Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




martedì 16 settembre 2008

Stefano per me


Ciao Stefano! In questa immagine siamo dove ho ascoltato il mio primo concerto di Stefano Rosso, al Lettere Caffè, dove lui spesso ultimamente suonava. Poi grazie al mio amico Federico ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, con la sua voce sempre inconfondibile e la sua dolcezza incredibile.
Come penso per molti, quando Maria mi ha telefonato per dirmelo non ci volevo credere. Cavoli, lo avevo sentito spesso ultimamente nella mia raccolta di mp3 che ho in macchina. Già, Maria... e la prima cosa che mi accomuna con lui è proprio una data... e il 7 di dicembre stavo là, è nato un fiocco azzurro sul portone... anche Maria il 7 di dicembre di 20 anni dopo stava là, con il fiocco rosa sul portone. Per questo Compleanno è una delle canzoni che io e Maria abbiamo scelto in modo naturale come appartenente al nostro bagaglio principale. E' bella, è dolce, Stefano ci culla con le sue parole e ci accompagna in tanti momenti di sconforto. Ma non solo questa canzone. A me personalmente piace molto "Per male che gli vada", "Quello che mi resta", che fra l'altro ha un titolo identico a una canzone del mio Claudio Lolli, ma diciamo un po' tutto quell'album. Poi ci piace molto quella "Lettera a un pulcino" citata da Red, e sempre di quel disco "La rosa e il gabbiano", che associa la piccola storia di persone semplici a una melodia spettacolare secondo me. E' stato molto bello condividere con tutti questo splendido personaggio, in particolare condividerlo con Maria adesso e con Annalisa e con Gianni in passato.
Stefano Rosso me lo ha fatto conoscere Peppino, un mio vecchio compagno di scuola e amico, compagno di banco al primo anno di superiori, che amichevolmente tutti chiamavamo Pipino. Con Pipino abbiamo condiviso tanto, dalle interrogazioni, alle partite di basket e pallavolo giocate dappertutto, anche al campetto del Seminario Regionale di Chieti, dove entravamo sia col permesso dei preti, sia scavalcando senza permesso. E abbiamo condiviso tanta musica. E' stato Pipino che mi ha fatto conoscere a metà anni '70 anni sia Stefano Rosso e sia Rino Gaetano. Mi registrò un bel fullimmersion dei due album di Stefano che andavano allora, Una storia disonesta e E allora senti cosa fo, e di Aida e Mio fratello è figlio unico! Fu un colpo pazzesco per me. Non sto a dire quanto rovinai quelle cassette C60! Sono stato legato a Pipino per tutto il liceo, amavo il fatto che lui fosse una persona semplice proveniente da famiglia semplice. Poi dopo la scuola ci staccammo, anche se ci sentivamo ogni tanto, fino a quando ebbi la notizia della fine del povero Pipino. Aveva fatto l'autostop sulla strada che porta da Chieti a Chieti Scalo, e il tipo che gli aveva dato un passaggio si è schiantato. Ogni volta che ripenso a questa sfiga mi viene un groppo alla gola.
Sono tanti altri i ricordi che mi legano a Stefano. Ma penso di aver già detto abbastanza.
Un abbraccio amico mio!
Nico

Stefano Rosso, Roma 7 dicembre 1948-Roma 15 settembre 2008

giovedì 11 settembre 2008

Oggi


Non voglio sminuire quanto è successo alle torri gemelle (non ne avrei comunque bisogno, visto che ci pensano abbondantemente i media a non farlo) e soprattutto a chi si trovava dentro, ma non posso non dire che mi rompe da morire il fatto che questa tragedia sia successa proprio l'11 settembre. Non doveva affatto succedere, ma se è successo perché proprio questa data accidenti! Perché?

Prima c'era qualuno nei media o nei giornali che ricordava l'11 settembre come doveva essere ricordata, ora invece questa data è stata "rubata" comptetamente. E del brutale golpe cileno non ne parla quasi più nessuno ormai.

Non mi piace questa cosa, mi fa ribollire il fegato. Tutte le menzogne dette su quel golpe, soprattutto su Salvator Allende, i coinvolgimenti di potenti negati alla verità, le persone cacciate o costrette all'esilio (grazie agli Inti Illimani, anche per essere venuti qui da noi) o praticamente eliminate come Victor Jara, la resistenza della dolcissima Violeta Parra fatta con splendide parole. Tutto questo non ci viene più detto, è tutto diventato qualcosa che alimenta il vagone di notizie nascoste, che restano sotto silenzio.


Dentro di noi però, dentro i cuori di chi ascolta gli Inti Illimani da sempre o di chi continua a cercare tutte le notizie possibili su Jara, questa data rimarrà sempre scolpita nella memoria.
Nico

Salvator Allende, Valparaiso 26/06/1908-Santiago 11/09/1973