Come succede spesso ultimamente, alcuni bei post che leggo rappresentano per me discorsi fatti di recente che hanno nel post il loro proseguimento naturale. Red spesso, qualche settimana fa Angie e Chica, ultimamente Godog, stavolta è il turno di Tonks e delle sue considerazioni sugli "inoccupati", con tutti i retroscena di chi parla, spesso a vanvera, riempiendosi la bocca senza tenere conto di cosa c'è dietro.
Parlavo con Ezio qualche sera fa del fatto che, appunto fra i vari discorsi degli attuali soloni dell'economia, torna sempre a galla il fatto che siamo retrogradi a continuare a pensare al posto fisso, perché è moderno chi cambia. Può darsi che in tante cose cambiare faccia bene, anzi, è necessario. Ma non su tutto secondo me questo è vero. Anzi, direi che ci sono argomenti dove non si può imporre il cambiamento, e l'occupazione è uno di questi a mio avviso. Mi riferisco principalmente al fatto che si continua a puntare il dito sull'idea del posto fisso che bisognerebbe abbandonare, cominciando a pensare che il nuovo mercato del lavoro richiederebbe di cambiare anche in questo.
Sarebbe bello se si potesse! Ma non ci sono i presupposti! E prime in classifica a non creare questi presupposti sono appunto le banche! Come si fa a fare questi discorsi di job-rotation, e non fare contemporaneamente nessun discorso parallelo sulle banche? Chi paga il tuo mutuo se passi da un'azienda all'altra, non per tua volontà, durante i periodi di "inoccupazione"? Certo, come dicevamo con Ezio, se i mutui e tutti i debiti fossero congelati durante questo periodo, le cose sarebbero sicuramente diverse. Ma questa è pura utopia, non succederà mai una cosa del genere. Come sempre, si vuole la botte piena e la moglie ubriaca. E' grave però quando questo viene applicato a persone che lavorano e che hanno bisogno del salario per vivere.
A presto, ciao
Nico
Religiosismi !!
9 ore fa