Claudio e io, Campiglia Marittima (LI), 2010
Ciao professo'! E' così che ho salutato mio papà per il nono anniversario della sua scomparsa il 14 agosto, ed e' così che voglio salutare adesso Claudio Lolli, mancato quest'anno appena tre giorni dopo, il 17 agosto scorso. Entrambi professori di lettere appunto, entrambi innamorati dei propri studenti, dei quali erano al servizio, e mai hanno pensato che fossero i ragazzi a dover essere al loro servizio. Avevano entrambi un modo di insegnare molto simile, preoccupati di fare prima di tutto amare le materie letterarie anziché semplicemente impararle. La sua canzone, a cui per ovvi motivi sono molto legato, che più identifica questa dimensione di insegnante, come sarebbe piaciuto essere a me, si chiama "Via col vento", ed è di una bellezza straordinaria.
Loro lettere e io matematica. Sì, mi sarebbe piaciuto molto essere un professore di matematica, magari anarchico come il personaggio di "Via col vento", era quello che avrei voluto fare da grande, un insegnante che che riusciva a fare amare la matematica, ma la vita mi ha portato a dover fare altre scelte purtroppo.
Ho perso anche mia mamma nel mese di agosto di tre anni fa, e tanti anni fa il mio nonno paterno al quale ero estremamente legato. Un mese di perdite per me quello di agosto, di mancanze, di assenze. Claudio per me era come un padre, appunto uno dei miei padri come scrissi in questo post. Voi piedi di blog sapete benissimo quanto ho scritto di Lolli in questo blog, e quanto lui abbia significato per me, per l'uomo che sono diventato, il Nico che conoscete. So che qualcuno si aspettava questo post già da subito, ma ho voluto aspettare qualche giorno, ho dovuto metabolizzare la sua scomparsa e rendermi conto della realtà triste, quella che lui spesso ha raccontato, una realtà di morte.
Solo a lui poteva venire in mente di andarsene di venerdì 17, grande fino in fondo, come mi ha scritto il mio carissimo amico Antonio! Se n'è andato in punta di piedi, come ha sempre fatto, senza disturbare. Lui di morte se ne intendeva, è così che mi scrisse nove anni fa in un sms, che non dimenticherò mai, che mi mandò quando morì mio papà, strappandomi un sorriso :) Lo scrissi anche in questo post subito dopo la scomparsa di papà. Per me Lolli non era soltanto un cantautore che mi piaceva molto, uno che ha insegnato a tanti a scrivere senza accettare compromessi, a saper raccontare, mai volgare nella sua ironia e nella sua malinconia. Per me lui era come un padre, un maestro di vita, un amico, un fratello, un compagno. Ha regalato la sua amicizia a me e Maria senza chiedere nulla in cambio, con tenerezza, con dolcezza, con affetto. Nulla potrà ripagarmi più della felicità che gli si leggeva negli occhi quando ci vedeva.
Ci sono tanti episodi di autentico affetto che potrei raccontare, per esempio quello accaduto parecchi anni fa quando arrivai a Recanati dalla Lombardia con lo stesso Antonio che ho nominato prima e con la mia amica Maila, e Lolli quando mi vide sedermi fra il pubblico fermo' la sua chitarra e disse a Capodacqua "Guarda, c'è Nico". Chi se lo scorda! Anche la risposta che gli diede Paolo fu bellissima, e cioè "Oh no, anche qui è venuto!" :-))) Grande Paolo! O quello a Radicondoli nell'agosto del 2012 (insieme a lui e ai fedelissimi Capodacqua, Soldati e Tomasetta, eravamo io e Maria con Anna, Roberto, Narciso e Stefania), quando si sedette per cena vicino a me e continuava a fare battute su battute, e questa foto ne è la testimonianza...si vede infatti la sua faccia divertita per avermi fatto ridere in quel modo :-)
Claudio, io e Maria, Radicondoli (SI), 2012
Una considerazione personale sul Lolli artista, che ho già condiviso su altri social, la voglio scrivere anche qui. Non ci sono dubbi sul fatto che "Ho visto anche degli zingari felici" sia stato il disco che maggiormente ha fatto conoscere Claudio Lolli, nonostante i capolavori precedenti come "Aspettando Godot", "Un uomo in crisi" e "Canzoni di rabbia". Forse la stampa però si è un po' fermata, indegnamente secondo me, nei confronti di Claudio dopo quell'album, anche perché di capolavori ce ne sono stati anche dopo con "Disoccupate le strade dai sogni", "Extranei" e "Antipatici Antipodi", l'omonimo "Claudio Lolli", "Intermittenze del cuore", "Dalla parte del torto", "La scoperta dell'America"...dischi che ci hanno permesso di ascoltare pezzi stupendi come Analfabetizzazione, da cui ho tratto la mia firma "e i miei amici io li ho chiamati piedi perché ero felice solo quando si partiva" (firma che uso da tantissimi anni anche nelle mail di lavoro), Romantic Ballad, Come un dio americano e Non aprire mai, Via col vento appunto, Ulisse e Curva Sud, Folkstudio, e infine Poco di buono, con il sodalizio forte con i Gang concretizzatosi negli ultimi 20 anni. Mi va di citare anche la collaborazione con il mio amico Luca Bonaffini, storico compagno di viaggio di Pierangelo Bertoli, in un disco dello stesso Luca, Il ponte dei maniscalchi, di sui ho scritto qualcosa in questo post. Infine...Claudio ci lascia con un ultimo capolavoro, "Il grande freddo", da cui è tratto il bellissimo pezzo Non chiedere.
Questo disco ha permesso finalmente a Lolli di chiudere la sua splendida carriera con la Targa Tenco 2017 per questo album meraviglioso, premio che avrebbe strameritato anche in passato!
Per finire torniamo un attimo al personale, come è giusto che sia! Perché è il personale che un uomo meraviglioso come Claudio Lolli ha condiviso con tanti di noi, ed io mi ritengo fortunato a essere fra queste persone a cui Claudio ha donato la propria amicizia con dolcezza e spontaneità, ma soprattutto con affetto e volendo bene per davvero, senza mezzi fronzoli, senza stare sul piedistallo neanche per un secondo. Tanti di noi lolliani custodiscono nel proprio cuore forti ricordi di carattere personale con lui. Non occorre che scriva altro, questo blog è pieno di storie e racconti che mi legano a Claudio, basta fare questa ricerca sul blog.
Mi mancherai compagno a venire, e grazie di tutto l'affetto e l'amore che sei riuscito a darmi senza mai chiedere nulla in cambio. Non chiedere...appunto!