Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




mercoledì 14 aprile 2010

Un ciao geografico a tutti


A presto, ci risentiamo puntualissimi per il primo maggio! :) Ora io e Maria andiamo a disintossicarci un po'.


A proposito, oltre la matematica c'è una mia seconda grande passione fra le materie scolastiche, la geografia, che ho sempre adorato.

A presto allora
Nico

sabato 10 aprile 2010

Sogni ricorrenti

Uno dei miei amici che scrive qui (non faccio nomi, il suo blog è Trib-qualche cosa eheh) mi ha dato da pensare un po' con i suoi pensieri onirici. Ai sogni ricorrenti, che alla lunga cominciano veramente a dar fastidio! Perché, cavolo, quando sono ricorrenti difficilmente sono assistere a un concerto di Claudio Lolli, o di Pierangelo Bertoli, o di Francesco Guccini, o di Fabrizio De André, o di Stefano Rosso, o di Rino Gaetano, tanto per citare quelli a me più cari. Difficilmente sono sogni paradisiaci, dove fai l'amore 10 volte al giorno. Difficilmente sono poter vedere ancora Enrico Berlinguer protagonista della scena politica. Difficilmente sono viaggiare per il mondo con mia moglie! No, i sogni, se sono ricorrenti, sono ben altro!
Nel mio caso ce ne sono due, che mi hanno dato tremendamente fastidio per anni, e che certo sono comuni a molte persone, soprattutto il primo, che per fortuna si è esaurito dopo circa 6 anni da "quella che chiaman la maturità" (tanto per citare la mia canzone preferita di uno di quelli a me più cari). Maturità che io ho pagato a suon di incubi più che di inflazione.

Questo sogno, che ha a che fare in parte con la matematica, anche se di riflesso (la matematica era l'elemento positivo dell'incubo), si è però manifestato non subito dopo gli esami, subito dopo quel 36 che credevo di aver superato agevolmente. Tanto è vero che ho vissuto subito dopo a Messina uno dei periodi più belli della mia vita con i 4 anni di università. Anni in cui studiavo quello che mi andava, cioè matematica, prendendo sempre voti alti molto agevolmente senza troppa fatica, e non quello che mi avevano imposto di studiare, cioè liceo classico. Anni in cui giocavo regolarmente a pallacanestro in serie D con mille soddisfazioni, conoscendo uno degli amici uomini più importanti che abbia mai avuto, Carmelo, pivot insieme a me (memorabili le nostre partite a scacchi)! Anni in cui suovavo la chitarra almeno 4-5 ore al giorno, in cui cantavo Guccini a una mia cuginetta di 1 anno (Nora, ora bellissima ragazza) che impazziva, e scrivevo pure canzoni, che facevo sentire solo a me stesso e a qualcun altro. Appunto. Basket, chitarra e matematica :-) Quindi nulla giustificava il nascere di certi incubi, per cui arrivai alla laurea con 110 e lode senza ricevere alcun regalo dai professori. Ma...dopo la laurea sono cominciati i "guai". Tempo qualche mese di godimento del nuovo titolo...ecco che comincio a sognare di essere nuovamente a scuola, al liceo classico!!! Ma, quel che è peggio, senza aver fatto ancora l'esame di maturità. Non solo. Avendo però la laurea in tasca! Almeno quello, per fortuna, rendeva il sogno un po' meno incubo. Ero a scuola, più grande dei miei coetanei, laureato in matematica (cosa che faceva sì che i miei compagni mi rispettassero parecchio), ma senza la licenza liceale. E gli incubi erano soprattutto dovuti al fatto che venivo interrogato in Letteratura Italiana, o in Dante, o in Storia, ma non sapevo un accidente e arrivavo sempre, durante il sogno, a un mese circa dall'esame con il pensiero che per diplomarmi avrei dovuto studiare forte, cosa che non mi andava per niente, essendo già laureato. Come dicevo questo incubo, iniziato a 23 anni dopo la laurea, si è per fortuna esaurito prima che ne compissi 30. Però mi ha rotto i coglioni da morire!!!
Il secondo sogno ricorrente ha a che fare col basket. Io sono sempre stato molto lento nel vestirmi, soprattutto nel mettermi le scarpe allacciate. E da qui parte il tutto. L'incubo è iniziato più o meno in contemporanea con l'altro, ma quando questo stava per finire. E' stato un po' meno ricorrente, nel senso che è durato sì circa 5 anni (fino a 33 anni circa), ma con una cadenza molto più diradata. Facciamo circa una volta ogni due mesi (mentre l'altro era almeno due volte al mese, che palle). Il sogno consisteva sempre nel non riuscire a giocare tutta la partita perché arrivavo in ritardo! Ma non per colpa mia, bensì perché succedeva sempre qualcosa prima. Una volta si forava una ruota della macchina, una volta l'autobus non passava (questo è successo spesso a Messina, ma io poi mi facevo 4-5 chilometri a piedi e raggiungevo lo stesso la palestra), una volta c'era traffico, una volta si allagava casa, eccetera eccetera... E così arrivavo in palestra sempre quuando il primo tempo era appena iniziato. Ma è qui che l'incubo faceva i danni maggiori! Per dirla alla Jannacci, "El purtava el scarp el tennis"! Già proprio loro! Cazzo, non si volevano allacciare manco a morire. O i buchi non si trovavano, o erano ricoperti da stoffa, o i lacci si spezzavano e non si riusciva a riannodarli, o una delle scarpe non entrava, insomma succedeva di tutto con quelle scarpe. E il risultato era quasi sempre che mi toccava entrare nel secondo tempo, quando andava bene all'inizio, ma a volte anche a tempo inoltrato. Appunto, un incubo!
Per fortuna non c'è stato nessun incubo ricorrente col terzo elemento, la chitarra. Probabilmente perché alla chitarra sono legati solo momenti belli della mia vita.
Un abbraccio a tutti voi amici, e grazie per aver avuto la pazienza di arrivare fino a qui :-)
Nico