Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




giovedì 4 ottobre 2018

Lucia, io e La besa

Mi va di dedicare un post alla mia cara amica e compagna di scuola Lucia Vaccarella a cui voglio molto bene, e mi va di farlo spendendo qualche parola sull'ultimo suo bellissimo libro La besa, che mi ha tenuto compagnia durante molti dei miei continui viaggi in giro per l'Europa.

La besa, Lucia Vaccarella

Non mi basta mandare una recensione, voglio scrivere qualcosa anche qui, in questo luogo che sento un po' casa mia, una casa in cui, come disse Gianmaria Testa in Polvere di gesso, anche io "lascio aperta la mia porta se qualcuno verrà". Ormai lo sapete tutti che questo blog si chiama Basket, chitarra e matematica... ebbene sì, questo libro racchiude in pieno almeno chitarra e matematica, secondo e terzo petalo del trifoglio, e forse anche quello che il basket (primo petalo) ha rappresentato per me, ovvero una mia identità ben radicata del mio passato :-)

Cominciamo con il secondo petalo del trifoglio, la chitarra...e quindi con un altro cantautore che come sapete fa parte del mio bagaglio culturale.

La casa sul confine dei ricordi
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l'anima che hai!
(da Radici - F. Guccini)

 Radici, Francesco Guccini

Credo che non potesse venirmi in mente strofa più azzeccata per descrivere in due parole l’impatto forte che questo libro straordinario di Lucia ha avuto dentro di me, settimana dopo settimana, durante i momenti tutti miei, lontano dagli impegni lavorativi, che mi sono concesso per gustarlo, matematicamente. E non a caso questi versi sono tratti dalla canzone che sta in quello che probabilmente è l'album di Guccini che preferisco, a cui dà il titolo, e che forse più rappresenta il forte attaccamento alle sue origini e alla sua terra dell’Appennino tosco-emiliano di un personaggio come Francesco Guccini. Esattamente come Lucia, che con una scrittura semplice e nello stesso tempo straordinariamente ricca di dettagli ci trasporta attraverso il suo Abruzzo e la sua Chieti, condividendo le vicissitudini della sua famiglia, del loro vivere i propri sentimenti, i propri dolori, la propria terra, la propria identità.

Passiamo al terzo petalo del trifoglio. Come dicevo io ho una lettura matematica, che dedica più riflessione a ogni periodo che viene letto, e proprio da matematico mi va di paragonare questo libro a un reticolo, in cui le storie si intrecciano in continuazione più volte per poi riallacciarsi sempre.

Reticolo matematico

Quello che si nota sono le miriadi di legami costanti, personaggi che si intrecciano, che ritornano, pensieri che sembravano dimenticati una volta letti ma che riaffiorano sempre in maniera dirompente facendoti venire subito voglia di cercare e andare a rileggere. E non sono solo le storie a intrecciarsi, ma anche i sentimenti! Mentre leggi ti accorgi che anche tristezza, felicità, malattia e morte si intrecciano, così come gli anni che passano, lasciando dentro un senso di smarrimento a volte, che Lucia riesce a tramutare immediatamente in commozione. Sì, come Radici è la canzone giusta, il reticolo è la figura matematica che più secondo me identifica “La besa”. Lettura matematica, appunto!

Ho amato molto l’approccio usato da Lucia per raccontare, per raccontarsi, parlando alla propria figlia, cosa che fa pensare che questi racconti siano avvenuti dal vivo esattamente come li abbiamo letti.

La besa: Madre e figlia

Bello e commovente il modo in cui passa con naturalezza dalla vita alla morte e viceversa. E il tutto senza dimenticare anche quella parte delle radici carsiche di sua figlia che non coincidono con le sue, ma che sono diventate sue in maniera spontanea, come la proprietà transitiva, secondo la quale se A appartiene a B e B appartiene a C, allora A appartiene a C. Ricordo che, quando sono arrivato al capitolo intitolato “Due tigri”, ho capito perché Bruno Nacci ha voluto citarlo nella sua presentazione, che ovviamente mi sono riletto subito dopo.

L’idea che mi sono fatto è che “La besa” sia proprio questo, il fatto che ci siano valori talmente radicati nella nostra anima e nel nostro cuore, talmente nostri, che diventa assolutamente impensabile scacciarli via, sono parte di noi, e proprio per questo sono qualcosa che non potremmo mai tradire.

Non posso che ringraziare Lucia per l'opportunità che ci ha dato di leggere questo libro...mi sarebbe piaciuto averlo in formato e-book, il mio amico blogger Nicola Pezzoli, nonché grande scrittore secondo me, lo sa. Un matematico informatico come me preferisce sempre un e-book per la sua lettura matematica fatta di reticoli che vanno avanti, tornano indietro e rivanno avanti ancora una volta senza fermarsi :-) Però me lo sono gustato lo stesso in pieno, e ho scelto sempre il luogo più adatto, cosa anche questa che Nicola sa bene, ovvero il treno o l'aereo, luoghi in cui io passo una grossa fetta del mio tempo ormai da anni!

Io e Lucia

Ma ringrazio Lucia anche della sua amicizia costante, di avere sempre un pensiero affettuoso per il suo Nico e in questa foto, scattataci dal nostro comune amico Paolo durante un'incontro di compagni di scuola, c'è tutta l'essenza di un sentimento di amicizia che, per fortuna, non è cambiato nel tempo!