloni dell'economia, torna sempre a galla il fatto che siamo retrogradi a continuare a pensare al posto fisso, perché è moderno chi cambia. Può darsi che in tante cose cambiare faccia bene, anzi, è necessario. Ma non su tutto secondo me questo è vero. Anzi, direi che ci sono argomenti dove non si può imporre il cambiamento, e l'occupazione è uno di questi a mio avviso. Mi riferisco principalmente al fatto che si continua a puntare il dito sull'idea del posto fisso che bisognerebbe abbandonare, cominciando a pensare che il nuovo mercato del lavoro richiederebbe di cambiare anche in questo.

Sarebbe bello se si potesse! Ma non ci sono i presupposti! E prime in classifica a non creare questi presupposti sono appunto le banche! Come si fa a fare questi discorsi di job-rotation, e non fare contemporaneamente nessun discorso parallelo sulle banche? Chi paga il tuo mutuo se passi da un'azienda all'altra, non per tua volontà, durante i periodi di "inoccupazione"? Certo, come dicevamo con Ezio, se i mutui e tutti i debiti fossero congelati durante questo periodo, le cose sarebbero sicuramente diverse. Ma questa è pura utopia, non succederà mai una cosa del genere. Come sempre, si vuole la botte piena e la moglie ubriaca. E' grave però quando questo viene applicato a persone che lavorano e che hanno bisogno del salario per vivere.

A presto, ciao
Nico