Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




martedì 11 dicembre 2012

Guccio Scriba

Il tanto atteso disco di Guccini è finalmente uscito, e io l'ho già divorato sul lettore della mia macchina!  Con Maria ci siano fatti un Pomezia-Napoli da paura, 4 ore e mezzo sotto l'acqua e in mezzo al traffico, contro le due e mezzo al massimo che normalmente ce ne vogliono, e il CD è andato ben 4 volte, tanto è vero che la povera Maria a un certo punto se ne esce dicendo "Ma pensiamo di sentircelo per intero altre 4 volte?" :-)

L'ultimo album, sì proprio l'ultimo, si chiama L'ultima Thule, un titolo che Guccini ha dichiarato di aver già pensato parecchi anni fa per il suo ultimo disco, e dal Guccini attuale non ci si poteva certo aspettare il capolavoro, magari altamente politicizzato come penso in molti abbiano sperato, nonostante i due pezzi Su in collina (storia partigiana) e Quel giorno di aprile (ricordo personale di "quel" 25 aprile) potevano farlo credere. Io sono partito con la consapevolezza che il suo meglio Guccio lo aveva già dato da tempo. E ho fatto bene, infatti proprio per questo l'album mi piace tutto :) Soprattutto perché è sicuramente di più di quello che mi aspettavo! Inoltre mi è piaciuta molto la decisione, che gli fa onore, di non fare più concerti e quindi di non sfruttare la situazione per far soldi. I suoi concerti erano una leggenda, e andarci è sempre stata un'emozione...ma ora preferisco molto di più di non assistere ad alcun concerto, visto che la decisione è stata dettata dalla consapevolezza che quando un tempo è passato, è passato! Mi piacciono parecchio L'ultima volta, classica canzone tipicamente gucciniana, che ti prende immediatamente, seguita dalla bellissima Quel giorno d'aprile.

Ma...perché Guccio Scriba? Ebbene sì, in questo disco secondo me c'è un legame forte fra Guccini e il mio amico Nick Pezzoli! Questo legame è rappresentato da una canzone, che secondo me si cuce perfettamente su Nicola!

Gli artisti - da L'ultima Thule (Francesco Guccini)

Nella canzone ci sono parecchie parole che mi ricordano Nick.  Me lo ricordano per questa sua tenacia di voler fare quello in cui crede, quello che gli riesce di più.  Insomma, di voler essere un artista, senza pretese di voler toccare tutti, ma con la certezza di potere e di sapere dare.  Ci pensavo nel bellissimo weekend che abbiamo passato insieme qualche settimana fa giù da me e Maria, notavo la forte propensione dello zione a osservare, facendo suo tutto quello che vede e ritrasmettendotelo con una grossa capacità ma anche con una enorme dose di umiltà.


E un libro così bello e ricco di tutto ciò che parte da innumerevoli osservazioni che diventano ironia e dolcezza fra storia e fantasia, non poteva che uscire dalla testa e dal cuore di Nicola!  Sei un vero artista Nick, è innegabile! :) E spero davvero che tu torni presto a trovarci!

venerdì 9 novembre 2012

Dejavu a Stoccolma

Sto viaggiando per l'Europa da settembre, saltando da un aereo all'altro fra Montpellier, Bruxelles, Parigi, Londra, Amsterdam, e in questa settimana mi ritrovo nel freddo della Scandinavia! Ho visto Helsinki per la prima volta in vita mia, e il suo sapore magico è stato un po' offuscato dal freddo tremendo, dalla pioggia e dalla neve. Sono però riuscito a fare una passeggiata, vedendo il centro tenuto benissimo e la cattedrale.

Helsinki - Una delle strade del centro

E' però a Stoccolma che ho provato le emozioni maggiori! Ci ero già stato due volte per un paio di mesi oltre 20 anni fa, e mi ricordo che allora me ne innamorai subito, acqua e canali dappertutto, e girarla sia in macchina che a piedi mi ricordo mi faceva sentire bene. Per questo, nonostante la mancanza di Maria, ero contento di tornarci. Ma non immaginavo di vivere emozioni simili. Già dal primo momento, viaggiando dall'aeroporto fino all'hotel, mi tornavano man mano alla memoria immagini visive che diventavano momento dopo momento sempre più nitide...era soltanto l'inizio di questo crescendo di sensazioni.  Il giorno dopo, ovvero ieri, durante la presentazione che ho fatto a un convegno, fra il pubblico c'era una donna che mi ha sorriso nel momento in cui il mio sguardo, che durante la presentazione andava a destra e a sinistra verso ciascuna persona del pubblico, si posò su di lei. Me la ricordavo molto bene questa persona, ma inizialmente non ci ho prestato molta attenzione. Poi è venuta a salutarmi e mi ha abbracciato dicendomi "Ciao Nico!"...e lì l'emozione è aumentata perché ho riconosciuto la voce...ero certissimo di aver avuto a che fare con lei più di 20 anni fa per lavoro...ma non tutto era ancora preciso, e le sensazioni non erano ancora finite. Ho fatto la sera una passeggiata nel centro di Stoccolma (Gamla Stan, la città vecchia) andando poi verso la stazione...le emozioni aumentavano, man mano che camminavo mi ricordavo i luoghi, i cinema dove andavo soprattutto il sabato e la domenica a vedere film in inglese con sottotitoli in svedese... mi sono ricordato Midnight run, con De Niro, uscito qualche mese dopo nelle sale italiane col titolo Prima di mezzanotte. E mi è tornato in mente Hans, il collega con cui ci ero stato.

Pippi Calzelunghe in un negozio a Gamla Stan a Stoccolma

Poi stamattina... andando a far visita a un cliente, prima passiamo per la strada che facevo sempre per andare al lavoro nell'isoletta di Lidingö, visto che era proprio in una traversa di quella strada che abitavo...e dal cliente ho ritrovato anche la mia ex collega vista ieri, che alla fine mi ha lasciato la sua mail di lavoro ricordandomi anche come si chiama...è stato lì che il deja-vu finale si è concretizzato! In quel momento mi sono ricordato benissimo tutto, del lavoro che facemmo insieme io, lei e altri 4 colleghi, del fatto che il suo nome compariva sempre nelle mail di lavoro, relative ad affinare i risultati di quel progetto, che ci scambiammo dopo il mio rientro in Italia. Ma soprattutto mi sono ricordato dell'affetto che ricevetti da quei ragazzi straordinari durante la mia permanenza e del giorno prima del mio rientro in Italia, in cui hanno portato dei pasticcini per salutarmi, non senza un po' di tristezza, regalandomi un CD con i successi degli Abba e una videocassetta, appunto, di Pippi Calzelunge in svedese (Pippi Långstrump).

Bellissimo tutto, davvero...ma ora però ho solo voglia di tornare domani da Maria :) Buonanotte!

lunedì 24 settembre 2012

La storia di Micuccio

Avevo promesso ad alcuni di voi che ci sarebbe stato un seguito al post di giugno dopo l'ennesimo rientro dagli Stati Uniti. In quel post dicevo che la storia legata a questa famiglia Chillemi meritava un post a parte. Post che, a fronte di questa promessa che qualcuno mi ha anche risollecitato facendomi particolarmente piacere, mi sono deciso a scrivere. Tutti sanno che io mi chiamo Chillemi di cognome! Ebbene, la storia che sto per raccontare riguarda un incontro che ho avuto nell'estate del 1992, quello con un'altra famiglia Chillemi che abita negli Stati Uniti, incontro che ha segnato nella mia vita una svolta direi decisiva, come scrivevo alla cara Milena qualche giorno fa! Prima di raccontarla, però, vorrei riportare un pezzo che ho scritto dopo quasi un anno dal quel mio primo ritorno da New York (ora siamo a quota 24) e, quindi, dopo aver conosciuto questa splendida famiglia e aver avuto modo di rifrequentarla almeno un  altro paio di volte qui in Italia.

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Qualche giorno fa, a Chieti, sono andato a salutare mia madre e abbiamo cominciato a parlare di diverse cose, e io come al solito ho dovuto fare una fatica incredibile per riuscire a stare dietro ai suoi discorsi, che erano sempre i soliti. A un certo punto si parlava delle difficolta' di vivere in Italia oggigiorno, e in un attimo ci siamo trovati a parlare degli Stati Uniti e del fatto che in me hanno provocato un'attrazione che non esiterei a definire quasi incredibile, soprattutto tenuto conto del mio grandissimo scetticismo nei confronti di questo paese, che era radicato in me, fino a prima di mettervi piede, in un modo assurdo, tanto da rifiutarne ogni cosa. Sicuramente mi ero molto lasciato condizionare dalle mie idee politiche fondamentalmente di sinistra, e per questo non riuscivo ad accettare gran parte di cio' che riguardava l'America, a cominciare dalle decisioni di Reagan, con le quali io probabilmente identificavo tutti gli USA. Certamente anche oggi tante situazioni politiche, per me assurde, rimangono, ma come dicevo a mia madre mi sono dovuto ricredere su diversi punti, o meglio, semplicemente ho scoperto che tante cose bisogna invece toccarle con mano prima di poterle apprezzare.

Non sono subito riuscito a spiegarmi il grande amore per gli Stati Uniti, che mi ha colpito in un modo quasi violento, fin dai primi giorni in cui ero li'.  E' stato per me un qualcosa che mi aveva sbalordito perche' senza dubbio inatteso, visti anche i precedenti, ma che non potevo negare essere davvero di un piacevole assurdo. Tuttavia non sapevo bene che cosa fosse esattamente, non capivo il perche' in questo anno spesso mi sono ritrovato a pensare di volermi trasferire li', nonostante tutte le difficolta' politiche e di pensiero, fra cui non ultima il fatto che si tratta di un paese in cui vige la pena di morte, cosa che io non accettero' mai, soprattutto pensando a quanti innocenti probabilmente sono stati ammazzati ufficialmente a causa di questa orribile legge, e non rende certo tranquilli pensare che cio' potrebbe succedere anche a te, vivendo li'.  Era pero' innegabile il fatto che non mi ero mai sentito solo li', anche se fisicamente lo ero, la serenita' che mi dava il fatto di trovarmi li' non era una cosa da poco. Prendere la macchina e girare mi dava una gran sensazione di liberta' e nello stesso tempo di appagamento, una cosa che riusciva anche a scacciare tutto quello che di negativo c'e' nella solitudine.

Ma era parlare con le persone che mi gratificava piu' di ogni cosa, facendomi vivere bene anche i momenti di solitudine. Non mi sono mai reso conto veramente di quale fosse il motivo, fino a che l'altra volta, parlando con mia madre, e' venuto fuori quale sia il vero succo di queste mie considerazioni.  La conclusione non poteva essere che una, e cioe' il modo che le persone li' hanno di rapportarsi con gli altri, l'approccio completamente opposto su cui loro basano i rapporti umani rispetto a quello che invece c'e' generalmente in Italia, dove la prima cosa che senti e' la diffidenza, e tu devi dimostrare che ci si puo' fidare di te prima di essere accettato.  Per gli americani non e' cosi'.  Loro hanno subito fiducia in te, e solo dopo, se tu sul serio non te la meriti, ma devi averla in un modo o nell'altro proprio fatta grossa, questa fiducia viene meno. Se invece si conferma in loro questa fiducia iniziale, cosa che per altro avviene automaticamente, senza nessun tipo di sforzo da parte di nessuno, allora e' sicuro che non ti lasceranno mai piu', e tu non hai dovuto far altro che essere te stesso per meritarlo. Anche io sento di essere cosi' e di voler rimanere cosi'.
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Ecco, si trattava del mio primo viaggio negli Stati Uniti e, da quello che si può leggere, si capisce come si possono mettere decisamente in discussione certi preconcetti semplicemente entrando a contatto con le persone, che poi sono sempre quelle che ci condizionano nella vita di tutti i giorni e sono quelle su cui, secondo me, va impostata la propria vita.

Fra queste persone, di cui parlavo nel pezzo del 1993 che ho inserito sopra, c'è questa famiglia, che si chiama come me e abita a White Plains, una città a circa 80 chilometri a nord di New York.  Voglio raccontare tutto per filo e per segno, chiedo scusa per la lunghezza, ma accorciare sarebbe raccontare una storia monca.

Mi trovavo in ufficio a Poughkeepsie, un piccolo centro come sapete in riva all'Hudson, a circa due ore a nord di New York, e stavo lavorando naturalmente al computer. Era più o meno l'inizio di agosto del 1992.  Sapevo che in ufficio in Italia stavano cambiando le centraline telefoniche, e i miei colleghi statunitensi continuavano a chiedermi il mio numero di telefono in Italia... naturalmente io sapevo quello vecchio (lo ricordo ancora), e per sapere il nuovo dovevo per forza collegarmi con la directory online della mia azienda e vedere quale fosse questo nuovo numero. Per qualche giorno questa directory non fu disponibile. Arrivammo al 10 di agosto, o giù di lì, e alla mia ennesima richiesta, come per incanto, comparve la directory... ma... ehi ehi, che succede, non ero io l'unico Chillemi in azienda? Beh sì, ma in Italia! E allora? Semplice, avevo sbagliato directory, e anziché entrare in quella italiana ero entrato in quella comprendente tutto il mondo, e per questo, oltre a me, c'erano altri due Chillemi di cui ignoravo completamente l'esistenza!  Uno aveva sede di lavoro mi pare ad Atlanta, e non l'ho mai conosciuto, l'altra invece si chiamava Marietta e la sua sede di lavoro era Purchase, un paesino alle porte di White Plains (mi sa che si comincia a intuire qualcosina). Ho ripensato a queste due persone per quasi mezza giornata, fino a quando, poco prima di tornare al residence, mi decido e scrivo una mail a entrambi, dicendo che io ero italiano e mi trovavo a Poughkeepsie, raccontando di questa casualità e chiedendo loro di farsi sentire se ne avessero avuto voglia. Il primo non rispose mai. La mattina dopo  sento un trillo al mio telefono...era Marietta, che aveva appena letto la mail ed era riuscita a risalire al mio interno telefonico. Mi racconta un po' della sua famiglia, mi dice che il suo fratello maggiore si chiama Domenico Chillemi e che il suo secondo fratello si chiama Michele Chillemi, proprio come me e mio fratello (esattamente i nostri due nonni, materno e paterno, avevano lo stesso nome), e dopo qualche risata di stupore e di allegria mi dice che i suoi genitori erano in Sicilia per le vacanze e che sarebbero tornati alla fine di agosto. Mi dà quindi il suo numero di telefono dell'ufficio e mi dice di richiamarla dopo pranzo. Nel frattempo lei chiamò i suoi genitori in Sicilia raccontando loro tutto. Sembra che un sesto senso abbia detto ai suoi genitori, Pietro e Nina, che qualcosa di bello sarebbe successa a breve. Li ringrazierò sempre di tutto il bene che mi hanno voluto e che, tuttora, lui mi vuole...lei non c'è più da anni purtroppo, e mi manca in modo assurdo! Non lo so...sta di fatto che, quando richiamai Marietta dopo pranzo, lei mi disse che i suoi genitori erano "very excited" da questa cosa che era successa e volevano assolutamente che io andassi a cena da loro non appena sarebbero tornati dalla Sicilia. Da quel giorno io e Marietta ci sentimmo un paio di volte, e puntualmente, all'inizio di settembre, arrivò la sua telefonata in cui mi disse: "Non ti sei mica dimenticato che DEVI venire a cena qui? I miei genitori non parlano d'altro da quando sono rientrati!" Questa cosa mi sembrava molto strana, ma nello stesso tempo mi mise addosso qualcosa di bellissimo, straordinario, che in questo momento non saprei descrivere bene a parole! Qualcuno desiderava ardentemente conoscermi! E la cosa eccitava molto anche me, che altre volte avevo vissuto la voglia assurda di conoscere una persona, e stavolta stava capitando proprio a me...ero io la persona che loro volevano a tutti i costi conoscere.

Prima di andare avanti riporto un altro pezzettino che ho scritto parecchi anni fa a una mia amica, per far capire che cosa intendo dire con "voler conoscere ardentemente una persona".

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Quando ero al liceo, come spesso accade (quella che sto per dirti e' una cosa che rimpiango molto) ci si trovava per suonare la chitarra e cantare, e anche io ero fra quelli che suonavano e cantavano.  Io ero nella sezione A, e nella B c'era un ragazzo, che si chiamava Antonello Iaccarino, che suonava la chitarra in un modo dolcissimo, e suonava tutte le canzoni che piacevano a me (Guccini e De André in particolare) alla perfezione. Io però non lo conoscevo di persona, e questo a volte mi dispiaceva moltissimo. Poi un giorno me lo hanno presentato e siamo andati la sera stessa a suonare insieme. Non ti dico quanto mi abbia fatto piacere averlo conosciuto. Ecco, la conclusione di questa storia che ti ho raccontato è per dirti che ancora oggi, dopo circa 20 anni, questa rimane una delle cose più belle che mi sia mai capitata ai tempi del liceo, anche se si tratta di una cosa molto semplice.
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Continuo con il racconto.

Fu così che, in preda all'entusiasmo, accettai, pur sapendo che con la mia timidezza avrei rischiato una figura di merda per il fatto che, se non mi fossi trovato a mio agio, probabilmente non avrei spiccicato una parola (non fu così, per fortuna...non dico che parlai molto, ma sicuramente mi trovai subito a mio agio). Marietta mi disse "Vieni stasera?" e io "Addirittura? Facciamo almeno domani!" E così mi spiegò la strada, e alle 5 del pomeriggio del giorno dopo mi misi in macchina e, dopo aver comprato una piantina per Nina, partii per White Plains, quasi un'ora a sud di Poughkeepsie. Ero molto preoccupato della mia timidezza, ma nello stesso tempo sentivo dentro di me che andarci sarebbe significato qualcosa per me. Sbagliai strada! :) Ovvio, no? Soprattutto per me, che una delle maggiori qualità che possiedo è sicuramente il senso dell'orientamento! Qualcosa voleva dire! E quando sbagli strada negli Stati Uniti, dove tutte le strade sono espresse con la combinazione "Numero-Punto Cardinale" diventa veramente un casino ritrovare la via giusta. Dopo quasi un'ora riuscii a trovare la direzione e arrivai a casa loro verso le 7. Visto che lì si cena alle 6 e mezzo, erano tutti fuori ad aspettarmi! Comprese altre due famiglie, loro parenti, che avrebbero cenato con noi! Che figura! Scendo dalla macchina un po' costernato e incrocio subito lo sguardo di una ragazza un po' sovrappeso, ma con un viso bellissimo e due occhi celesti da far spavento e lei incrocia il mio in maniera molto particolare (poi racconterò il motivo). Era Marietta, che ha 8 anni meno di me. Quando arrivai, baci e abbracci di tutti (ed era la prima volta che ci stavamo vedendo!) con un'accoglienza talmente calorosa, dolce, spontanea, che ogni disagio si è dissolto in pochissimi secondi! C'era di tutto per la cena e tutti cibi siciliani (io che non mangiavo roba italiana da circa un mese), arancini di riso, parmigiana, melanzane sulla pasta e tante altre cose, qualcosa di incredibile! Mentre si cenava ci facevamo a vicenda domande sulle nostre rispettive famiglie, in modo da trovare qualche legame possibile nella zona di Messina! Non lo abbiamo trovato, ma sta di fatto che il mio colore degli occhi, piuttosto raro (verde con contorno castano), è lo stesso colore degli occhi di Pietrino (lo chiamano tutti così affettuosamente)! E' stata una serata indimenticabile. Da quella sera loro mi avrebbero voluto a cena tutti i giorni, e poiché non era possibile per via del lavoro e dell'ora di macchina necessaria a raggiungere casa loro, tornai lì una volta alla settimana più il sabato e la domenica per tutto il mese di settembre, dormendo a casa loro! Mi hanno portato dovunque, anche al casinò di Atlantic City che si trova a ben tre ore di distanza! E' stato così che ho cancellato dalla mia testa Daniela, una siciliana di cui mi ero innamorato perdutamente e che non voleva saperne di me. Quando tornai in Italia mi resi conto che qualcosa di molto forte era cambiato! La mia esistenza si era arricchita di persone straordinarie, che hanno davvero dato una svolta alla mia vita!

Da allora non ci siamo più persi, e ancora oggi il rapporto con loro, oggi con mio cugino (ci chiamiamo così ormai, anche se lui ha già 82 anni) e i suoi figli, è molto intenso (quasi ogni anno vado a casa loro a White Plains per 2 o 3 giorni insieme a Maria, e quando loro vengono in Sicilia andiamo sempre a trovarli anche lì).  E anche loro infatti, dopo quella volta, spesso venivano in Italia anche a Natale e Pasqua per vedermi (oltre che per andare in Sicilia) ho passato con loro anche un capodanno nei primi anni 90. Abbiamo vissuto insieme momenti bellissimi, ma anche tristissimi, come la morte della povera Nina nell'agosto del 1997 (e questo resterà certamente uno dei più grandi dolori della mia vita...come dimostra il fatto che non sono andato al funerale...come non sono andato a quello del mio amico Gianni...oggi per fortuna questa cosa l'ho superata). Perché il bene che questa donna mi ha voluto non si puo' descrivere assolutamente con nessuna delle parole presenti sul vocabolario.

Ora basta con le tristezze. Era rimasto in sospeso il motivo dello sguardo fra me e Marietta. E' un motivo buffo! Infatti Marietta, dalla mia voce che aveva sentito al telefono, molto profonda e bassa, si era figurata un uomo di mezza età, sui 55 anni (che nemmeno adesso ho ancora dopo 20 anni eheh), con i capelli brizzolati (quelli ora ci sono), insomma una persona matura, e lei che allora aveva 24 anni naturalmente già vedeva questo rapporto diretto fra me e i suoi genitori, vedeva che sarei diventato il classico amico dei genitori. In effetti così è stato, ma in un modo un po' diverso. Quando mi vide, ebbe quasi un sussulto, perché non avrebbe mai sospettato che, in realtà, di anni ne avessi 32 (e pensò anche che fossi un bel ragazzo, come poi mi disse dopo qualche tempo). Questa cosa fu molto buffa, perché poi diventammo molto amici anche io e lei, ci continuammo a scrivere e facendoci anche molte confidenze, anche intime. Fu buffa perché io continuai a prenderla in giro dicendole "Tu pensavi che io fossi fat and ugly" e lei mi rispondeva "Don't tease me, non pensavo che eri grasso e brutto, semplicemente che eri più vecchio della tua età", e ridevamo tanto per questo motivo.

Maria e io eravamo gli unici al tavolo della famiglia
al matrimonio dell'anno scorso dell'ultima figlia di Pietrino e Nina 

Ma...che c'entra Micuccio? Beh, Micuccio è come mi hanno sempre chiamato, fin dal primo minuto, Nina e Pietrino. Ecco perché ci sono affezionato.

martedì 28 agosto 2012

Passaggi in "Piedi dal vivo"

Questo è il 100° post di questo blog! Il centesimo, nientemeno, potevo mai credere che ci sarei arrivato? Ma quando mai, soprattutto per la velocità con cui in rete passano certi tipi di esperienze, che cominciano, arrivano al culmine e poi inevitabilmente finiscono, come è successo anni fa con le liste e i newsgroup dedicati a De Andrè e a Guccini. Anche se, per fortuna, talvolta le amicizie che queste esperienze hanno generato restano, cosa inevitabile se ci si vuole veramente bene. Così come restano le cose che hai scritto e che hai letto. E invece qui sono già passati quattro anni da quel giorno di inizio agosto in cui spiegai perché basket, chitarra e matematica.  E il bello è che dopo 4 anni non ho nessuna intenzione di smettere, nonostante le mie apparizioni più sporadiche dovute a causa di forza maggiore.  Ma è importante il fatto che la voglia di esserci, quella voglia di condivisione che è sempre stata una mia caratteristica, non passi. :-)


Non sto comunque scrivendo questo post per festeggiare il bloggompleanno! :-)  Lo sto scrivendo perché il centesimo post non può che essere dedicato ancora una volta all'amicizia, una delle cose più importanti per me. E, visto che siamo qui in questo luogo, le amicizie in questione non possono che essere quelle che si sono create qui, e che come spesso lollianamente ho amato dire, hanno portato appunto al passaggio di alcuni di voi in Piedi dal vivo! Visto che, come scrisse Lolli, i miei amici io li ho chiamati piedi perché ero felice solo quando si partiva!  Provo quindi a ripercorrere velocemente questi passaggi! :-) Sembra come se assegnassi uno di quei famosi premi che si leggono spesso nei blog, a coloro che ho avuto il piacere di abbracciare per davvero!

Il primo passaggio è stato di Miciozza, che quando l'ho conosciuta si faceva chiamare Tonks! Eravamo ai castelli romani per una cena insieme, io e Maria con lei e il suo ragazzo, tutti e due simpaticissimi e ricordo che ci divertimmo parecchio. E poi basta leggere le freddure sul blog di Miciozza per capire con che genietto abbiamo a che fare :-)

Dopo quasi un anno c'è stato un altro illustre passaggio! Conoscere Zio Scriba (Nick) è stato straordinario! In uno dei miei viaggi di lavoro a Milano! Il mitico zione venne in treno a Milano da Gemonio (purtroppo sì, lo zione non è certamente in buona compagnia in quel paese in cui abita) e io lo andai a prendere alla stazione. Andammo alla mitica Trattoria Toscana da Aldo a Milano, che abbiamo visto rinascere dopo le disavventure. Non si possono raccontare tutte le risate che ci facemmo quella sera.  Il povero Luciano che era abituato a guardare dal basso in alto solo me, si ritrovò contemporaneamente due pezzi da uno e novanta e passa tutti insieme! Vi lascio immaginare i commenti! Quella sera doveva esserci anche il grande cineasta Robydick, che putroppo all'ultimo momento non riuscì a venire. Ma il suo passaggio in Piedi dal vivo non tardò molto. Solo qualche mese, e insieme allo zione furono risate su risate, fra cinema, politica, scherzi, vino e tanto altro, Lolli compreso, che ora Roby conosce bene grazie a me! :-))) Indimenticabile! Successivamente, in occasione di un'ennesima cena con lo zione e Roby, c'è stato un altro giovane passaggio, quello di Greg! Un ragazzo straordinario per la sua ironia!  E con Roby ho conosciuto un altro Roberto, uno dei disegnatori più bravi del Web, che conosceva Lolli senza il mio intervento!!! :-) So che con Nick e Roby ci saranno tante altre cene insieme :-)

Il passaggio successivo è avvenuto nella mia terra di nascita, l'Abruzzo (anche se nel mio cuore c'è forse di più la Sicilia, terra di mio padre). Ma amo comunque molte cose dell'Abruzzo, una terra verde e ricca di bellezze naturali. Fra le cose speciali di questo verde Abruzzo ce n'è una, che è stata il successivo illustre passaggio, quello di Maraptica (Sarah), una persona molto speciale, basta leggere quello che scrive per emozionarsi. Aver conosciuto Sarah nella sua Popoli è stato per me e la mia Mary, molto bello. Confrontarsi con una certa realtà giovanile è stata davvero una bella esperienza, e conoscere una ragazza come Sarah sicuramente migliorerebbe la vita di chiunque! Sarebbe stato bello essere veramente il suo papy!

Il passaggio più veloce della storia è stato quello successivo del mio Omonimo (Baol), ben 40 minuti all'aeroporto di Fiumicino. Ma sono bastati per capire l'affinità che abbiamo, non solo il nome (Domenico). Affinità che ha portato a un suo esercizio di stile, un bellissimo post dedicato a me! :) Ora l'intenzione è di farci una mangiata insieme al più presto, magari nella sua Puglia! O qui a Roma, se capita!

Il passaggio successivo in Piedi dal vivo è avvenuto ancora a Milano! Ross è una ragazza straordinaria, battagliera al massimo, impegnata politicamente nel modo giusto per me, uno di quei giovani che a me piacciono tanto e di cui abbiamo tanto bisogno! La sua lotta continua al fianco dei NO TAV è stata davvero una delle cose più belle che ho visto fare nella piattaforma blogger. Pensare che, nonostante i miei 19 anni a Milano, non conoscevo i gelati Grom! :)

E ora l'ultimo passaggio in Piedi dal vivo, avvenuto di recente, proprio in queste due settimane di vacanza! Un passaggio a cui tenevo particolarmente quello di Cristina, una ragazza siciliana per la quale mi sono sempre sentito come un padre da quando ci siamo scoperti. :) Adoro questa ragazza, la cui passione è la fotografia che lei sostiene, giustamente, essere la sua vita. Ed è brava veramente, sa cogliere i particolari come pochi altri, ma si trova in una realtà difficile come quella siciliana, dove c'è poco lavoro e lo sfruttamento è alle stelle. La cosa più bella è che lei non si dà per vinta! Non deve! Ha fotografato di tutto, ma secondo me il suo lavoro più bello è stato il reportage dedicato a Rossella Urru! Realizzato con l'aiuto di sua sorella, è stata una dimostrazione del suo impegno come fotografa che racconta attraverso i suoi scatti! La settimana scorsa eravamo io e Maria, con la nostra nipotina di cui qualcosa sapete già, e con Cristina e il suo Andrea, dolcissimi tutti e due, ci siamo presi una granita siciliana insieme a Villafranca. La granita era una delle peggiori mai mangiate in Sicilia, ma è stata ampiamente compensata dall'emozione che, sono sicuro, tutti e quattro abbiamo provato allo stesso modo!

Alla fine, come al solito, è venuto fuori un papiro! Ma ne è valsa la pena! Spero tanto che questi bellissimi passaggi si possano ampliare in futuro, sono esperienze da vivere in pieno e che lasciano il segno!

martedì 7 agosto 2012

Piccolo paesino lolliano per una sera

Siamo a Radicondoli in provincia di Siena, in un piccolo paesino abbastanza sperduto fra le colline della Val di Cecina.  Sperduto e, quindi, lolliano per antonomasia! Molto carino, piccolo piccolo, lo percorri da cima a fondo in 5 minuti, sembra un gioiellino.

Come sapete le mie estati hanno sempre avuto una caratteristica comune, il cui nome è Claudio Lolli. Per questo non potevo stare anche quest'anno senza vederlo. Ma stavolta il sapore è stato molto molto particolare. Non si poteva infatti perdere l'occasione per rivivere in pieno quegli zingari felici di una volta, con le stesse sonorità, con le stesse emozioni di un tempo. Infatti dopo più di 30 anni si ritrovano, insieme a Lolli e a Capodacqua, il chitarrista di quel disco che è Roberto Soldati e il sassofonista di allora, Danilo Tomasetta! Quando la mia amica Anna lo ha detto a me e Maria, subito si è messa in moto la voglia forte di esserci! Come si poteva evitare?

Ma...ma secondo voi è stato così semplice? Ma quando mai! Non ci si fa mancare nulla, i miei concerti di Lolli sono sempre stati caratterizzati da quella dose di difficoltà, con qualche microsfiga, che non guasta mai! :-) Il LA lo ha dato Anna, che alzandosi alle 5 il 4 mattina ha preso un treno da Cosenza a Roma, per poi andare tutti insieme a Radicondoli. Ma il punto è che il 5 agosto avremmo dovuto essere a Napoli! Facendo due conti, sono circa 300 chilometri da casa a Radicondoli, andando verso nord, mentre da casa a Napoli ne sono sempre circa 300 ma verso sud! E così sabato 4 agosto dopo pranzo si parte. A1 fino a Valdichiana, poi superstrada per Siena, superstrada per Grosseto e salita per Radicondoli! Alle 7 di sera circa eravamo lì...e gli splendidi 4 stavano provando! Non sto a raccontare le facce di Lolli e Capodacqua quando ci hanno visto!!! Lolli si è subito lasciato andare con una delle sue solite battute, dicendo ad Anna se ci stavamo facendo curare...a cui la mitica Anna, prontamente, risponde "In effetti Claudio abbiamo temporaneamente sospeso le pasticche che ci aveva prescritto lo psichiatra"! Bellissima!

Due chiacchiere al bar io, Maria e Anna con Lolli e "il suo gruppo" e verso le 9 e mezzo si inizia. Emozione enorme all'inizio, con "Viaggio" che è una delle canzoni che io e Maria più amiamo! Per anni non è stata in scaletta.


Viaggio

Ma il top è stato raggiunto con "Ho visto anche degli zingari felici" e con "Agosto"! Stesse sonorità di un tempo, quei fantastici quattro ci hanno regalato un'emozione enorme!


Ho visto anche degli zingari felici


Agosto

Chiude un dopo-concerto bellissimo, a cena tutti insieme. Nella foto che segue Lolli aveva appena fatto una delle sue solite battute...e si vede :-)

Nico ride a crepapelle all'ennesima battuta di Claudio

Ripartenza alle 2 e mezzo del mattino, stavolta discesa e poi superstrada per Grosseto, Via Aurelia e A12 da Civitavecchia a casa...3 ore e 45! Il tempo di un riposino e partenza per Napoli, dove arriviamo intorno alle 11! E...per chiudere con le microsfighe, i treni per la Calabria erano tutti pieni!!! Sicché la povera Anna ha dovuto prendere un regionale mettendoci circa 4 ore, quasi il doppio, sotto il caldo! Della serie, Lolli colpisce ancora, vero Annuzza? Ma, senza di lui, un weekend simile non lo avremmo mai vissuto!

venerdì 22 giugno 2012

Dolci misti da emigrati


La mia amica Sarah, con il suo simpaticissimo post misto abruzzese-romano, mi ha fatto venire in mente qualcosa del genere di altrettanto simpatico, ma un po' più in grande.  Come sappiamo nel dopoguerra l'emigrazione italiana verso gli Stati Uniti, il Canada e l'Argentina, ha toccato sicuramente dei picchi elevatissimi, e il fenomeno durato almeno una ventina d'anni toccava in genere intere famiglie, che a scaglioni nel giro di pochi anni decidevano di muoversi a cercar fortuna, lasciando l'Italia definitivamente.  Padri e madri, e successivamente zii, flgli e nipoti, se ne andavano, stabilendosi nel 9o% dei casi in una medesima area.  New York e dintorni sicuramente rappresenta una delle aree più gettonate.

Sono venuto in contatto con questa realtà due volte.

La prima senza rendermene conto, perché ero troppo piccolo.  Il cugino di mia mamma infatti, con sua moglie, si trasferì nei dintorni di New York quando avevo meno di 10 anni, e quello che mi ricordo è solo il fatto che la zia di mia mamma, sua madre, di tanto in tanto si spostava dall'Abruzzo a New York con la nave per andare a trovare suo figlio, probabilmente perché aveva paura di prendere l'"apparecchio".  Negli anni è poi rimasta questa figura per noi ragazzini, di questo cugino che stava in America!  In questo mese di giugno è successa una cosa molto bella.  Mia mamma non aveva mai viaggiato in aereo fuori dall'Italia.  E anche in Italia aveva volato solo una volta, da ragazzina.  Inoltre l'incidente gravissimo che ha avuto circa 5 anni fa, in cui è stata investita qui a Roma rischiando la vita in maniera tremenda, sicuramente rendeva difficile per lei la possibilità di viaggiare.  La riabilitazione è stata lunghissima, e tuttora è difficile per lei muoversi liberamente.  Ma ce l'ho fatta!  Sono riuscito a convincerla, dopo un paio d'anni di martellamenti, a farsi il passaporto.  E così a inizio giugno, in occasione del mio ennesimo viaggio di lavoro in riva all'Hudson, me la sono portata, facendole passare una settimana da questo suo cugino.  La scena che ho visto, sia quando è arrivata che quando ce ne siamo dovuti andare, è stata impagabile.  Rivedersi dopo tutti questi anni per loro è stato, come dice mia mamma, un tuffo nel passato, nei ricordi.  Fa bene alla salute, non ci sono dubbi!

La seconda volta invece è scaturita da un caso, che vi racconterò meglio la prossima volta (la storia merita un post a parte).  Si tratta di una famiglia Chillemi conosciuta per caso 20 anni fa, e dalla quale non mi sono più staccato.  E' stato per tanti anni un rapporto talmente saldo, che siamo riusciti a vederci sia lì che qui innumerevoli volte, molto di più rispetto a tanti parenti "veri" e vicini.  Questa famiglia ha il suo centro di raccolta (casa di mio cugino...ormai ci chiamiamo così) a White Plains, una città che si trova a un'ora a nord di New York.

Da dove nasce la cosa simpatica?  Dal fatto che il cugino di mia mamma e sua moglie sono di origine abruzzese, mentre mio cugino e la sua famiglia sono di origine siciliana.  E sicuramente i misti di parlata, americano-siciliano o americano-abruzzese, sono non solo dolci a pensarci, ma anche estremamente divertenti!  Ci sarebbero tantissimi esempi, qui ve ne faccio solo due, uno per cugino :)  Partiamo dal cugino di White Plains, che rivolto a sua figlia che preparava da mangiare e metteva sale nel piatto, per dirle che il sale era troppo disse: "It's enough chissu ddocu"!  Quando la racconto (compreso adesso) non posso fare a meno di ridere ogn volta.  Il secondo esempio riguarda la moglie del cugino di mia mamma, che raccontandoci la sparizione del fastidio all'orecchio dopo la cura ci ha detto: "Mi so pijat la medicin e se n'ha ijt lu 'nnoice a la recchia"!  Non male pure questa! :-)))

Non pensavo di finire questo post vista l'ora...chiudo semplicemente dicendo che Maria e io siamo stati molto felici del fatto che mia mamma sia riuscita a fare questo viaggio insperato, ma soprattutto del fatto che il mio martellamento abbia portato a questo splendido risultato!  Sono stato anche contento che lei abbia affrontato questo suo primo viaggio lungo e difficile con la giusta serenità.  Non è infatti facile, soprattutto nelle sue condizioni, farsi 10 ore di aereo e sopportare tutta la fase preparatoria, dal check-in all'imbarco.

lunedì 28 maggio 2012

Campagna! Non solo un terreno agricolo

Ma anche un cognome!  Un cognome a cui secondo me tutti dovremmo inchinarci, un cognome che è un simbolo, di onestà, di lotta, di giustizia.


All'indomani di un altro scempio del nostro stato, se così possiamo chiamarlo, ben rappresentato da questa foto e che vede tutti assolti per la strage di Brescia, nella mia testa risuona ancora più forte la tenacia e la voglia di giustizia di Pietro Campagna, fratello della povera Graziella uccisa dalla mafia per errore, capite, per errore, quasi 30 anni fa nelle...campagne messinesi.

Non ci dormii per diverse notti quando seppi di questa brutale storia diversi anni fa.  Devo ringraziare sicuramente la mia amica Cristina Insinga per avermi fatto venire la voglia di ricordare ancora, ancora una volta.  Mi ero scaricato qualche mese fa il film "La vita rubata", in cui Beppe Fiorello interpreta appunto Pietro Campagna, riproponendomi di vederlo quanto prima.  E Cristina mi ha fatto venire forte questa voglia di vederlo. Me l'ha fatta venire guardando a quello che sta facendo contro la mafia, ai suoi reportage che ben raccontano queste iniziative antimafia, all'impegno forte che ci sta mettendo.  Quindi grazie amica mia!


Il film rende molto l'idea di quello che è successo, dall'ingenuità della piccola Graziella a vergogne come la protezione di certi personaggi coperta da tutti, all'ipocrisia imperante a 360 gradi che esclude ben poche persone.  Ti lascia dentro un forte magone per tutto il tempo che è dovuto passare per avere una prima sentenza di condanna, che nemmeno ci sarebbe stata, e questo fa ancora più ribrezzo, se quest'uomo così coraggioso non avesse lottato anni e anni, assieme alla sua famiglia, per ottenerla.  Contro tutto e contro tutti.  Ma è anche un film che lascia pensare.  Tanto di cappello a un cognome così.

Tu Cristina, continua così, con il tuo impegno e il tuo entusiasmo, e grazie ancora per tutto quello che fai.

sabato 19 maggio 2012

Non è agosto, ma solo sul calendario



Troppa ipocrisia, troppa! Preferisco stare in silenzio, ringraziando però Riccardo per quello che ha scritto.

domenica 13 maggio 2012

Sto tornando

Ancora un po' di pazienza, sto per tornare a scassare i gabbasisi :) Intanto guardate un po' che roba!!!



Nel frattempo pure blogger ha cambiato faccia...mi sa di essere mancato un po' troppo da questo splendido luogo!

mercoledì 28 marzo 2012

Buon compleanno Claudio

Non è un buon momento ragazzi, spero presto di poter tornare attivamente in questo luogo così bello, che mi ha dato parecchie soddisfazioni e anche fatto conoscere persone speciali, è una promessa. Ma ho voluto lo stesso un attimo, prima di scappare ancora una volta, entrare per fare gli auguri al mio amico Lolli, che oggi compie 62 anni.

Nico, Andrea e Claudio - Torino 2001

Questa foto risale a circa 10 anni fa, eravamo io, il carissimo Andrea e Claudio, a cena dopo un bellissimo concerto a Torino. Auguri Claudio!

Un abbraccio a tutti

mercoledì 29 febbraio 2012

Lolli ha vinto 5 Oscar!


Questa canzone di Lolli ha ben 25 anni, Claudio l’ha scritta a metà degli anni 80 per poi inserirla nel 1988 all’interno del suo album Omonimo, del quale diversi anni fa feci anche una recensione. Proviamo un attimo ad ascoltarla...e nello stesso tempo pensiamo al film che ha da poco vinto 5 statuette nella notte degli Academy Awards di Los Angeles, The Artist. La canzone di Lolli sembra quasi la trama di questo film, scritta più di 25 anni prima. La conclusione non può essere che una: Claudio Lolli ha vinto 5 Oscar! :-)

Quest’ultima affermazione l’ho rubata a una mia cara amica...e proprio per questo colgo l’occasione per parlare un attimo ancora una volta di amicizia. Voglio molto bene a Samma e Paolo. Torinesi ma matti quanto un napoletano, compagni, amici, con loro ho condiviso parecchi momenti belli, spesso insieme a Maria, sia separatamente prima che diventassimo due coppie, sia dopo che lo siamo diventati. Con loro è facile passare in pochi secondi dalla rabbia più nera verso le stesse schifezze, come ad esempio la vergogna dei referendum sulla fecondazione assistita così influenzati dall’ingerenza del Vaticano, alle risate più matte, tipo quelle che si fecero vedendo un santantonio come me di oltre 1 e 90 dentro una 500 (rimasta storica) o quando Paolo, per riferirsi a Maria, la chiamò Nicona, facendoci schiattare dal ridere anche per i cicchetti che si beccò da Samma. Una grandissima intersezione fra noi, che si chiama Francesco Guccini!

Questo piccolo omaggio a Samma e Paolo non è casuale, nonostante a generarlo sia stata l'affermazione splendida su Lolli vincitore di Oscar. E’ frutto di condivisione, di affetto, di affinità.

Paolo e Samma con me

PS. E adesso...visto che l'ho ritrovata solo poco fa...aggiunta doverosa!!! :-)

Lolli e Samma

martedì 28 febbraio 2012

Le persone a cui stamattina penso di più

Rossella e Luca, vi aspettiamo!

sabato 18 febbraio 2012

72 anni fa

Quella data per me ha voluto dire molto. Per due motivazioni parallele, due vite iniziate proprio quel giorno. Sono motivazioni altrettanto belle, anche se completamente separate fra loro e senza nessunissima intersezione. Vorrei condividere qui con voi la prima delle due storie, almeno temporalmente, quella meno nota e che nella mia vita è cominciata prima, circa vent'anni dopo quella data.

Mia madre era la prima di 5 figli. Erano tre sorelle e due fratelli più piccoli. La terza sorella si chiamava Lalla, e mi voleva un bene che non si può descrivere a parole.


Quando ancora ero più piccolo di qualcosa o qualcuno


La mia infanzia, che non è stata delle più belle per tanti motivi che ho già raccontato, visse momenti belli anche grazie a questa zia, che fino al giorno in cui morì di infarto una quindicina di anni fa, continuò a dire a tutti che io ero il suo nipote preferito, contrariamente alla solita ipocrisia tuttora esistente e che vuole si debba dire per forza "per me sono tutti uguali". Ma quello che mi legò più a mia zia Lalla non fu solo il rapporto che aveva con me, non fu solo quel caffellatte col pane che mi preparava al mattino con affetto immenso, non furono solo quei baci che mi dava e che soprattutto io mi facevo dare senza protestare e tollerando anche quella eterna sigaretta in bocca che poco amavo e che ora mi ricorda l'altra delle due persone legate a questa data...furono la vita e l'infanzia triste che anche lei ebbe, molto più della mia. L'egocentrismo da primadonna di mia mamma, uniti alla prepotenza della loro seconda sorella e a quella terribile essenza piccolo borghese della città in cui vivevano, l'hanno segnata secondo me a tal punto da convincerla di non essere accettata da nessuno, inducendola a scappare di casa tante volte (e non vi dico la cittadina filo-fascista in cui vivevo come l'ha considerata), fino a quando non ebbi più notizie di lei per anni. Il suo stato di ultima mi affascinò sempre...si vede che ero di sinistra anche da bambino :) La ritrovai a Torino parecchi anni dopo, ero già laureato, e da lì non ci separammo più fino alla fine. Anche il suo ultimo viaggio fu un atto d'amore...pur sapendo che il suo cuore non stava benissimo, volle lo stesso farsi una salita ripidissima sotto la pioggia per andare a trovare in ospedale una persona a lei cara che non aveva nessuno...l'infarto la colpì per strada, dove cadde distrutta dalla fatica.

Qualche anno dopo la sua morte mi successe una cosa stranissima. Era sempre il 18 febbraio, e la mattina suonò qualcos'altro al posto della sveglia. Io avevo una vecchia segreteria telefonica, quella con le cassette piccole. La segreteria si accese di colpo, forse grazie a un mio movimento. Il nastro avanzò un po', si fermò e partì una voce che diceva "Ciao Nico, sono zia Lalla. Ti ricordi di venirmi a trovare che ti ho preparato una cosa che ti piace!"...mi prese un colpo, soprattutto dopo, quando matematicamente feci due conti. Era il 18 febbraio (suo compleanno), il nastro che non era posizionato si posizionò proprio all'inizio di un suo messaggio, la segreteria era spenta, ma si accese e partì giusto quel suo messaggio al posto della sveglia, uno delle decine di messaggi del passato inclusi in quel nastro. L'unica cosa normale in tutto questo era che quel messaggio di qualche anno prima in effetti io me lo ricordavo bene. Ci mancava solo che anche il messaggio fosse stato nuovo :-) La cosa che più mi è dispiaciuta è che se ne è andata da sola, e che la maggior parte delle persone che negli ultimi anni l'avevano amata e che lei ha amato le hanno voltato le spalle.

Ironia del destino, il mio incrocio con queste due persone che oggi avrebbero compiuto 72 anni è avvenuto in momenti completamente diversi della mia vita e mai contemporanei. E' infatti quando mia zia Lalla fece perdere le sue tracce che conobbi il mio Fabrizio De André, dal quale mi staccai qualche anno quando uscì Creuza...e proprio in quei pochissimi anni ritrovai mia zia, per perderla definitivamente prima dell'uscita de Le nuvole. Ritrovai sempre lo stesso amore per gli ultimi, la stessa eterna sigaretta in bocca, lo stesso affetto smisurato che mi fecero vivere forti emozioni direi in maniera costante in tutti gli anni che ho vissuto finora.

Buon compleanno zia Lalla, buon compleanno Faber!


Dedicata alla mia Maria

sabato 4 febbraio 2012

Mica esistono solo i pennelli

Questo video che ho scoperto grazie al mio ex collega e amico Max, grande tifoso della mitica Virtus Bologna Basket, è talmente bello che ho avuto voglia di condividerlo qui pure io.



Sono rimasto parecchio impressionato durante la visione dalla classe con cui questa ragazza a un certo punto si mette a palleggiare per dare al suo disegno quei particolari tocchi di cui aveva bisogno. Nemmeno io palleggiavo così bene :-) Ma tutto sommato ci può stare, visto che ero un pivot come il nostro zione (di cui ho voluto linkare uno dei suoi post secondo me più belli di sempre) durante i tempi di gloria in cui avevo il fisico :)

Non finirò mai di stupirmi dalle forme d'arte che sono possibili, e chissà quante altre restano nascoste perché nessuno pensa di condividerle.

venerdì 27 gennaio 2012

Pietre d'inciampo

A volte ci si lascia prendere dalla frenesia del lavoro e delle cose da fare, dimenticando per periodi di tempo troppo lunghi secondo me tante cose importanti che ci sono attorno. Dell'esistenza di una di queste ho scoperto stasera. E' proprio quando meno te lo aspetti che si arriva a provare, quasi senza rendersene conto, delle forti emozioni che sono ancora più inaspettate proprio per il fatto di aver colpevolmente messo da parte i pensieri. Da un po' di giorni ho ricominciato ad ascoltare alla radio due trasmissioni che mi piacevano tantissimo in passato, ma che ormai da anni avevo trascurato, probabilmente per orari non coincidenti. Ritrovare Il ruggito del coniglio la mattina e Caterpillar la sera è stato quasi un tornare indietro nel tempo, precisamente a quando abitavo a Milano alcuni anni fa, in cui spesso la mia radio in macchina era sintonizzata su Radio2. Ma da quando abito a Roma faccio orari ancora più assurdi, e gli orari non coincidono. Invece da qualche giorno mi sto riprendendo qualche ora per me, e quindi il caso ha voluto che beccassi Presta e Dose al mattino, i quali mi hanno subito ricordato anche dell'appuntamento del tardo pomeriggio! Ed è proprio a Caterpillar che oggi ho scoperto l'esistenza di queste pietre d'inciampo.

Foto tratta da questo blog. Questo è il post.

L'iniziativa è nata in Germania oltre 10 anni fa per ricordare con questi sampietrini ricoperti d'ottone i deportati dell'olocausto, ma anche deportati per altri motivi (perché omosessuali per esempio). Queste pietre vengono commissionate dai parenti dei deportati e in genere vengono piantate in strada o sui muri davanti alle case di queste sfortunate persone. Questo perché la deportazione avveniva proprio mentre la persona stava vivendo la propria vita di tutti i giorni, quindi generalmente a casa, mentre dormiva, mentre faceva colazione, mentre faceva l'amore. Qui da noi quest'iniziativa ha faticato a prendere piede, e non ci se ne può certo stupire, ed è iniziata proprio un anno fa nel giorno della memoria dell'anno scorso a Roma, anche se in un comune piemontese sembra fosse già stata presa in considerazione da qualche anno prima.

E dopo l'emozione provata mentre ascoltavo Caterpillar è subentrata la rabbia dovuta a notizie che ho scoperto in rete per poter scrivere questo post, delle quali quella che salta più all'occhio è la rimozione e il furto di due di queste pietre, appartenenti alle sorelle Spizzichino. Ancora oggi c'è gente che vergognosamente non accetta di ricordare.