Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




lunedì 2 febbraio 2015

I fazzoletti di papà

E' un po' che non parlo di mio padre, non è stato facile accettare la sua scomparsa per diversi anni, e quello che scrissi nel mio post subito dopo la sua morte ha contribuito per fortuna a rendere quest'assenza meno priva di significato, forse perché dentro di me non è un'assenza. Io vivo di tutto quello che mi ha insegnato, non ultimo il fatto di sbattermene se non sono gli altri a cercarmi e lo debbo fare sempre io, e anche Maria in questo è come me. Forse è per questo che papà la chiamava affettuosamente Mariuccia :-)


C'è anche un'altra cosa che è stata una manna per accettare meglio il fatto di non ricevere più la sua telefonata domenicale, di non avere più i suoi auguri di compleanno la sera prima, di non poterlo più portare con me durante qualcuno dei miei viaggi di lavoro, di non vederlo chiamare tutte le persone a cui voleva bene senza aspettarsi di essere ricambiato. Ve la racconto in un minuto. Qualche mese prima che lui se ne andasse ho fatto una cosa fondamentale per poter essere fiero di me stesso, una grossa iniezione di autostima. Lui era abituato ad andare a Messina a trovare sua sorella, alla quale telefonava tutti i giorni alle 7:40 di mattina, e i suoi cari, almeno tre volte l'anno, per le feste comandate più qualche settimana in estate.

Zia Maria e papà

Da quando arrivarono i primi sintomi della SLA, circa un paio d'anni prima, lui non riuscì più a fare questo viaggio, e ne soffrì particolarmente, lo si capiva da ogni suo discorso e ogni suo riferimento alla zia Maria, sua sorella. E così per Pasqua prenotai il volo Roma-Catania e ritorno, chiesi assistenza per lui in aeroporto, noleggiai una macchina a Catania, prenotai un agriturismo per me e lui e lo portai tutti i giorni da sua sorella e dai parenti. Anche se si vergognava a farsi vedere così, la felicità nell'aver potuto ancora fare questa cosa superò ogni indugio. Furono 5 giorni difficili, sia per me che per lui, ma secondo voi avrei mai potuto perdonarmi di non avercelo portato? Una cosa bella è che esiste ancora nel mio disco fisso la directory "Viaggio con papà", con tutti i documenti del viaggio...e questo post mi è venuto in mente sia perché ho appena rivisto questa cartella, come faccio di tanto in tanto...

...sia soprattutto perché ho appena tirato fuori dalla tasca un fazzoletto.

Uno dei fazzoletti di mio padre

Confesso che questa è una mia mania pazzesca, non ci posso fare niente, ma mi piace tanto :-)  A lui non piacevano i fazzoletti di carta, anche se forse è vero che sono più igienici, e non piacciono nemmeno a me :-) Mia madre mi ha dato i suoi fazzoletti qualche anno fa, sapeva che io ci tenevo, e tuttora non riesco a separarmene. Guai se durante ogni mio viaggio, sia di lavoro che di piacere, in aereo, in macchina o in treno, io non abbia in tasca un suo fazzoletto. Sarei capace di tornare indietro a casa a prenderlo anche se sono già a metà strada da casa all'aeroporto per esempio. Non lo so, è come se in qualche modo lui mi proteggesse!