Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




mercoledì 11 aprile 2018

Mezzo repost su Eskimo

Lo avevo promesso già da qualche giorno alla nostra Sara che le avrei fatto una sorpresa, per cui mi prendo un quarto d'ora di pausa per fare questo mezzo repost di un pezzo che avevo scritto diversi anni fa su come una delle più belle canzoni di Guccini, che appunto Sara mi ha detto essere la sua preferita, mi rappresentasse. Forse l'album di Guccini a cui sono più legato è Radici, ma devo dire che in tutti gli altri ci sono canzoni come "Canzone di notte n. 2", "Amerigo", "Keaton" (di cui c'è ovviamente anche la versione di Lolli, visto che la canzone è sua) e tantissime altre a cui sono legato.

In quel post, scritto quando i newsgroup erano all'apice e quello dedicato a Guccini era fra i più attivi, scrissi quanto una canzone come Eskimo potesse rappresentarmi, quando mi sentissi vicino a quello che il Guccio raccontava. Oggi probabilmente tante parole e tanti concetti non li riscriverei esattamente nel modo che leggerete, però non voglio cambiare nulla al pezzo che sto ripostando. Del resto, come disse lo stesso Guccini nella canzone, sarà per aver 15 anni in meno :-)

Un abbraccio a tutti
Nico

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SENTIRSI RAPPRESENTATI DA UNA CANZONE
(it.fan.musica.guccini, nicochillemi, Luglio 2000)

Qualche giorno fa, nel mio consueto appuntamento serale con me stesso e la chitarra, mi e' venuto in mente di come ci si puo' sentire rappresentati da una canzone, e inevitabilmente il mio pensiero e' andato a Guccini e De Andre'. Ma, mentre nel caso di De Andre' la scelta era piu' semplice e cadeva senza dubbio su Giugno 73 per tutta una serie di motivi molto personali, nel caso di Guccini mi sono reso conto che tutto era molto piu' difficile. Per questo mi sono messo a pensare, in silenzio, vale a dire senza strimpellare nulla, perche' avevo voglia di cominciare proprio con la canzone del Guccio che maggiormente penso mi rappresenti.

  
Ci sono tante canzoni di Guccini che amo in modo particolare, e una di queste e' sicuramente "Canzone delle osterie di fuori porta" (colgo qui l'occasione per ringraziare un carissimo amico, Antonello, per le cene consumate insieme durante le mie trasferte romane in questo tipo di osterie, ai castelli romani).  Infatti ero indeciso se cantare questa o quella che poi ho invece cantato.
  
Avrei potuto scegliere Piccola storia ignobile, che secondo me e' una delle canzoni piu' belle e piu' coraggiose che sia mai stata scritta, per l'epoca in cui lo e' stata, cosi' come avrei potuto scegliere Incontro, che amo particolarmente e che fa parte del mio album preferito, Radici. E dello stesso album avrei potuto sceglierne tante, tutte, prima in classifica La locomotiva, per la magia che ti fa vivere cantarla con il pugno alzato!
  
O avrei potuto scegliere una delle canzoni di notte, in particolare la 3 che mi ricorda una suonata con alcuni amici carissimi in piena notte, quando pensavamo di essere sufficientemente lontani da ogni casa abitata, mentre invece... sob... ci sbagliavamo (ci hanno detto di non fare piu' casino, non disturbare, canteremo solo in modo clandestino, senza vociare, poi gignando ce ne andremo pian pianino per sederci lungo il fiume ad aspettare)... e in effetti dopo aver smesso di cantare per cause di forza maggiore ce ne andammo ad aspettare l'alba!
  
O anche avrei potuto scegliere Inutile (a Rimini la spiaggia com'e' vuota quasi inutile di marzo) che ti fa piombare in un film che, tolta la storia d'amore triste descritta dal Guc, tutto sommato mi manca molto. Parlo delle passeggiate che, anche d'inverno, prima di venire a Milano facevo nei paesini di mare abruzzesi e siciliane... per esempio Francavilla al Mare, che raggiungevo da Chieti in 15 minuti... o le passeggiate lungo il porto di Messina, sempre pieno di pescatori che si portano la sedia e la scodella con un piatto di pasta, e rimangono li' fino a tarda notte... si', il mare mi manca molto, anche d'inverno! 
  
Cosi' come avrei potuto scegliere Ti ricordi quei giorni, che anche nella tristezza ti fa ricordare che nella vita sono esistite anche cose belle che non e' giusto dimenticare, soprattutto in un mondo in cui si tende a ricordare soltanto cio' che e' brutto e negativo.
  
Non ho scelto nessuna di queste.
  
Ho scelto Eskimo. Perche' Eskimo? Prima di tutto perche', anche se avevo solo 8 anni, penso che il 68 sia stato uno degli eventi di massa piu' belli del secolo, forse l'unico in cui si lottava veramente per qualcosa di comune, l'unico in cui spesso anche personaggi dell'altra sponda si sono identificati, l'unico che abbia nei secoli davvero aggregato anziche' dividere, come nel mondo generalmente e' sempre accaduto, e soprattutto l'unico dove nessuno aveva paura di prendere delle iniziative di massa! Penso soprattutto a oggi, in cui quasi non ci si mette d'accordo neanche per fare solo un piccolo sciopero. 
  
Ho scelto Eskimo anche perche' l'album che la contiene, Amerigo, e' uscito nel 78, e io preferisco i numeri dispari a quelli pari :-) e quindi quel 7 al posto del 6 mi dava quasi l'impressione di vivere i momenti di quegli anni di cui purtroppo conosco solo la storia, e che mi dispiace tanto non aver potuto condividere con altri. Eskimo con certe frasi (per esempio questa: di soldi in tasca niente e tu lo sai, che mi pagavi il cinema stupita e non ti era toccato farlo mai) mi faceva capire che in fondo erano i miei ideali, piu' paritari, di maggiore uguaglianza, a meritare molto piu' rispetto rispetto (e te dai... come dice Guccini ne "I fichi"... ma che potevo metterci?) alla moto di un compagno o allo stereo che soltanto a 30 anni mi sono potuto permettere.
  
E infine ho scelto Eskimo perche' penso sia una delle canzoni politiche piu' belle che siano mai state scritte.

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martedì 27 marzo 2018

No alle armi, un grido da oltreoceano

Avevo già parlato in questo mio precedente post della manifestazione "I can't breathe", avvenuta alcuni anni fa negli Stati Uniti, in cui si manifestava contro il grilletto facile della polizia, soprattutto diretto nei confronti di persone di colore o appartenenti a stati cosiddetti "nemici" e comunisti!

La cosa mi aveva piacevolmente impressionato, il fatto che ci fossero tanti statunitensi a sentire addosso questo grande problema! Ma quello che è successo qualche giorno fa ha dell'incredibile, e mi fa sentire ancora più vicino a questo popolo, che quando serve si incazza per davvero!


A tantissimi, ma tantissimi americani non basta solo la polizia, e ora con Trump il problema è decisamente aumentato, con il fatto di rendere sempre più facile il possesso delle armi, causando anche omicidi di massa come quelli nelle scuole, avvenuti senza motivo!


Questa è una delle immagini che la mia amica Olga, ormai da anni residente negli Stati Uniti, ha pubblicato e che io mi permetto di riportare qui su questo post. Mi sento tanto vicino a Olga in questo momento, e la ringrazio tantissimo di avermi dato il LA per scrivere ancora una volta su questo argomento che mi sta molto a cuore.  Quasi un milione di persone sono scese in piazza per manifestare contro l'uso delle armi, mai così tanti si sono radunati a Washington, e non solo, anche in quegli stati smaccatamente liberisti ci sono state manifestazioni e proteste chiare!


Owning a gun is not freedom! Proprio Olga tiene in mano questo cartello, importantissimo, che deve assolutamente entrare nelle teste delle persone, va fatto capire sempre di più.  Io sono molto preoccupato per l'Italia, per questa gente di potere che incita sempre di più alla violenza, nascondendola come legittima difesa, ma senza sapere quali potrebbero essere le conseguenze! Gli statunitensi se ne sono accorti da tempo, e a loro spese! Continuo a ripeterlo da anni, stiamo prendendo sempre di più il peggio dagli USA, come i licenziamenti facili o la sanità sempre più a pagamento e un Welfare ormai distrutto, lasciando però stare il meglio degli USA, ovvero il fatto che tutti, ma proprio tutti, pagano le tasse che devono.



Protect people, not guns! Olga grazie di tutto, davvero, mi hai fatto commuovere! Sei una vera amica!
Nico

martedì 13 marzo 2018

Non so che viso avesse

Credo di non aver parlato mai qui di come ho conosciuto Francesco Guccini! Senza nemmeno sapere che fosse lui! :-) Quindi, visto che ho ritrovato alcune righe che avevo scritto in proposito un bel po' di anni fa, le posto qui con qualche aggiunta a posteriori!

Bellissima caricatura di Guccini del grande Cavezzali

Avevo comprato Via Paolo Fabbri un anno dopo che uscì. Alcuni miei compagni di scuola se lo comprarono subito…per moda, strano a dirsi, proprio per moda! Mi fecero ascoltare una canzone…si rise tanto insieme per tutte quelle parolacce, e non subito capii quanto una canzone come quella, di cui anche lo stesso Guccini si stancò presto, potesse rispecchiare quella rabbia che quasi tutti abbiamo provato nella nostra vita! La cosa si fermò lì, e non lo riascoltai per parecchi mesi, quasi dimenticandomene, fino a quando per fortuna dopo un po' di tempo io ebbi l'opportunità di vedere L’avvelenata con altri occhi.

Circa un anno dopo mi trovavo a casa da solo, così come ero sempre da solo durante una certa partita Italia-Germania, momenti molto intimi, miei, che ho condiviso solo con me stesso. Avevo la radio accesa quando a un certo punto…e sembra dire ai contadini curvi quel fischio che si spande in aria…ehi, ma io questo qui lo conosco, sembra quello dell'Avvelenata…no no, questo E’ PROPRIO LUI. Premetti subito il tasto REC nel radio registratore di allora, e successivamente riascoltai il pezzo che avevo registrato almeno un'altra decina di volte. Non si capiva però quale fosse il titolo della canzone, che era bellissima, perché ne era registrata soltanto la seconda metà. Subito mi precipitai sul corso della  mia città, al negozio di dischi, e cominciai a “sfogliare” nervosamente tutti gli LP 33 giri presenti. Ne trovai solo due di Guccini. Uno era Via Paolo Fabbri, che individuai subito da quel faccione quasi disegnato che ricordavo e che poi diventò il manifesto ufficiale di tutti i suoi concerti. L'altro aveva la copertina marroncina, con una foto di famiglia. Li presi tutti e due di scatto e li comprai subito, correndo a casa per ascoltarli, sperando che in uno dei due ci fosse quella canzone. Ascoltai prima Radici, e la individuai immediatamente...era La locomotiva!

La locomotiva e...quella famosa copertina marrone con la foto di famiglia :-)

Fu una felicità incredibile quando riuscii ad ascoltarla per intero. Ma la felicità fu ancora maggiore quando ascoltai Incontro e le altre di Radici, e subito dopo Via Paolo Fabbri per intero ma con occhi completamente diversi. Avevo 17 anni e cominciai a pensare al boom che questo disco ebbe nella mia città l'anno prima, non riuscivo a capire come in una cittadina come la mia si potesse ascoltare e cantare Canzone di notte n. 2, che per me significò tantissimo da quel momento in poi (ricordo ancora quando il mio amico Red mi commosse dedicandomela in un suo post), così come mi risultava incomprensibile che cosa avesse a che fare la realtà un po' bigotta in cui vivevo con il travaglio interiore di una ragazza che si era fatta mettere incinta e che quella cittadina, da cui dopo qualche anno sono andato via per sempre, avrebbe sicuramente condannato, esattamente come raccontò Guccini. Né infine potevo capacitarmi di come la storia di un vecchio povero e semplice potesse prendere così tanto quella piccola borghesia che Lolli così bene ha descritto e che non conosceva veramente la povertà.

Radici restò il mio album preferito per tanti anni. Poi scoprii Stanze di vita quotidiana, un autentico capolavoro, e grazie al mio amico Gianni seppi anche dei suoi primi due album, Folk Beat n. 1 e Due anni dopo. In seguito uscirono i bellissimi Amerigo e Signora Bovary. Ma Radici per me resta legato a emozioni che non si ripeteranno.

Nico

sabato 6 gennaio 2018

Lolli vince il Premio Tenco 2017

Questo 2017 appena passato ha portato tante cose negative, fra precariato sempre più crescente, famiglie che fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, personaggi di potere sempre più pericolosi e, non ultima una cosa di cui ho parlato spesso in passato nei social, e cioè il peggioramento continuo del modello di musica che ci costringono ad ascoltare, soprattutto grazie ai talent che abbattono il modo di scrivere canzoni, appiattendone purtroppo i contenuti.

Eppure da quest'ultimo punto di vista il 2017 qualcosa di buono l'ha anche portata. Ho già scritto in questo post precedente dell'ultimo premio Bertoli da poco concluso, che ha fatto vedere davvero dell'ottima scrittura in alcuni giovani cantautori e la vincita del Premio Pierangelo Bertoli alla carriera da parte di Guccini. Ma è stato il Premio Tenco che nel 2017 mi ha riservato, e non solo a me, una sorpresa incredibile, scuotendo un po' tutto il piattume di cui parlavo poco fa. Ebbene sì, dopo tanti anni si risente parlare del mio Claudio Lolli al Premio Tenco, e non certo in modo marginale, ma alla grande in un modo prepotente, come lui stesso non ama essere, ma che stavolta è stato assolutamente inevitabile! La Targa Tenco 2017 come miglior disco dell'anno è andata all'ultimo lavoro di Claudio, Il grande freddo!

Immagine del'ultimo CD di Lolli

Anche noi lolliani siamo rimasti a bocca aperta, non ce lo aspettavamo, ma soprattutto non ci aspettavamo che questo che probabilmente sarà purtroppo l'ultimo disco di Lolli sarebbe stato così bello, non solo come parole, ma soprattutto come musica.

Quando ho sentito Claudio per fargli i complimenti, lui mi ha detto di essere molto felice di non averci deluso con questo suo ultimo lavoro. Deluso? Non sarebbe mai stato possibile, almeno per me, ma devo dire che non solo non ci ha deluso, anzi è riuscito addirittura a stupirci!

I testi sono ovviamente qualcosa di meraviglioso. Claudio riesce a parlare del suo argomento preferito, la morte che arriva per tutti, paragonandola a una fotografia sportiva (La fotografia sportiva) e definendola un pressing pazzo per l'infelicità, dei suoi desideri ancora nascosti di rivoluzione e di condivisione nella meravigliosa Non chiedere, che è anche la preferita di Maria e che racconta del travaglio interiore di un uomo che "non dorme, ma dovrebbe", perché lotta con la sua solitudine, del grande freddo rappresentato da quello che sono diventati i rapporti umani oggi, un freddo che ci viene quasi imposto e che spesso si trasforma in ipocrisia (Il grande freddo, che dà il titolo all'album). In aggiunta a queste c'è la canzone Sai com'è, la storia di un comandante partigiano, Giovanni Pesce, spiegata qui dal mio vecchio amico Riccardo Venturi nel suo sito Canzoni contro la guerra, canzone che sigla ancora una volta il sodalizio fra Lolli che ne ha scritto il testo, e Marino Severini dei Gang che ne ha scritto la musica. Un altro pezzo che non voglio trascurare si intitola Principessa Messamale, in cui parla ancora di un mondo che una volta era bello e che ora non c'è più, descrivendo questa principessa che sì è messa male, ma che il protagonista ama incondizionatamente e indipendentemente dalle sue condizioni. Chiudono il disco tre canzoni, Prigioniero politico che esprime come una metafora la condizione attuale, Gli uomini senza amore in cui ricalca in parte quello che ha voluto dire ne "Il grande freddo", e 400000 colpi, quest'ultima molto autobiografica ripresa in parte dal suo libro Lettere martimoniali, che consiglio vivamente di leggere anche se è un po' forte, come lui stesso dice.

Dopo questa breve carrellata sul contenuto del disco, voglio spendere due parole sui musicisti. Roberto Soldati e Danilo Tomasetta sono gli storici musicisti degli zingari felici, sempre vicinissimi a Claudio, e che hanno fatto un lavoro immenso con gli arragngiamenti. Non può mancare il nostro Paolo Capodacqua, compagno di viaggio di Claudio da oltre vent'anni ormai, che con i suoi inconfondibili arpeggi ha accompagnato Claudio in tanti anni di concerti, dei quali io ne ho visti sicuramente più della metà, come sa chi mi legge da tempo. Dall'attacco di Principessa messamale si capisce immediatamente che la chitarra è la sua! Gli altri musicisti sono Nicola Alesini, Felice Del Gaudio, Giorgio Cordini, Pasquale Morgante, Alberto Pietropoli e Lele Veronesi. A tutti loro va un grazie per essere stati vicini a Claudio che ha registrato praticamente tutto insieme a loro da casa sua. Per finire, i disegni che troneggiano in tutto l'album, in tutti gli articoli social che parlano del disco, nei gruppi Facebook e in tanti altri link. Sono di Enzo De Giorgi, bravissimo davvero! Avevo scritto anche questo post per raccontare come avevo saputo della sua esistenza :-)

Manca ancora una cosa da dire. Come questo disco è stato prodotto. Come sappiamo, Lolli non ama il mondo delle case discografiche attuale, che impone soltanto in base a un mercato pilotato, sia agli ascoltatori che agli autori. E così, per poter dire ciò che voleva dire e soprattutto per poter tirare fuori un lavoro vicino a noi, che noi suoi estimatori potessimo amare, senza imposizioni, lui e i musicisti si sono inventati una campagna di Crowdfunding, presentata tramite questo video con disegni di Enzo De Giorgi.

Presentazione da parte di Claudio del progetto di Crowdfunding

Partecipare a questo progetto è stato bellissimo, anche io e Maria nel nostro piccolo non solo abbiamo contribuito personalmente, ma abbiamo anche convinto tanti altri nostri amici a crederci! E devo dire che siamo stati ripagati ampiamente! Grazie davvero Claudio, ti vogliamo bene!

domenica 31 dicembre 2017

Passaggio illustre in Piedi dal vivo

Voglio dedicare quest'ultimo post dell'anno a una bellissima cosa che è successa proprio a dicembre, e a cui sia io che Maria tenevamo da parecchio tempo!

Anche se negli ultimi 3 anni ho scritto meno, avere aperto quasi 10 anni fa questo blog mi ha fatto molto bene, una delle ragioni è perché sono riuscito a rimanere a volte con me stesso a pensare e a riflettere scrivendo su quel che sarà e "quel che è stato di me"...ecco ci risiamo, ancora una volta mi ritrovo a citare Lolli, la canzone in questione è Viaggio, vi propongo qui quando ce l'ha dedicata, visto che è una delle canzoni che ha segnato la vita di me e Maria insieme.


Torniamo a noi. Aprire questo blog non mi ha dato solo l'occasione di ritrovarmi, di scoprire sempre di più l'amore nei confronti di Maria, di parlare dei miei padri, di politica, di affetti, di amicizia, di musica e tanto altro, ma anche di scoprire persone straordinarie che mi hanno dato tanto, e a cui anche io spero di aver dato nel modo in cui so fare! E fra queste persone alcune sono, appunto, passate in Piedi dal Vivo :-)  Ebbene sì, la rispiego. Nella canzone che fa da presentazione del blog (ce n'è un piccolo assaggino in alto quando si apre il mio blog) e che si intitola Analfabetizzazione, che naturalmente è di Lolli, c'è una frase che ho fin dall'inizio considerato mia, e che ho adottato come mia firma sia nel personale che al lavoro. "E i miei amici io li ho chiamati piedi perché ero felice quando si partiva" è la frase, che ho pensato bene di adottare anche nei blogroll! "Piedi dal vivo" sono gli amici che conosco di persona, "Piedi di blogger" sono gli amici conosciuti qui in blogspot come Sara, Berica, Nellina, Giovanna, Diego l'Alligatore con Elle, Luca, Cristiana, Giulia con Mirko, Milena, Mauro, Adriano, Alessandro, Alberto, Costantino, Silvia, e altri, ma che non ho avuto il piacere di conoscere (fra questi il grande Aldo il Monticiano che ci ha lasciato purtroppo da poco e Ambra, mancata anche lei l'anno scorso, a cui mando un abbraccio fortissimo) e altri che invece ho avuto la grande fortuna di conoscere e abbracciare, come Nicola alias zio Scriba, che mi ha riempito di affetto e la cui scrittura dovrebbe essere un esempio per tutti, Roberto Robydick con il suo mitico blog dedicato alle recensioni cinematografiche, con cui ho avuto l'onore di collaborare e che purtroppo ha smesso di scrivere da un po', il mio omonimo Domenico Baol, l'amico più social qui su blogger, la piccola Sarah Maraptica a cui voglio molto bene che purtroppo non scrive più ma che ogni tanto sento ancora, la compagna Rossella purtroppo scomparsa da blogger e che non sento più da tempo, Simona, con cui condivido di tanto in tanto pensieri su Facebook e infine Cristina, che non blogga più da tempo ormai ma che è diventata una delle fotografe più richieste della provincia di Messina!

Mi andava di raccontare la mia esperienza qui dentro in blogger perchè fra tutti i nomi che ho citato, oltre agli amici che già conoscevo anche senza blogger, ne manca uno conosciuto qui. Appunto un nome illustre, che seguivo sempre con interesse, visto che ci accomuna la passione per i viaggi. Lei però è molto più esperta di me, la sua esperienza con i viaggi è notevole, e il suo blog nonchè le sue pagine social sono seguitissime e fatte veramente bene. Prima lei faceva parte della lista degli amici blogger che non conoscevo. Ma ora, con un colpo di coda (visto che ce lo ripromettevamo da tempo), è passata autorevolmente in Piedi dal Vivo!  Natutalmente sto parlando della carissima Monica Nardella, conosciutissima come Turista di Mestiere che dà anche il nome al suo blog!

Monica e io

Avere Monica e Tore qui a cena da noi è stato bellissimo! Tore è simpaticissimo e Monica è una persona splendida. La sua cultura su viaggi e turismo è immensa, e abbiamo chiacchierato tantissimo insieme sia di viaggi, sia di tante altre cose come il reciproco amore per Napoli, la pizza la pastiera e i suoi panorami, o come il fatto che mi piace tanto passare per Gaeta, da cui loro provengono, e mi piacciono tanto le famose olive di Itri, che sta appunto vicino a Gaeta, tanto che quando gliel'ho detto Monica si è rammaricata perché avrebbe voluto portarcele :-). Il tempo è volato talmente veloce, che alla fine ci sentivamo tutti in credito!  E adesso che il LA è stato dato, speriamo di ripetere :-) Grazie di cuore Monichina per essere stata con noi, hai visto, alla fine ce l'abbiamo fatta! :-)

domenica 19 novembre 2017

E un altro Premio Bertoli è andato

Il titolo di questo post non è casuale! Sono sicuro che, fra coloro che lo leggeranno, in molti faranno la mia stessa associazione di idee :-) Fra un po' se ne capirà la ragione!

Quello di sabato scorso, 11 novembre, è stato il mio terzo premio Bertoli su cinque, il primo tre anni fa nel 2014 a Sassuolo, la città natale di Pierangelo, poi ne ho saltato uno nel 2015, e gli ultimi due li abbiamo vissuti a Modena nel 2016 e quest'anno, dentro il bellissimo Teatro Storchi che una settimana fa traboccava di calore umano e anche di arte, come si vede da quest'immagine, in cui mentre aspettavamo l'inizio della serata ammiravo la bellissima volta del teatro, che ha ospitato quella che sarebbe stata una serata indimenticabile.

Volta Teatro Storchi Modena

Per me e Maria è cominciato con un'emozione davvero fortissima! Quella di riabbracciare Luca Bonaffini, a cui voglio molto bene, dopo tanti anni. Nella foto che segue lo vedete parlare del suo ultimo libro, Eterni secondi, con Andrea Barbi, grande mattatore della serata.

Andrea Barbi e Luca Bonaffini

Come dicevo prima, quest'anno il Premio Bertoli è stato sicuramente il più bello fra tutti i precedenti, il più emozionante, con musica e parole di altissima qualità fra i cantautori emergenti, fra cui ha trionfato il ragazzo tarantino Salvario, ma abbiamo apprezzato anche tutti gli altri, io in particolare i due ragazzi napoletani che sono Livio Livrea e Pierpaolo Iermano, che hanno sfoderato una carica incredibile. A questo si aggiungono scelte davvero azzeccatissime anche per i "big" vincitori dei quattro premi tradizionali, Simone Cristicchi, Zen Circus, i Tazenda e infine...qui si capisce il titolo, Francesco Guccini ha vinto il Premio Pierangeo Bertoli alla carriera. Ovviamente lui non ha cantato, ma ci ha pensato il nostro Alberto Bertoli a fare una carrellata di alcune delle canzoni del Guccio, prima che Guccini iniziasse come sempre a dispensare battute su battute. Tutto davvero molto emozionante. Sarebbe da vedere assolutamente il video di Alberto che lo interpreta, spero che venga messo presto su YouTube. Attualmente è disponibile su Facebook, nel gruppo A muso duro. Bellissime le parole di Bruna, dolcissima ma anche combattiva moglie di Pierangelo, quando ha dato il premio a Guccini, che ha ricordato di come "questo signore" ci abbia rappresentato pienamente un po' tutti in "quegli anni"!

Guccini con Bruna Pattacini

Chiudo questo post con una persona, silente ma non tanto!  Si tratta di Marco Dieci, storico maestro sempre a fianco di Pierangelo Bertoli! E' stato un grande sotto tutti i punti di vista! Il titolo di maestro gli si cuce perfettamente addosso. Tuttofare sul palco, non solo musicalmente, ma anche con il suo saper essere un vero mentor per tutti i ragazzi che si sono susseguiti con i suoi consigli e il suo carisma. Se la serata è stata straordinaria, una grossa fetta della sua riuscita la si deve a Marco!


Marco Dieci, foto presa dal suo profilo Facebook

Questo bellissimo fine settimana poi non poteva concludersi meglio! Il giorno dopo c'è stato il pranzo con tutti gli amici del fan club Bertoli, che ci ha scaldato letteralmente il cuore. Avevo scritto questo post su quello di tre anni fa, che fu solo l'inizio. Di quest'anno non scriverò nulla, semplicemente dico che l'affetto di alcuni amici, vecchi e nuovi, è stato incredibile e soprattutto inaspettato. Nel gruppo A muso duro ci sono tante bellissime immagini di quei momenti, grazie a tutti per averle postate. Ne aggiungo una, scattata a me, Maria e Nino da Federica D'Adamo (grazie Federica).


Nino, io e Maria

Una cosa è certa, l'anno prossimo ci saremo ancora!
Nico


PS. Grande Silvio Sconza, che era anche lui al pranzo di domenica e da cui ho ricevuto un abbraccio talmente affettuoso che mi ha lasciato senza parole! Grazie Silvio! Ha pubblicato lui il video di Alberto Bertoli che con una grinta pazzesca ha fatto quella carrellata di alcune canzoni del Guccio di cui vi parlavo prima. Quindi è inevitabile aggiungerla qui, anche a posteriori! Grande Alberto!

  Alberto Bertoli fa un bellissimo medley di Guccini

sabato 21 ottobre 2017

Lotta, dolcezza e ultimi...ovvero Gianmaria Testa

Dentro la tasca di un qualunque mattino
dentro la tasca ti nasconderei
e con la mano che non veda nessuno
e con la mano ti accarezzerei
e con la mano che non veda nessuno
con questa mano ti saluterei.

Gianmaria Testa - Dentro la tasca di un qualunque mattino

Eccolo, io l'ho conosciuto così Gianmaria Testa, con questa canzone che definire capolavoro di dolcezza, amore, umiltà e tenerezza è dir poco! L'ho conosciuto purtroppo solo qualche anno fa, e so benissimo di essermi perso molto negli anni 90, non immaginate quanto avrei desiderato averlo conosciuto prima. Ma anche da poco prima che mancasse e soprattutto dopo di recupero ne ho fatto, e pure tanto devo dire! Infatti una cosa che mi dice sempre Maria, che come sapete è la donna che mi sta accanto da quindici meravigliosi anni, è il fatto che preferirebbe avere sullo stereo della macchina una raccolta mista delle nostre canzoni, quelle dei cantautori, con la sola eccezione di Stefano Rosso, di cui a lei piace anche sentire più canzoni consecutivamente. Io fino a un po' di anni fa, soprattutto quando abitavo a Milano, amavo mettere in macchina tutti gli album di uno stesso cantautore, il mio Claudio Lolli per esempio, o gli altri miei miti come Pierangelo Bertoli, Francesco Guccini, Fabrizio De André, Stefano Rosso appunto, Rino Gaetano, Angelo Branduardi, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, e ce ne sono altri da nominare...ma era tanto che non lo facevo più, seguendo il consiglio saggio di mia moglie :-)

Avevo in mente da tanto di parlarvi di quello che ha rappresentato per me Gianmaria Testa, e se mi sono deciso a farlo devo ringraziare soprattutto una mia amica, che in silenzio si è letta tanti miei post su questo blog, senza chiedere nulla in cambio, ma rendendomi molto felice proprio per la naturalezza e la spontaneità di questa cosa inaspettata, e per questo anche più bella.

Scoprire Gianmaria è stato un fulmine per me, un amore a prima vista, non sto a dirvi lo scombussolamento che ha rappresentato nella mia testa e nel mio cuore!  Non c'è stato niente da fare, mi sono scaricato tutti gli mp3 in attesa di comprare il cofanetto con tutti i suoi album, e ne ho fatto un CD che appena messo in macchina vi è rimasto per mesi e mesi, a dispetto dei consigli di Maria, senza che io riuscissi mai a cambiarlo! Il suo parlare di lavoro (per esempio di chi viene licenziato - Cordiali saluti), di lotta ("sono arrivati che faceva giorno uomini e donne all'altopiano...e hanno lasciato quello che non c'era fra la discarica e la ferrovia" - Seminatori di grano), di solidarietà ("io ogni mattina quando parto lascio aperta la porta se qualcuno verrà" - Polvere di gesso), di ultimi ed emarginati (il bimbo preso in giro perché non parla la lingua del paese in cui è stato portato - Ritals), il suo meraviglioso descrivere quello che lo circonda ("certe nostre sere hanno un colore che non sapresti dire, sospese fra l'azzurro e l'amaranto, vibrano di un rittmo lento" - Come le onde del mare), il suo parlare di amore...osservare la persona che si ama, è con questa canzone che voglio proseguire con questo post, appunto "Maria" (guarda caso)...una bellissima descrizione di ciò che si osserva della propria donna e di quanto sia importante starle accanto, proprio come me con Maria.

Maria ha due occhi che parlano per lei
mi guarda e mi dice che non va
se fosse proprio vero non so cosa darei
per rubarle tutto il tempo che non ha...

Gianmaria Testa - Maria

Anche il suo modo di parlare di ultimi è stupendo, lo fa con affetto e dolcezza, come per esempio quando parla come dicevo prima di emarginati e razzismo, del bimbo preso in giro perché non parla la lingua del paese in cui è stato portato in Ritals. Mi ha colpito molto questa canzone, i genitori che per necessità devono andare in Francia e si preoccupano di evitare traumi al loro bambino che, non parlando bene il francese, viene definito ritals.

E una lingua da disimparare
e un'altra da imparare in fretta
prima della bicicletta
lo sapevamo anche noi.

Gianmaria Testa - Ritals

Lo stesso odio contemporaneo di cui parla spesso Lolli.

Gianmaria è stato un cantautore completo, senza peli sulla lingua, e non si può non volergli bene. Sarebbe troppo lungo raccontare tutte quante le sensazioni che mi ha permesso di provare. Posso solo dire una cosa, bisogna trovarcisi con la sua musica e le sue parole per poter provare tutto questo, che spero davvero di cuore di essere riuscito a trasmettervi.

Un abbraccio
Nico