Eccomi qui, pronto per scrivere la seconda parte di questa mia testimonianza, che racconta quello che ho vissuto in tanti anni di pallacanestro! 😍 Non solo, ma mi sono reso pure conto che questa sarà sicuramente più lunga della precedente e che molto probabilmente ci vorrà anche la terza e ultima parte, che spero di scrivere anche se sarà un po' più corta delle altre (sì sì direte, le ultime parole famose eheh 😅), ovvero quella della vecchiaia! 😂 Adolescenza, giovinezza e vecchiaia! In effetti il basket ha caratterizzato in qualche modo lo scorrere della mia vita, perché è stato parallelo a tutte le cose che si sono susseguite nel mio cammino. Come dicevo, questa seconda testimonianza racconta quello che ho vissuto nei bellissimi 5 anni di pallacanestro trascorsi a Messina 💛 Il cuore giallo è voluto! Infatti questi 5 anni meravigliosi sono stati carichi di amicizia, e il cuore giallo significa proprio amicizia 💛
Premetto che Messina è sempre stata una città fortemente baskettara, una vera e propria eccezione per il sud. Durante quegli anni in cui c’ero anch’io c’era una quantità pazzesca di squadre, almeno una decina femminili che giocavano campionati dalla serie B in giù, e altrettante maschili che andavano dalla serie B alla prima divisione. Quasi tutte con il settore giovanile molto attivo. Del resto stiamo parlando della città che ha regalato al basket una figura di assoluto rilievo per la pallacanestro nazionale come Vittorio Tracuzzi! 💯
Comincio con un'immagine e relativo articolo, presi da un giornale dell'epoca (siamo alla fine degli anni '80), La Gazzetta del Sud (me la ricordo fin da piccolino perché la leggeva sempre mio nonno paterno).
Articolo della Gazzetta del Sud del 20 ottobre 1980
Quello fu il mio anno migliore in serie D, ovvero il 1980-'81. Dall’articolo si legge anche che io e il grande Pino Miceli, conosciuto in tutto l’ambiente messinese come Micio, spesso eravamo insieme i mattatori di quella squadra. Ma la mia avventura messinese cominciò due anni prima nell'autunno del 1978, all'inizio dell'Università. Non mi sarei mai aspettato che avrei vissuto 5 anni di basket da favola, e non solo per la pallacanestro intesa come gioco in campo, ma anche per tutto il bellissimo contorno, che va dalle amicizie vere alla tifoseria da palazzetto alle domeniche intere passate sulle gradinate della palestra Juvara, all'epoca quella che ospitava un po' di tutto, non solo il basket, e che si trovava vicino al lungomare, non so se adesso esiste ancora, visto che c'è il nuovo palazzetto di Messina San Filippo.
Allora, il mio primo anno lo giocai in Promozione e Prima Divisione con La Fondiaria, con cui mi divertii moltissimo e la squadra era molto affiatata, ma mi dovevo ancora ambientare. Tuttavia fu allora che nacque la mia prima vera amicizia, in un modo molto strano perché oltre che di scontri in campo (praticamente ci marcavamo sempre io e lei quando si difendeva a uomo) era fatta spesso di sguardi e lunghe chiacchierate fuori dal campo e durante i momenti di riposo. Con la squadra giocavamo in un palazzetto fuori dal mondo, chiamato guarda caso Il Ritiro, che si trova su una delle strade che da Messina portano ai colli, dove spesso la gente va in estate per prendere un po’ di fresco. Io e lei…sì avete capito bene 😍 Una volta alla settimana dividevamo il campo del Ritiro con la Libertas Messina, una delle squadre femminili di serie B della città. L’amicizia fra me e Anna Palazzolo cresceva di settimana in settimana, in campo nessuno dei due esitava a difendere duro, ma una cosa simpatica, che è rimasta il simbolo della nostra amicizia, era il fatto che quando io la stoppavo le chiedevo scusa ❤️ Lei se lo ricorda tuttora, dopo più di 40 anni, e ogni volta che ce lo ricordiamo insieme scattano risate su risate 😂❤️
Nella foto che segue sono con Anna, ma più di 30 anni dopo, e insieme a noi ci sono due persone, Massimo (che nominerò alla fine) e un'altra bravissima giocatrice dell'eopca, che si chiama Daniela Merlo.
Io, Anna, Massimo e Daniela
L’anno successivo i carissimi Vincenzo Bonaventura e Peppe Termini mi chiamarono per chiedermi se volevo giocare in serie D con la Liberale Messina, che era conosciuta come la Parati Bucalo, e fu allora che conobbi anche il simpatico dirigente Carmelo Briguglio. Fu un’ottima annata, e anche se il quintetto base era già predisposto, mi divertii tanto lo stesso perché l’allenatore mi faceva entrare in campo quasi sempre, anche se purtroppo mi sa che non gli ero molto simpatico e non ne ho mai capito il motivo. Di quell’anno voglio ricordare un compagno di squadra, che mi voleva molto bene e a cui ero molto affezionato. Purtroppo è mancato qualche anno fa. Si tratta del grandissimo pivot Lillo Bonanno, che giocò in tante squadre sempre da mattatore. Sono stato felice di riuscire a riabbracciarlo poco prima che ci lasciasse. Di questo ringrazio l’amico Sergio Barlassina, anche lui grande giocatore e avversario in serie D, per il fatto di avermi contattato per chiedermi se volevo entrare a far parte del gruppone delle Vecchie Glorie del basket messinese, che mi hanno anche permesso di ricordare l'affetto con cui altri due veterani, Nicola Arena e Carmelo Cammaroto, mi trattavano considerandomi il loro fratellino minore. Vidi Lillo per l’ultima volta a una cena organizzata 10 anni fa dal gruppo. Durante quel primo anno di Parati Bucalo iniziai ad andare sempre al palazzetto dello Juvara a vedere tutte le partite maschili e femminili, inclusa la serie B maschile in cui militava il grande playmaker Renato Castorina, di cui ho già parlato nel mio post precedente su Chieti. In serie C invece militava l’Amatori Messina con Ciccio Mirenda, e alle sue partite mi facevo sempre delle grandi chiacchierate con sua sorella Rosanna 😍 Peccato esserci persi col tempo. Con Ciccio invece siamo rimasti amici tuttora.
E ora passiamo al mio anno migliore, quello a cui si riferisce l’articolo in alto. Un grazie enorme va al caro Giovanni Cocivera e a suo fratello Ernesto, che con entusiasmo mi dissero "dai, rimani alla Parati Bucalo, che quest’anno ci divertiamo un sacco". A rincarare la dose fu Carmelo Ferraro, che ribadì quanto ci saremmo divertiti. Ed è stato proprio così. Qui sotto c’è la foto di squadra di quell’anno fantastico, in cui ci sono, in piedi da sinistra Mastroianni (dirigente), M. Marino, Miceli, Ferraro, Chillemi, Brancato, E. Cocivera (allenatore), accosciati da sinistra Anastasi, Cammaroto, Modica, G. Cocivera, Pavone.
Parati Bucalo 1980-1981
C'è anche un altro articolo di quell'anno, che vi metto qui sotto. Potete immaginare quando uscì la Gazzetta e io lo vidi come ci rimasi di sasso 😂 Mio nonno mi disse più volte bravissimo continuando a ridere 😀💜
Articolo della Gazzetta del Sud dell'8 marzo 1981
Fuori dal campo facevamo trio fisso io, Carmelo Ferraro e Sergio Brancato. A Sergio va un grazie a posteriori per tutti i passaggi in macchina che ci ha dato in quel periodo 💛😀 Mi ricordo quante risate che mi facevo quando si incazzava con Carmelo e gli diceva “Guarda che non ti faccio più da tassista!” 😂 Nella foto che segue siamo i tre inseparabili di quell'anno!
Sergio, Carmelo e io
A Carmelo va invece un grazie di cuore per la bellissima amicizia che ci siamo regalati. È stato il mio migliore amico in quegli anni, e penso anche io il suo, e tuttora rimane sempre uno dei migliori amici che abbia mai avuto. Era un giocherellone, come si vede dal disegno qui sotto che mi ha dedicato, ma capace di tanto amore e affetto.
Chillemata, disegno di Carmelo Ferraro 😂
Conobbi tutta la sua famiglia, suo papà e sua mamma, mancati purtroppo molto giovani, mi volevano un bene dell’anima, cosa che non potrò mai dimenticare! ❤️ Sia loro che lo stesso Carmelo e i suoi fratelli mi chiamavano professore 😍 Lui è poi venuto anche a Chieti a conoscere la mia famiglia ❤️ Sono rimaste proverbiali le nostre partite a scacchi, che duravano ore, ma ci divertivamo come matti. Carmelo mi aiutò anche a scrivere il mio libro di problemi di scacchi, dove riportai anche pezzi di partita fra me e lui. Cosa che tuttora mi lascia l’amaro in bocca, perché stavo per mandarlo a un editore e come uno stupido prestai la bozza del libro…che purtroppo non è più tornata indietro 😢 Torniamo alle cose belle, la mia amicizia con Carmelo. Eravamo quasi sempre insieme e…questa ve la dico, mi convinse addirittura a fare un corso per arbitro di basket 😂 Finito il corso, la FIP mi assegnò pure diverse partite da arbitrare e spesso i due arbitri eravamo proprio io e Carmelo. Quanto ridere, ve lo assicuro! Però va detto che “arbitro cornuto” non me l’ha mai detto nessuno 😂😂😂 Forse Carmelo sì, visto che ha continuato a livello agonistico e è diventato uno stimato professore di Educazione Fisica, ma io ovviamente non avrei mai potuto raggiungere i livelli dei due super arbitri Nico Bonasera (ci chiamiamo omonimo 😉) e Maurizio Polli (che è stato anche un carissimo amico di famiglia).
Di quell'anno voglio ricordare anche le finali universitarie a Salsomaggiore, e la sfiga che si impossessò di me. Qui un ricordo affettuoso va a un altro giocatore, Cesare Santambrogio, che ci ha lasciato da poco. Ebbi la fortuna di essere convocato col CUS Messina per queste finali, e iniziai con un bellissimo 6-0 per noi con il CUS Milano che aveva giocatori nientemeno che del Simmenthal Milano. Segnai io tutti e tre i primi canestri...ma, come vi dicevo, la sfiga ci vide benissimo e dopo quel 6-0 feci un gancio cielo e mi beccai una storta alla caviglia di quelle peggiori in assoluto! Mi incazzai come una iena, ovviamente mica per il dolore, ma perché non avrei potuto più giocare 😀😪 Tuttavia in quei giorni continuai lo stesso a divertirmi con i miei compagni, specialmente con Pippo Dini (compagno di squadra a Messina di Sergio Barlassina), che continuava a fare scherzi tremendi a tutti! 😂 Quello che mi dispiacque di più fu il fatto che dovetti saltare anche la partita con il CUS Chieti, e immaginate quanto ci avrei tenuto. Fu bello comunque almeno salutare i miei vecchi compagni, dispiaciuti anche loro di vedermi azzoppato!
Prima ho citato delle tante domeniche alla palestra Juvara a vedere dalle gradinate tutte le partite maschili e femminili possibili e immaginabili. Queste domeniche sono state il punto chiave per la seconda bellissima amicizia femminile di quel periodo. C’era una ragazza molto dolce e bravissima in campo, che giocava in serie B e che mi faceva aspettare con ansia le partite domenicali della sua squadra, l’Amedeo Motor. Quello che notai subito in lei è che non se la tirava per niente, al contrario di altri giocatori e giocatrici, e che aveva un modo di giocare contemporaneamente sia egoista che altruista, a seconda di quello che occorreva alla squadra, una vera giovane leader. Non era una cosa che è così facile da vedere. Un giorno fra me e me mi dissi che avrei tanto voluto diventare amico di questa ragazza! 💛 Però non la conoscevo di persona e poi ero ancora tanto timido. E così le scrissi una lettera, dicendole che un’amica come lei l’avrebbero voluta tutti. Lei mi rispose con un’altra lettera, dicendomi che era stata molto felice di ricevere la mia, e io non volevo credere ai miei occhi. E così cominciammo a scriverci, pur abitando nella stessa città 😀 Era timida anche lei! Questa ragazza meravigliosa si chiamava, anzi si chiama Daniela Mandini. Dopo esserci scritti per un po’ di tempo, iniziammo a telefonarci e parlavamo di tutto, fra risate e confidenze. La sua voce timida era dolce come lei. Non siamo mai andati oltre l’amicizia, nonostante qualche simpatica malalingua ci sia stata, perché è questo quello che entrambi volevamo 💛 Per questo scrissi per lei una canzone sull’amicizia. Non sto a citarla tutta, non mi sembra il caso, ma solo un verso importante, che poi era una delle cose che più mi aveva affascinato di lei perché le consentiva quasi sempre di distribuire assist su assist: "vagava un pallone in campo, potevo anche girarmi altrove, tanto ero più che convinto che quasi certamente te ne saresti impossessata". Tuttora io e Daniela siamo molto amici ❤️
Nella foto che segue sono con Daniela, sempre più di 30 anni dopo, insieme sempre al solito Massimo 😉
Io, Daniela e Massimo
Gli ultimi due anni messinesi sono stati meno ricchi di cose da raccontare, le amicizie erano già consolidate, e continuavo ad allenarmi e a giocare come sempre. In quei due anni cambiammo allenatore, e ci allenò Antonio Bucolo, davvero una bella persona. Vi racconto velocemente un episodio che fa morire dal ridere. Lui fumava il sigaro e la pipa, e un giorno andammo in trasferta e ci fermammo a fare benzina. Bucolo mi chiese se per favore gli andavo a comprare in autogrill una scatola di una certa marca. Ora non mi ricordo il nome, ma lui voleva una scatola di tabacco, e non ci pensò al fatto che che io non potevo certo conoscere le marche di tabacco. Il nome però era simile a una marca nota di caramelle. E così gli portai una scatola di caramelle 😂😂 Povero Bucolo quella volta! 😂
Chiudo il mio periodo messinese con una foto di squadra che risale al 1983, l'anno dalla mia laurea e quello in cui, purtroppo, ho dovuto lasciare Messina! Quell'anno io e Carmelo ci divertimmo un sacco con gli scherzi, soprattutto con Jannelli, Ficara, Baldaro e Merlino (Sergio Merlino era molto magro, e per questo Carmelo lo chiamava Stek of Biliard 😂) e con...il numero 9! 🤔
Liberale Messina, 1983
C'è un motivo per cui ho voluto mettere questa foto! 💛 Oltre il mio amico del cuore Carmelo, di cui ho già parlato tanto in questo post, in questa foto c'è anche un'altra persona, quello con la maglia numero 9 appunto (il secondo da sinistra accosciato) che per me è stata importante! Per dirvi di chi si tratta vi racconto un aneddoto abbastanza divertente. Quel numero 9 sarebbe poi stato un mio collega nella stessa azienda per tantissimi anni, e avremmo lavorato un po' di anni dopo sulla stessa area dei sistemi mainframe per oltre 15 anni! Io abitavo ancora a Milano, e un giorno andammo da un cliente insieme a Roma (sarà stato intorno ai primi anni '90), ma nessuno dei due sapeva ancora che eravamo colleghi, me la ricordo come fosse ieri quella scoperta! Quando lui mi ha visto non voleva credere ai suoi occhi (e nemmeno io) e mi ha urlato "Nicooooooo che ci fai qui?" Ci siamo abbracciati forte ed è stato un momento indimenticabile! Lui si chiama Giancarlo Marino, ed è stato una persona chiave per la mia crescita lavorativa, ci siamo sempre stimati tantissimo a vicenda. Un episodio che fa morire dal ridere, ma che dimostra la stima che lui aveva nei miei confronti, è successo poco prima che io lasciassi l'azienda! Eravamo a una conference call, e si discuteva di una soluzione, e io dissi la mia! Un paio di colleghi non erano d'accordo, e allora Giancarlo che era il loro manager disse: "Non si discute, quello che dice Nico è legge!" 😂😂😂 Una cosa bellissima è che in tanti anni non ha perso assolutamente il suo accento messinese, tanto che il suo manager, quando parlava di lui, lo chiamava sempre Cacertu 😂 Un grazie di cuore a Giancarlo e all'amicizia che ci ha legato in tanti anni di lavoro!
Un abbraccio a tutti, scriverò anche la terza parte, quella della vecchiaia! 😂😃 Tornerò a parlare di Messina con le Vecchie Glorie che mi hanno permesso di ritrovare persone splendide che ora sono diventati amici, e sono Gaetano Barresi e Rocco La Torre, ma anche uno in particolare...sì proprio lui, il terzo delle due foto con Anna e con Daniela! Si chiama Massimo Castorina, anche lui giocatore di quell'epoca, e che ora sempre grazie alle Vecchie Glorie è diventato uno dei miei migliori amici, un amico molto importante per me qui nel Lazio, una di quelle persone di cui si può dire senza esitazione che c'è sempre! 💛 Inoltre nella terza parte nominerò anche altre persone, che però a quell'epoca io non conoscevo, e con cui siamo diventati amici grazie al gruppo delle Vecchie glorie! 👍 Alla prossima allora, vi avevo avvisato che sarebbe stato un post più lungo, ma spero non vi siate annoiati! 😍
Nico