Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




venerdì 24 agosto 2018

Ciao professor Claudio Lolli

Claudio e io, Campiglia Marittima (LI), 2010

Ciao professo'! E' così che ho salutato mio papà per il nono anniversario della sua scomparsa il 14 agosto, ed e' così che voglio salutare adesso Claudio Lolli, mancato quest'anno appena tre giorni dopo, il 17 agosto scorso. Entrambi professori di lettere appunto, entrambi innamorati dei propri studenti, dei quali erano al servizio, e mai hanno pensato che fossero i ragazzi a dover essere al loro servizio. Avevano entrambi un modo di insegnare molto simile, preoccupati di fare prima di tutto amare le materie letterarie anziché semplicemente impararle. La sua canzone, a cui per ovvi motivi sono molto legato, che più identifica questa dimensione di insegnante, come sarebbe piaciuto essere a me, si chiama "Via col vento", ed è di una bellezza straordinaria.


Loro lettere e io matematica. Sì, mi sarebbe piaciuto molto essere un professore di matematica, magari anarchico come il personaggio di "Via col vento", era quello che avrei voluto fare da grande, un insegnante che che riusciva a fare amare la matematica, ma la vita mi ha portato a dover fare altre scelte purtroppo.

Ho perso anche mia mamma nel mese di agosto di tre anni fa, e tanti anni fa il mio nonno paterno al quale ero estremamente legato. Un mese di perdite per me quello di agosto, di mancanze, di assenze. Claudio per me era come un padre, appunto uno dei miei padri come scrissi in questo post. Voi piedi di blog sapete benissimo quanto ho scritto di Lolli in questo blog, e quanto lui abbia significato per me, per l'uomo che sono diventato, il Nico che conoscete. So che qualcuno si aspettava questo post già da subito, ma ho voluto aspettare qualche giorno, ho dovuto metabolizzare la sua scomparsa e rendermi conto della realtà triste, quella che lui spesso ha raccontato, una realtà di morte.

Solo a lui poteva venire in mente di andarsene di venerdì 17, grande fino in fondo, come mi ha scritto il mio carissimo amico Antonio! Se n'è andato in punta di piedi, come ha sempre fatto, senza disturbare. Lui di morte se ne intendeva, è così che mi scrisse nove anni fa in un sms, che non dimenticherò mai, che mi mandò quando morì mio papà, strappandomi un sorriso :) Lo scrissi anche in questo post subito dopo la scomparsa di papà. Per me Lolli non era soltanto un cantautore che mi piaceva molto, uno che ha insegnato a tanti a scrivere senza accettare compromessi, a saper raccontare, mai volgare nella sua ironia e nella sua malinconia. Per me lui era come un padre, un maestro di vita, un amico, un fratello, un compagno. Ha regalato la sua amicizia a me e Maria senza chiedere nulla in cambio, con tenerezza, con dolcezza, con affetto. Nulla potrà ripagarmi più della felicità che gli si leggeva negli occhi quando ci vedeva.

Ci sono tanti episodi di autentico affetto che potrei raccontare, per esempio quello accaduto parecchi anni fa quando arrivai a Recanati dalla Lombardia con lo stesso Antonio che ho nominato prima e con la mia amica Maila, e Lolli quando mi vide sedermi fra il pubblico fermo' la sua chitarra e disse a Capodacqua "Guarda, c'è Nico". Chi se lo scorda! Anche la risposta che gli diede Paolo fu bellissima, e cioè "Oh no, anche qui è venuto!" :-))) Grande Paolo! O quello a Radicondoli nell'agosto del 2012 (insieme a lui e ai fedelissimi Capodacqua, Soldati e Tomasetta, eravamo io e Maria con Anna, Roberto, Narciso e Stefania), quando si sedette per cena vicino a me e continuava a fare battute su battute, e questa foto ne è la testimonianza...si vede infatti la sua faccia divertita per avermi fatto ridere in quel modo :-)

Claudio, io e Maria, Radicondoli (SI), 2012

Una considerazione personale sul Lolli artista, che ho già condiviso su altri social, la voglio scrivere anche qui. Non ci sono dubbi sul fatto che "Ho visto anche degli zingari felici" sia stato il disco che maggiormente ha fatto conoscere Claudio Lolli, nonostante i capolavori precedenti come "Aspettando Godot", "Un uomo in crisi" e "Canzoni di rabbia". Forse la stampa però si è un po' fermata, indegnamente secondo me, nei confronti di Claudio dopo quell'album, anche perché di capolavori ce ne sono stati anche dopo con "Disoccupate le strade dai sogni", "Extranei" e "Antipatici Antipodi", l'omonimo "Claudio Lolli", "Intermittenze del cuore", "Dalla parte del torto", "La scoperta dell'America"...dischi che ci hanno permesso di ascoltare pezzi stupendi come Analfabetizzazione, da cui ho tratto la mia firma "e i miei amici io li ho chiamati piedi perché ero felice solo quando si partiva" (firma che uso da tantissimi anni anche nelle mail di lavoro), Romantic Ballad, Come un dio americano e Non aprire mai, Via col vento appunto, Ulisse e Curva Sud, Folkstudio, e infine Poco di buono, con il sodalizio forte con i Gang concretizzatosi negli ultimi 20 anni. Mi va di citare anche la collaborazione con il mio amico Luca Bonaffini, storico compagno di viaggio di Pierangelo Bertoli, in un disco dello stesso Luca, Il ponte dei maniscalchi, di sui ho scritto qualcosa in questo post. Infine...Claudio ci lascia con un ultimo capolavoro, "Il grande freddo", da cui è tratto il bellissimo pezzo Non chiedere.


Questo disco ha permesso finalmente a Lolli di chiudere la sua splendida carriera con la Targa Tenco 2017 per questo album meraviglioso, premio che avrebbe strameritato anche in passato!

Per finire torniamo un attimo al personale, come è giusto che sia! Perché è il personale che un uomo meraviglioso come Claudio Lolli ha condiviso con tanti di noi, ed io mi ritengo fortunato a essere fra queste persone a cui Claudio ha donato la propria amicizia con dolcezza e spontaneità, ma soprattutto con affetto e volendo bene per davvero, senza mezzi fronzoli, senza stare sul piedistallo neanche per un secondo. Tanti di noi lolliani custodiscono nel proprio cuore forti ricordi di carattere personale con lui. Non occorre che scriva altro, questo blog è pieno di storie e racconti che mi legano a Claudio, basta fare questa ricerca sul blog.

Mi mancherai compagno a venire, e grazie di tutto l'affetto e l'amore che sei riuscito a darmi senza mai chiedere nulla in cambio. Non chiedere...appunto!



mercoledì 1 agosto 2018

Odio moderno, odio contemporaneo

Non avrei mai voluto postare qualcosa del genere, ma il momento attuale purtroppo lo impone, e ci vede increduli a guardare quello che sta succedendo attorno a noi. Mai avrei immaginato che sarebbe arrivato un momento in cui mi sarei dovuto incazzare tutti i giorni a leggere quello che viene scritto sui social, a quanto razzismo e quanto odio sono costretto ad assistere! :(

Lo stesso Lolli in un suo pezzo di qualche anno fa, intitolato Frequenze, aveva cominciato a parlare di odio moderno, odio contemporaneo, associandolo a un movimento come la Lega.


E ora sempre di più sta accadendo questo. Giorni fa mi venne in mente questa cosa. Se il mio vicino butta dal suo barcone...ehm...balcone una persona a lui indesiderata, e lo fa tranquillamente e addirittura legalmente, che problema c'è, anche io piglio una persona indesiderata e la butto tranquillamente dal mio balcone! Tanto a parte le rimostranze nessuno ci verrà a perseguire. Ecco, in questo periodo il mio vicino è lo stato francese per esempio e io sono lo stato italiano. Per fortuna tanti francesi e tanti italiani come me non butterebbero dal balcone proprio nessuna persona, ma piuttosto andrebbero a salvare quella del vicino impedendogli di buttarla. Anche se pare troppo complicato farlo entrare in testa, non è poi così difficile essere più umani del vicino.

Molti di coloro che scrivono e postano odio, parlano anche di paese accogliente, incluso quel personaggino che fomenta quest'odio e solidarizza oltretutto con le lobby delle armi! Lo stiamo vedendo! Per fortuna ci sono anche gli altri come me in questo paese, che accolgono, che non fanno di tutta l’erba un fascio, e non solo quelli che fomentano odio. E' solo grazie a noi che questo paese è accogliente. Da dove nasce l’odio? Dall’egoismo soprattutto secondo me, non solo da casi singoli che fanno fare di tutta l'erba un fascio. Il singolo può essere sia straniero che italiano. Egoismo di chi vuole tutto per sé, di chi non vuole condividere, di chi pensa di essere migliore degli altri. Un egoismo a 360 gradi, non solo verso l’immigrato, ma anche verso l’italiano stesso, un egoismo che pensa solo al proprio orticello e si regola di conseguenza. Continuo a pensare che siamo tutti esseri umani, tutti, e come tali tutti avremmo diritto a un mondo fatto di uguaglianza e di amore. Se succedono fatti isolati, è anche perché non viene data a tutti in egual misura la possibilità di vivere.

Bello il disco di Bennato "Pronti a salpare", che vede Edoardo schierato in pieno su questo tema, vale la pena di ascoltare questa canzone che dà il titolo all'album.




C'è una frase che mi dà particolarmente fastidio, ora ancora più di prima, ed è quella frase vergognosa e ipocrita "aiutare a casa loro". Perché per secoli tu occidentale, che spari questa frase ipocritamente, hai sfruttato e depredato terre e risorse che non ti appartenevano e quello che è peggio continui a farlo, causando guerre e pestilenze senza minimamente fare nulla in prima persona per aiutare a non morire in quella casa loro che tu contribuisci a distruggere. E poi sempre in prima persona, per esempio, ti dai da fare con richieste di beneficenza da parte della gente comune mostrando immagini di bambini secchi e malnutriti. Beneficenza, anzi dovere, che voi stessi stati occidentali dovreste fare istituzionalmente. Ma intanto voi e i vostri seguaci continuate a sentirvi a posto con la coscienza sbandierando questo assolutamente improbabile aiuto a casa loro. C'è da sciacquarsi la bocca, ma davvero tanto. E io, anche se fossi l'unico del condominio a farlo, continuerei sempre a salvare, non a buttare.

Voglio raccontare di un commento che mi è stato fatto sui social prima di chiudere con questo post, che vi avrà sicuramente già stufato! Il commento proveniva da un tipo che sbandierava il fatto di avere fatto un'adozione a distanza e chiedeva quindi che cosa avessi invece fatto io. C'è tanta ipocrisia anche in questo! Gli risposi che quello che sto facendo io sicuramente supera quello che sta facendo lui, che pure è encomiabile, ma stando comodamente a casa sua ad aiutarlo..."a casa sua" (che brutta frase). Sicuramente molti non adottano a distanza, è vero, e nemmeno io lo faccio, anche se faccio tante altre cose. Quello che invece sarei disposto a fare io e probabilmente non il tipo in questione, è di aiutare questi bambini qui, di adottarli qui! Ma si sa che le adozioni vere sono un business e sarebbe impossibile, e soprattutto adesso "aiutare qui" non va tanto di moda, si preferisce quel "casa loro" che sottintende un "meglio che ci stiano lontani". Quello che non sto facendo io invece è sostenere un assassino, sostenere uno che non si è vergognato di chiedere voti al Sud dopo averli trattati per anni come merdacce, uno che sostiene le lobby delle armi, uno che pensa prima al bene dei ricchi, uno che continua a dire di essere padre ma se ne fotte ampiamente di tanti altri padri...ce ne sarebbero ancora tante altre da dire. Ormai le ho sentite tutte, non credo ci siano per me altri argomenti per farmelo sembrare meno disumano. Anche se sono uno che discute e lo ha sempre fatto, ora mi sono stancato, anche di tutti coloro che si ergono a giustizieri e, dal proprio divano, chiedono che cosa gli altri stiano facendo.

Grazie come al solito di essere arrivati fin qui. Ora alla fine direi che ci stanno bene queste due frasi (due delle mie preferite) di Bertoli e Guccini: "Perché son fatto così e non ci posso far niente...non mi lego a questa schiera morrò pecora nera".