Piano piano ho cominciato ad ascoltare, lo raccontavo tempo fa al mio amico Ezio, tutto quello che si trovava in giro di Jara, e la scoperta di questo cantautore operaio, che anche quando parlava d'amore ci faceva entrare dentro il mondo del lavoro, mi ha letteralmente conquistato. E infatti una delle canzoni più famose è proprio Te recuerdo Amanda, che parla sì d'amore ma da un punto di vista operaio (la fabbrica, il proprio uomo che ci lavora, la sirena che richiama al lavoro, la morte).
Ne esiste anche una versione in italiano praticamente introvabile, alla cui pubblicazione ha contribuito anche Francesco Guccini che ne ha cantata una buona parte! Accanto a queste parole e melodia di assoluta bellezza, vorrei citare anche un'altra canzone di Jara, che ci dà esattamente quella sensazione, che già conosciamo in De Andrè, di uomo attento agli ultimi, ai più deboli. La canzone si chiama Luchin, piccola storia di un bimbo povero e malato che abita e gioca in una delle zone più disagiate di Santiago. Da brividi! E anche questa è stata reinterpretata dagli Inti Illimani.
Grazie anche a Daniele Sepe, Jara ora è un po' più conosciuto anche qui in Italia in seguito alla pubblicazione dell'album "Conosci Victor Jara?". Passai mesi ad avere nel mio stereo di casa e della macchina le canzoni più belle di Jara, fino a quando appunto l'anno scorso, dopo una chiacchierata con Ezio sulla bellezza di un personaggio di questa levatura, mi sono deciso a trovare tutta la discografia. Che ora fa tutta parte a pieno titolo del mio bagaglio musicale e culturale.
Chiudo per fare a tutti gli auguri di buon anno con quella che forse per me è la sua canzone più bella, scritta da Jara poco prima del tragico colpo di stato dell'11 settembre 1973, costato la vita a tanti innocenti fra cui lo stesso Jara e l'indimenticabile Salvator Alliende.
Manifiesto è praticamente un testamento, una spiegazione del perché secondo Victor si dovrebbe prendere una chitarra, del perché lui ha deciso di prenderla e cantare. Non certo per la sua bella voce, o tanto per farlo (come purtroppo oggi sempre più spesso accade, senza curare i testi), o per prendere premi. La sua chitarra, che ha del sentimento, non è certo per ricchi, ma per "impalcature"! Si dice che Jara avesse presagito quello che sarebbe accaduto nei mesi siccessivi, e questo manifesto assolutamente politico ne sarebbe stata la sua testimonianza.
Per fortuna nostra, nonostante il regime ce l'abbia messa tutta per far sì che di Victor Jara scomparisse non solo il cadavere, ma anche tutto il resto e non rimanesse nulla di "comunista" in giro, le sue canzoni ci sono arrivate tutte grazie a sua moglie Joan, di origine anglosassone, che ne ha depositato le registrazioni e i rarissimi video presso la sua ambasciata.
Si sono dovuti aspettare quasi 20 anni perché venisse riconosciuto ufficialmente il suo assassinio da parte dei militari del golpe. Altra vergogna da aggiungere, a posteriori, a tutto il resto. Voglio fare un ringraziamento particolare a Riccardo Venturi, il quale nel suo bellissimo sito Canzoni contro la guerra, che ho citato all'inizio, ospita parecchio materiale di Victor Jara. Ancora buon anno a tutti.