Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




sabato 31 dicembre 2016

Come si scrivono le canzoni d'amore

In questi ultimi tempi una fissazione che ho da un po' di tempo si è intensificata, e cioè l'ascolto e la riscoperta delle canzoni d'amore. Ma detta così, direte voi, non sembrerebbe tanto una fissazione!  Lo diventa invece nel momento in cui continui a buttare un occhio a che quello che si ascolta oggi, a quello che soprattutto i poteri forti della discografia e dei media, con i loro talent show del piffero che hanno tantissimo di show ma assolutamente poco di talento, impongono di ascoltare. Ovvero canzoni d'amore, solo canzoni d'amore, che non dicono assolutamente nulla, diciamolo. "Muoio per te, addirittura brucio per te...ovvero mi prostituisco per te, non lasciarmi mai, ti voglio, ti cerco, mi vuoi, mi cerchi, mi fai male, ti faccio male, amore grande, penso solo a te" sono solo alcuni esempi...che poi anche con questi esempi qualcosa di decente si potrebbe scrivere. E da qui viene questa fissazione...su come si scrivono, secondo me, le canzoni d'amore!

Quando ho detto poco talento pensavo per esempio ai ragazzi del Volo...tanta voce e quindi tanto talento, ma per me assolutamente sprecato. Avranno vinto un certo festival di cui non ricordo il nome (Lolli qui insegna), ma le parole di quella canzone sono proprio prive di un qualsiasi elemento innovativo, cariche di banalità e da cui i ragazzi non traggono nessun tipo di insegnamento. Sicuramente la nostra Nellina saprebbe scrivere bene anche su questo tipo di musica, cogliendone anche i lati positivi, ma io non ne sono capace, per me con la musica si deve dire qualcosa, e come diceva De André quando non si ha più nulla da dire è meglio restarsene a casa.

Il primo vero brivido che mi ha portato a fare mio il titolo di questo post è stato quando, un paio di mesi fa, ho riascoltato questa canzone di Stefano Rosso intitolata Via della Scala (che non è la più conosciuta Letto 26 e che qualcuno conosce come Vado via). Quando l'ho risentita mi sono venuti i brividi a mille e la prima cosa che ho pensato è stata "Così si scrivono le canzoni d'amore cazzo, così!"



E' vero che la speranza è l'ultima a morire, ma non credo proprio che autori e interpreti, che sono appunto il prodotto degli attuali poteri forti di cui parlavo prima e che purtroppo dominano la scena, impareranno mai a scrivere così o a scegliere di cantare così. I temi sono spesso gli stessi di questa stupenda canzone di Stefano, ma c'è un abisso nel modo di raccontarli. Che imparino da lui!

Altri due esempi di come, sempre secondo me si scrive una canzone d'amore.

La classica Luci a San Siro di Vecchioni:



Mi ricordo che Guccini, prima di cantarla al Premio Tenco, disse "Maledizione, perché non l'ho scritta io!"

Il secondo esempio è dato dalla più recente e forte Ingenuo e romantico di Cristiano De André:



Ecco, così secondo me si scrivono le canzoni d'amore!

Un buon anno a tutti, e permettetemi di chiudere il post aggiungendo un'ultima canzone d'amore a cui sono molto, ma molto affezionato. Naturalmente è di Claudio Lolli!



giovedì 22 dicembre 2016

Non andare vai

Ho ritrovato la bozza di un post che avevo scritto tantissimi anni fa, in un momento particolare della mia vita in cui sentimentalmente ero abbastanza instabile. Ora le cose sono molto diverse e di tempo ne è passato, le insicurezze si sono mitigate parecchio anche grazie alla persona che mi è accanto ormai da quasi 15 anni, e la paura di parlare si è praticamente ridotta a un lumicino. Rileggerlo è stato quasi ripercorrere un itinerario interiore, camminare dentro sé stessi, emozionarsi sia per quello che si è provato, sia per la consapevolezza di quello che si è oggi. Il post ormai non esiste più in rete, e per questo mi va di condividerlo qui. Anche per ringraziare in un modo insolito la mia Maria di esserci.

Non andare vai, non restare, stai, non parlare, parlami di te. Quante volte abbiamo sentito nostre queste parole! Una paura fottuta di affrontare una persona, di sentirsi dire parole che temi... o forse che sai ti verranno dette... paura di non saper dire quelle parole che vorresti dire e soprattutto nel modo in cui le vuoi dire... paura di non far capire bene quello che hai dentro... paura che tante cose possano essere fraintese e possano farti perdere definitivamente una persona che fa parte della tua vita ("Tu non sai le domande, ma non risponderei per non strascinare parole in linguaggio d'azzardo") ...paura che ti dà l'istinto di non parlare. Vorresti che lei non parlasse, ti piacerebbe lasciarti trascinare solo dalle sensazioni ("non parlare, non dire più niente se vuoi, lascia farlo ai tuoi occhi e alle mani"). Ma, nello stesso tempo, voglia di sentirsi dire tutto, anche sapendo che molte cose potranno farci male, voglia di chiarezza, voglia di ascoltare e capire, voglia di far capire, di raccontarsi, di spiegare e, molto spesso, di spiegare a noi stessi attraverso la persona che hai davanti quelle poche parti di noi stessi che non ancora conosciamo nemmeno noi.  E' bello quando si riesce a superare tutte queste paure... no, non e' esatto, perché le paure restano sempre e bisogna conviverci. E' bello quando quella "voglia" di cui parlavo ha il sopravvento sulle "paure" e ci consente di riacquistare quella situazione di "parità" con l'altra persona, contrapposta allo stato di svantaggio o vantaggio che normalmente non è bello in nessun tipo di rapporto affettivo, che sia d'amore o di amicizia.  Restare e parlare di te... di noi... anche quando le circostanze non aiutano e il cuore batte forte ("eri bella lo so, e che bella che sei, dicon tanto un silenzio e uno sguardo"), alla fine è sempre la cosa più appagante. Guccini dice "non so dire se nasce un periodo o finisce, se dal cielo ora piove o non piove"... beh, dopo averlo fatto, dopo aver chiarito, dopo esserti confrontato con te stesso, ti senti veramente bene e pronto per ricominciare, perché sai che solo quello può essere un punto di ripartenza, sai che quello è un periodo che contemporaneamente finisce e nasce, e sei sicuro di entrambe le cose forse come non lo eri mai stato. E' come andare da Milano a Roma!  Se non si arriva prima a Firenze, a Roma non ci si arriverà mai!  E il viaggio da Firenze a Roma, quando riesci a farlo, è più bello e ti dà più serenità!  Ti credevi stupido, e ora ti piaci di più, ti stimi di più, e non è poco.  Ti rendi conto che hai tante cose dentro da dare, ma anche da ricevere!

Canzone delle domande consuete è una bellissima canzone di Guccini, che a me e Maria piace molto. Faceva parte della nostra prima colonna sonora, quella che ci ha fatto innamorare. Le domande che mi feci saranno state forse consuete, ma per me hanno significato molto, e non posso fare a meno di ringraziare ancora una volta Maria, ma anche quegli amici di allora, molti dei quali mi piacerebbe tanto rivedere, perché senza il loro affetto e la loro vicinanza, anche da lontano per qualcuno di loro, forse quel momento non lo avrei superato così presto e così bene.
 

domenica 11 dicembre 2016

Liceali e futuro

Volevo raccontarvi di un'esperienza appena vissuta, che definirei decisamente entusiasmante oltre che incredibilmente commovente.

Il mese scorso una cara amica, con cui siamo cresciuti insieme e che ora è professoressa in un liceo scientifico di Lanciano in provincia di Chieti, mi ha prospettato l'idea di fare due chiacchiere con i suoi studenti parlando loro della mia esperienza lavorativa e del loro futuro. Io, che ho sempre amato la scuola come professore, cosa che avrei voluto fare da grande, grazie agli insegnamenti di mio padre che ha vissuto la sua esistenza per la famiglia e per la scuola diventando uno dei professori più amati di sempre a Chieti, ho accettato volentieri di incontrare i suoi ragazzi.  L'idea di Emanuela poi con i giorni è cresciuta, e così ho ricevuto un invito ufficiale da parte della sua scuola come relatore a una conferenza che avrebbe ospitato non solo le classi di Emanuela, ma anche tutte le altre terze della scuola, il Liceo Scientifico Galilei di Lanciano, uno dei più frequentati in tutto l'Abruzzo.  Scoprii poi che il tutto è partito da alcuni miei video che si trovano con una semplice ricerca su Google, in cui ci sono alcuni miei interventi presso Università italiane e straniere e presso l'IBM Academy of Technology :)

E così martedì scorso, fra l'entusiasmo mio e di Emanuela, dopo aver lavorato anche di notte nei giorni precedenti per preparare del materiale che potesse essere gradito dai ragazzi, sono andato a Lanciano per fare questa conferenza.  Confesso che un po' di timore c'era, 16 anni è un'età di protesta, con la quale il gap generazionale è quasi sempre evidente.  Sarebbe stato difficile parlare e dimostrare di essere dalla loro parte, scendendo dal facile piedistallo in cui spesso si rischia di salire e su cui, sono certo, molti sono saliti in questo tipo di eventi.  Ma io sono fatto così, pur sapendo di avere l'età che ho amo parlare da pari a pari con i ragazzi, mi piace metterli subito a loro agio facendomi dare del tu come io faccio con loro.  Ma queste accortezze sarebbero piaciute ai ragazzi?  Gli altri professori avrebbero gradito?  Ho deciso quindi di non pensarci, e di entrare tranquillo nell'Auditorium predidposto per l'evento dalla BPER di Lanciano, da cui sono stato accolto in maniera impeccabile.  Fra l'altro BPER è da sempre un mio cliente, e a Modena con loro ho condiviso tantissimi successi.

Prima sorpresa...l'aula comincia a poco a poco a riempirsi, fino a raggiungere quasi la capienza massima!



L'emozione ormai era alle stelle! Per BPER ci ha accolto Linda Zulli, che ringrazio di cuore, mentre la responsabile della conferenza, Annamaria Mililli, mi ha presentato ai ragazzi spendendo per me parole molto belle e generose.  Dovevo solo iniziare.

Ho cominciato a parlare della mia passione per la matematica fin da piccolino, quando conoscevo le targhe delle macchine e i numeri di telefono di tutti i parenti e amici, poi ho raccontato della parentesi al Liceo Classico, in cui paradossalmente oltre alla matematica mi piacevano anche il greco e il latino, e di come fra pallacanestro e musica iniziava a nascere la mia triade, basket chitarra e matematica, che poi avrebbe dato il nome a questo blog.  Ho parlato dell'Università di Matematica, del libro di problemi di scacchi pronto per la pubblicazione, ma di cui prestai la bozza che non mi è mai più tornata indietro :-(  Poi, per introdurre un argomento caldo per il loro futuro, e cioè quello di annotarsi sempre tutto ciò che si fa, ho parlato degli scacchi e della modalità di annotazione delle mosse, e ho poi tirato fuori dal cilindro un bell'esempio, quello di come ai tempi dell'università imparai scientificamente come risolvere il cubo di Rubik.


Voglio raccontarlo anche qui :-)  Quando lo comprai, stetti giorni e giorni interi a cercare di risolverlo, ma più di una faccia non si riusciva a fare. Dopo diversi giorni che continuavo a girare e a girare (ci scrissi su anche una canzone, pensate come stavo messo eheheh), mi venne in mente una genialata.  Fra me e me mi dissi: "Ma poi se lo dovessi risolvere, cosa che succederà, sicuramente non mi ricorderò come ho fatto!!!" :-)  E così decisi di cominciare a scrivermi le mosse che facevo, un lavoraccio ve lo assicuro, anche per capire con che notazione scriverle.  Dopo diversi giorni lo risolsi e...mi studiai tutte le mosse che mi ero annotato, capendo da lì quali fossero le mosse chiave per la risoluzione.  E così diventò un gioco da ragazzi poi risolverlo.  I ragazzi stavano in silenzio, e mi accorsi che mi guardavano quasi tutti in faccia, in gran parte sorridendo.  Il messaggio credo sia stato recepito benissimo, ovvero annotare ciò che si fa nella vita lavorativa è fondamentale per la propria crescita professionale, qualsiasi tipo di lavoro si scelga o ci si trovi a dover fare.

Pensavo di finire in un'ora, io che sono sempre abbastanza veloce quando presento, e invece dopo un'ora e mezzo stavo ancora parlando, con i ragazzi sempre più interessati, come dimostra quello che hanno fatto alla fine e che poi vi dirò.  Ho parlato di quello che faccio in IBM, di professioni, di eminence e di un modo per misurarla facendo una ricerca di sé stessi su Google, di mentoring, di IBM Academy of Technology e di comunità tecniche di eccellenza, di Mainframe, di Batch e di Transazionale, di sistemi operativi, di Cognitive, di Social Media e di come diventa ogni giorno più importante per il proprio futuro farne un utilizzo mirato e importante, della lingua inglese e di quanto sia diventata fondamentale nel mondo in cui viviamo, di come l'IBM promuove e valorizza i giovani, e su quest'ultimo punto nella preparazione del materiale mi hanno aiutato due ragazzi giovani a cui voglio molto bene e di cui sono uno dei tutor, Silvia Peschiera e Paolo Malavolta.

Sono rimasto impressionato e appagato, i ragazzi hanno ascoltato la mia conferenza con interesse e maturità, e anche i professori più qualcuno di BPER credo siano rimasti contenti e soddisfatti. L'applauso finale, lungo e sentito, mi ha letteralmente commosso e mi ha ripagato di tutte le nottate precedenti.

Altre due cose volevo ricordare qui prima di chiudere, che ormai non ne potete più di questo post così lungo :-)  La prima è che, fra le tante domande che mi hanno fatto, c'è quella di un ragazzo che mi ha chiesto quali sono le maggiori soddisfazioni che si possono avere nel mondo lavorativo, e che quindi io ho avuto.  La risposta è stata semplice.  Gli ho detto che le maggiori soddisfazioni, più che il lavoro stesso, sono le persone con cui si lavora, il feeling che si riesce a instaurare, il loro affetto e il loro apprezzamento, il dare sé stessi.  Esattamente come quello che stava succedendo lì con loro in quell'aula.  La seconda cosa invece, che mi ha commosso e emozionato tantissimo, è stata quella dei saluti finali.  I ragazzi hanno cominciato a salire sul palco per salutarmi, facendo tutti la fila per farsi una foto o un selfie con me, regalandomi emozioni incredibili!  Non ci ero abituato!  Mi sembrava di essere Robert De Niro :-) Queste sono le vere soddisfazioni, ragazzi!  Un'esperienza indimenticabile. Grazie a tutti voi!

sabato 24 settembre 2016

Sviscerati in tutte le loro sfaccettature

Sopra l'oceano Atlantico, 24 settembre 2016

Sviscerati in tutte le loro sfaccettature :-) Nicola non può nemmeno immaginare quante risate, o forse dovrei dire sorrisi, mi si materializzano automaticamente da dentro tutte le volte che leggo questa frase, quasi senza accorgermene, mentre sono seduto al posto 29D del volo Alitalia AZ603 da New York a Roma con il mio iPad acceso con su l'ebook di Mailand acquistato prima di partire la settimana scorsa.


Pagina dopo pagina, parola dopo parola, mi sto appassionando a questa mia ennesima lettura ad alta quota...e ancora una volta devo ingraziare lo zione per questo, con la sua ironia, la sua dolcezza e la sua schiettezza. Altro capolavoro del mio amico questo "Mailand"!


Ci tenevo a scrivere questo brevissimo post in aereo, mentre vado avanti con la lettura e sono quasi arrivato alla fine in un batter d'occhio. Le descrizioni del Nick riescono a farti entrare dentro la storia, a farti vedere con i tuoi occhi i tre uffici, il bar, la pizzeria e la stanza, e perfino a farti appassionare al Risiko, anche se da ragazzo ci avrai giocato due o al massimo 3 volte. Del resto uno sfegatato detrattore di ogni tipo di guerra, anche nel caso dei giochi, lo sono sempre stato!

Bravo Nicola, ancora una volta! E di' la verità che è la prima recensione su Mailand che ricevi a lettura in corso e per giunta da un'altezza di quarantunomila piedi...ovvero circa dodicimila metri :-)

Nico

venerdì 5 agosto 2016

Quando è ora

La prima volta che ho sentito questa canzone di Maria Devigili ne sono rimasto letteralmente folgorato. Prima del grande piacere che ho provato nel conoscere Maria di persona. Le parole così incisive, così cariche di rabbia e che vanno dritte al problema, da allora mi tornano spesso alla mente. In questi giorni più che mai.



Spesso infatti, dai discorsi che faccio con le persone che mi stanno accanto, mi rendo conto che tutto quello che è successo e che continua a succedere, la mancanza di solidarietà, la voglia di avere sempre di più e sempre ad appannaggio di pochi, è in realtà quello che ci ha portato a questo punto.

Proprio oggi a tavola Maria, la mia Maria, quella compagna con cui condivido felice la mia vita, parlando con i suoi zii diceva appunto questo, che se le torte disponibili fossero veramente ad appannaggio di tutti, se ci si sapesse accontentare veramente tutti e ci fosse condivisione totale delle risorse, davvero non ci sarebbero né guerre né fame, se non andasse tutto agli sceicchi, ai politici, ai miliardari e soprattutto, frase che mi ha colpito, se queste persone mangiassero in piatti normali e non d'oro! Poi ci si chiede perché io amo così tanto questa donna!

Maria Devigili lo ha detto molto bene in questa canzone, sarebbe ora di accontentarsi...accontentati della bellezza che non è mai la stessa...ecco l'acqua quando serve, ecco il sole quando serve, soffia il vento quando serve, giunge il buio quando è ora.

sabato 30 aprile 2016

E io che l'ho fatta studiare a Detroit!

Non è di questa straordinaria scena che voglio parlare, ovvero di Johnny Stecchino che pronuncia questa frase quando, nei bagni dell'autogrill, capisce di essere stato tradito da Maria.

Ma, quando è iniziata questa estenuante avventura, quella è stata la prima cosa che ho pensato! Ridendo un po' amaramente, visto che è la prima volta che mi capita questa cosa.

Ero in aereo, in volo da Atlanta a Roma, quando a un certo punto si spengono tutti i video dell'aereo mentre stavo vedendo il bel film con Hugh Grant, in cui lui parte da scapolo incallito e si ritrova ad aver a che fare con questo ragazzino straordinario, Marcus. Esatto, si tratta proprio di About a boy.

Inizialmente il pilota dice che ha dovuto disattivare i video temporaneamente. Poi però, dopo circa un'ora (quindi erano già quasi 4 ore che volavamo), il pilota dice che si è rotto il sistema di rilevazione antifumo, e non se la sente di proseguire fino a Roma. Per questo ci dice che dobbiamo tornare negli Stati Uniti e che atterreremo a New York o a Detroit. Secondo voi qual era l'aeroporto più lontano? Appunto, Dertoit! Con la promessa che a Detroit avremmo trovato un aereo pronto per portarci a Roma alle 2 di notte. L'aereo c'era. Ma l'equipaggio no! E come non pensare a quella scena di Johnny Stecchino?

E così, fra le incazzature della gente, chi rivoleva i soldi indietro, chi voleva l'hotel in 10 minuti, chi voleva che si andasse a stanare un intero equipaggio a casa...beh, ho deciso di restare calmo quando ci hanno comunicato che l'aereo c'era, ma sarebbe partito alle 3 del pomeriggio.

E così, dopo avere aspettato quasi 3 ore nelle sedie vicino al fantomatico aereo, mi sono ritrovato senza hotel qui nel luogo rappresentato dalle foto qui sotto.




Siamo nella sala lounge della Delta, proprio all'aeroporto di Detroit. Mi sono fatto un paio d'ore di sonno sulla poltroncina dalle 5 e mezzo alle 8 meno un quarto circa, dopo di che mi sono preso il primo caffè e ho fatto una splendida colazione con latte e cereali. Ammetto che Candy Crash mi ha tenuto un po' di compagnia fino a quest'ora, insieme ovviamente a qualche telefonata a Maria, inclusa una videochiamata! :-) Meno male che c'è sempre lei a rassicurarmi e ad aiutarmi a prendere le cose con filosofia!

C'è da dire che il pilota ha fatto benissimo a tornare indietro! Quello che non è stato molto buono è la gestione delle emergenze. Visto che per rientrare a Detroit ci abbiamo messo circa 3 ore da quando il comandante ha deciso di fare marcia indietro, in 3 ore un equipaggio si poteva trovare benissimo.

E adesso sono le 11 e un quarto qui (in Italia sono già le 17:15) e delle 14 ore da trascorrere qui in aeroporto ne sono già passate un po', e ne mancano meno di quattro alla partenza. Sperando che non ci sia qualche altro inconveniente!

Come si suol dire caro Nico, c'è sempre una prima volta!

martedì 8 marzo 2016

Bologna è una vecchia signora

"Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po' molli, col seno sul piano padano e il culo sui colli"...così scrisse e poi cantò Francesco Guccini in tantissimi concerti.


Tornare a Bologna, anche se per lavoro a tempo pieno e senza poter vedere gli amici (altra canzone del Guccio), è sempre una forte emozione per me. Nonostante non sia più quella di una volta, quella cantata da Lolli e dai suoi zingari felici in Piazza Maggiore, ben lontana dal "renzianesimo" di oggi.

Però ci sono sempre tante cose che tornano alla mente quando vengo qui. Il sapore dei tortellini in brodo per esempio, quel brodo che solo qui sanno fare e di cui mi è rimasto in bocca il sapore, nonostante ieri sera un collega inglese abbia portato me e un altro collega italiano in un American Bar. Buoni anche i chicken wings, li prendo sempre negli Stati Uniti! Ma qui ci volevano i tortellini, non ci son discussioni! :-) Oppure, tornando a noi, torna alla mente quella Bologna con i caratteristici portici, lunghissimi, che dalla stazione portano in centro. Sono sicuramente il mio ricordo più antico, quello che mi rimase più impresso quando, da adolescente, ci venni per la prima volta, e anche da solo. Per non parlare di San Luca, quel santuario che quando lo vedi dall'autostrada ti fa dire "Fiuuu, siamo arrivati a Bologna".  Appunto, il culo sui colli.

Bologna è la città del mio Claudio Lolli, come dimenticarlo? Lolli che ha scritto anche quelle cose da non dimenticare, come la canzone "Agosto"!


Qui l'ha cantata in uno dei tanti suoi concerti a cui ho assistito! La canzone parla della strage del treno Italicus nel 1974. Così non si può dimenticare la strage di Bologna del 1980. Mio papà era su un treno proprio quando successe, ma lontano da Bologna. E poi quella del rapido 904. Bologna rappresenta il filo conduttore di tutte queste morti provocate dalla medesima matrice.

Bologna però è anche altro. Come dicevo è la vicinanza dei miei tanti amici emiliani e romagnoli, di mio cugino Mimmo e della sua famiglia, che fin da piccolo ricordo tramite la frase "Mimmo è a Bologna". Bologna è l'ispiratrice di una delle più belle canzoni che ho scritto, e che tengo sempre per me nel mio cuore.

Sì, è proprio così, Bologna è una vecchia signora! :-)
Nico

PS. Aggiunta di questa sera...e beh, come dicevo stamattina, ci volevano assolutamente :-)))


domenica 28 febbraio 2016

Una bellissima dedica

Qualche anno fa dedicai in maniera naturale a mia moglie Maria una bellissima canzone di Angelo Branduardi, che si intitola Per ogni matematico, e lo feci proprio qui sul blog. L'illogica logica del matematico era proprio quello che sentivo in quel momento e che continuo a sentire tuttora.

Non è cambiato nulla in questi sei anni, le emozioni sono sempre le stesse, sempre forti allo stesso modo. E lo sono state anche ieri sera presso una piccola enoteca di Roma, L'Acino che vola, dove si vivono durante la cena momenti di autentico calore gustando anche del buon vino insieme alle persone care.

Ogni tanto andiamo a sentire all'Acino due amici, Maurizio e Riccardo, che formano un duo chiamato Polistrumentando Mau e Ric, ormai collaudatissimo da diversi anni. Con Maurizio c'è un rapporto direi di fratellanza da oltre 15 anni sia con me che con maria, siamo politicamente molto affini e musicalmente i nostri gusti sono sempre stati sovrapponibili. Poi lui suona la chitarra, il mandolino, e qualsiasi strumento abbia delle corde, in maniera sublime. Abbiamo passato insieme tanti momenti, a casa nostra, sua o in giro per l'Italia, e lo abbiamo visto spesso suonare. E ora anche Riccardo ci ha conquistato. Anche lui suona di tutto! :-)

Li abbiamo visti insieme per la prima volta sempre all'Acino, e il loro repertorio di cover prevedeva De Andrè, Guccini, i Gang, Rosso, Bertoli, insieme a musica popolare, ma è sempre stato soprattutto Branduardi il più suonato. Visto questo, abbiamo chiesto loro in maniera scherzosa qualche anno fa di farci Per ogni matematico, e da quella volta forse ne avremmo parlato solo un'altra volta.

Qualche giorno fa, in occasione di un bel concerto tributo a De Andrè insieme a un altro amico cresciuto al Folkstudio di Roma, Massimiliano D'Ambrosio, Riccardo tira fuori di nuovo il discorso dicendo "Prima o poi ve la faremo la canzone". Quando Maurizio ce lo ha detto che l'avevano preparata, non ci volevamo credere!

E così ieri sera a un certo punto, a metà concerto, Maurizio e Riccardo ci guardano dicendo "Allora, a potemo fa'?" :-) E così è partito l'arpeggio, un susseguirsi di emozioni, dovuti anche al fatto che hanno curato ogni particolare di questa canzone, con bravura e professionalità. Creare il video, anche se molto casalingo, è stato immediato.

Polistrumentando Mau e Ric all'Acino che Vola

Bravissimi ragazzi, standing ovation! E un grazie di cuore per questa dedica sorpresa che non sto qui a dire quanto sia stata gradita a me e Maria! Solo un piccolo velo di tristezza per altri due amici che non sono potuti venire perché hanno chiamato quando ormai era tutto prenotato! Ma ci rifaremo, eccome!

Ci rivediamo presto, un abbraccio

venerdì 29 gennaio 2016

Un pomeriggio con Claudio Lolli

Lunedì scorso mi sono fatto un regalo, un bellissimo regalo, ma ancora più grande è stato il regalo che mi ha fatto lui, permettendomi di passare qualche ora insieme nonostante le sue purtroppo non buone condizioni di salute. Come scrissi tempo fa in questo post, lo considero a tutti gli effetti uno dei miei padri, un uomo che mi è sempre stato vicino con i suoi testi bellissimi e sempre schierati, con una musica che a me piace. Naturalmente sto parlando di Claudio Lolli. Non sta tanto bene purtroppo e non può stare tanto tempo in piedi, però la sua energia l'ho sentita di momento in momento! Quando gli ho chiesto se ci facevamo un selfie, ha sorriso pensando a questi nuovi termini tecnologici e con dolcezza mi ha detto "Molto volentieri caro! E non preoccuparti se mi vedi non in grandissima forma, puoi dirlo tranquillamente che non sto benissimo!" Davvero un grande!

Selfie con Lolli a casa sua

Un uomo che ha cominciato anche a volermi bene dal vivo da oltre 15 anni. Lo dimostra per esempio uno degli episodi che racconto sempre, successo dopo un viaggio rocambolesco con un mio caro amico da Milano a Recanati per sentire il suo ennesimo concerto. Ero fra il pubblico e lui, finita una canzone e prima di iniziare l'altra, disse a voce alta al suo chitarrista e amico fraterno Paolo Capodacqua: "Guarda, c'è Nico!" E Paolo, ovviamente, senza esitazione gli rispose: "Oh no, anche qui è venuto!". Il bene che voglio a quest'uomo non si può descrivere a parole, e molti di voi lo hanno imparato a conoscere attraverso le mie parole. Basta infatti fare una ricerca per "Lolli" nel blog e si ha la soluzione! :-)

Con questo post però voglio prima fare un regalino a una persona per il suo compleanno, che è domani! Esatto, è lui, lo conoscete tutti, il grande Nicola Pezzoli, detto Zio Scriba! Ho infatti fatto un bel regalo a Claudio :-)

Lolli con "Quattro soli a motore"

E' stato molto contento di riceverlo e ha detto che lo leggerà molto volentieri. Sarà sicuramente molto felice quando saprà di essere stato citato nelle prime pagine dell'ultimo lavoro di Nicola, ovvero "La campagna di Plaxxen"! Quindi che altro dire, buon compleannno Nicola! :-)

Il tempo passato insieme con lui a casa sua è stato incredibilmente tenero e piacevole, abbiamo parlato di tante cose e la sua cultura è talmente ampia che ti fa sentire piccolo piccolo. Si è parlato delle sue e delle mie letture, dei suoi amici che gli mancano, in particolare Paolo Capodacqua, dei suoi colleghi cantautori, di quelli che lui considera talenti emergenti fra cui Maria Devigili, che mi ha detto va a trovarlo spesso a casa e che grazie al post dell'amico blogger Diego l'Alligatore ho imparato anche io a conoscere e ad amare riuscendo a conoscerla di persona e a diventare suo amico, di Luca Bonaffini, di Alberto Bertoli. C'erano anche sua moglie Marina, che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere, e il suo secondogenito, un bellissimo ragazzo alto e biondo, che mi ha offerto il caffè e che...gioca a basket!!! :-)

E' passata una settimana...ma sto ancora vivendo della bellezza di quel pomeriggio.

Gli ho promesso di tornare a trovarlo ancora con Maria. Gli sono brillati gli occhi, e ha detto che ci aspetta con impazienza.

mercoledì 13 gennaio 2016

Politica e pentastellati

E' un po' che non parlo di politica. Ma perché questo? Perché sono ormai molto amareggiato da quello che è avvenuto in questi ultimi anni.


Mi ricordo quello che dicevo una volta ai miei amici, e cioè che bisogna andare a votare, altrimenti la diamo vinta a tizio o a caio, avendo in testa sempre una società più equa e giusta e ritenendo che ci fosse chi se lo poneva come obiettivo. Con amarezza invece sono dovuto arrivare anche io a non andare a votare. Come faccio, nessuno ormai mi rappresenta più fra le forze politiche italiche, a parte qualche persona purtroppo troppo singola e sola.

C'è anche una cosa molto grave a cui tutto l'ambaradan di questi ultimi anni ha portato, e cioè alla confluenza di tanta gente da destra, ma soprattutto da sinistra, in un movimento che per bocca del suo capo (che una volta mi era anche molto simpatico) pensa di mettere tutto a posto, di risolvere tutti i problemi...sì certo, tutti i problemi di bilancio delle realtà che gestiscono, in qualsiasi modo, a qualsiasi costo, che importa se questo implichi cittadini che perdono il posto di lavoro, o se si cerchi di recuperare crediti anche con l'inganno.

Della completa ignoranza e indifferenza del movimento nei confronti del welfare non serve dilungarsi secondo me, credo sia sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere. Voglio però raccontare un'episodio che mi è successo in questi giorni, e che mi ha convinto ancora di più che non c'è buona fede in tante azioni che si fanno per risistemare il bilancio.

Il comune in cui vivo è amministrato dai pentastellati, che già si sono fatti conoscere per essersi fatti belli con la risistemazione dei conti, senza però dire quanti hanno perso il lavoro comunale. Sono bravi tutti a risolvere i problemi di bilancio tramite licenziamenti, per giunta legalizzati.


Allora, ho ricevuto a casa un'ingiunzione di pagamento della tassa rifiuti del 2010. In cui l'approccio era ben chiaro nella parte principale dell'avviso, e cioè "NON HAI PAGATO, prendi il bollettino già maggiorato e paga, guai se non paghi te lo aumentiamo del 30%.". Poi in piccolo in terza pagina "se hai pagato porta all'ufficio tributi il bollettino pagato". Beh, almeno non è stato necessario il ricorso scritto, con raccomandata più ricevuta di ritorno, eccetera eccetera. Io, incazzandomi ma essendo possibilista, ho subito pensato "può succedere". E così ho recuperato l'hard disk, ho cercato il bollettino pagato, l'ho stampato e sono andato a consegnarlo. Beh, non ci crederete, ma c'erano almeno una trentina di persone all'ufficio tributi per lo stesso motivo. Uhm...com'è possibile che venga inviato un'avviso a tappeto a tutta questa gente che ha pagato? Certo, giustamente chi non ha pagato paga, ma ingiustamente chi non ha trovato il bollettino paga una seconda volta? Poi ho capito...il 2010 fu l'ultimo anno in cui il versamento andava fatto via bollettino postale, meno controllabile. Dagli anni successivi si è passato a MAV o F24, sicuramente più controllabile. E allora mi è lecito pensare che, vista l'enorme quantità di persone che questo bollettino lo hanno trovato e che, come me, hanno ricevuto l'avviso, ci sia stato dolo? Della serie "se non lo facciamo con il 2010 non lo facciamo più.

Non metto in dubbio che simili trucchetti possono essere applicati da qualsiasi amministrazione, ma certamente i primi ad applicarli sono proprio coloro che vogliono, anzi hanno bisogno, più degli altri farsi belli nel far vedere la propria efficienza per catturare il favore degli elettori.

giovedì 7 gennaio 2016

Che cosa cercano i ragazzi della notte

Ciao a tutti, ritorno con l'ennesima intenzione di ricominciare a scrivere, e lo faccio proprio agli inizi di gennaio, perché spero sia di buon auspicio! Lo so che più volte l'ho detto, molte di più ne ho avuto l'intenzione, ma poche volte negli ultimi due anni ho attuato questo proposito. Però non ho nessuna intenzione di farmi surclassare dalla pigrizia o dall'apatia, stati d'animo che ultimamente hanno cominciato a farmi paura per quello che rappresentano, ovvero l'età che avanza.

Luciano & Nico, alias Giuan

In passato spesso ho parlato della Trattoria Toscana da Aldo, che ora non c'è più purtroppo ma che ha rappresentato molto, per me prima e anche per Maria dopo, durante la mia permanenza di quasi 20 anni a Milano, cominciata da luglio del 1985 e conclusasi ad aprile del 2005. Ora abito a Torvaianica, vicino Roma, ma quegli anni ce li ho ancora stampati nella mia mente.

Ultimamente anche il grande Zio Scriba ha scritto un altro libro intitolato La campagna Plaxxen, di cui una parte è ispirata alla trattoria in questione, cedendo ancora una volta ai Social e decidendo di accettare la pubblicazione anche in formato e-book :-) Da me tempestivamente acquistato :-)

Alberto Luciano & Nico

Uno dei miei punti fermi è stata l'amicizia costruita negli anni da me e Maria con Luciano e Alberto, che c'erano sempre, in tutti i momenti belli e soprattutto in quelli neri che ho passato durante quegli anni prima di conoscere la donna che mi ha cambiato la vita.

La voglia di scrivere mi è tornata grazie alla mia amica Paola, che mi ha fatto ripensare a un post che secondo me rappresenta veramente quello che era Luciano e che io scrissi molti anni fa su un gruppo dedicato a Guccini.  Molti di quei post, compreso questo, sono spariti completamente dalla rete. Per questo, avendone ritrovata una copia nel mio hard disk, mi è venuto voglia di ripostarlo qui sul blog.

Il post aveva come titolo "Che cosa cercano i ragazzi della notte", ed era naturalmente ispirato da una bellissima canzone di Guccini, intitolata Le ragazze della notte! Lo riposto molto volentieri!

Buon anno a tutti, ciao
Nico

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CHE COSA CERCANO I RAGAZZI DELLA NOTTE
Trucco e toilette che si spampanano piano... già, i ragazzi della notte! Perché non esistono solo le donne che fanno questa vita... qualche sera fa ero da Aldo, il nostro carissimo Aldo nella cui trattoria, che lui ormai ama definire ritrovo ufficiale milanese (anche se si chiama Trattoria Toscana) dei gucciniani, tappezzata da simboli cheguevariani, cubani e ora ampliata con manifesti sul G8... dicevo, nella cui trattoria sabato saremo forse tanti quanti non lo siamo mai stati prima, rischiamo addirittura di toccare le 30 persone (qualcuno si chiederà come faremo ad entrarci)!  Ma Aldo non si è scomposto, e mi ha detto: "E che problema c'è, facciamo un ferro di cavallo!"
Ero entrato da Aldo perché era una serata no, mi aveva preso uno di quei momenti di solitudine che sono anche piuttosto rari in me, ma che quando arrivano diventa un casino riuscire a tirarsene fuori... e Aldo sicuramente non avrebbe risolto il mio stato d'animo di quel momento, ma senz'altro lo avrebbe modificato un po' in positivo, perché è una persona che riesce a farti sorridere con la sua semplicità e il suo modo di essere. Basti ricordare che mi chiama Giovanni (Giuanni... in milanese) e quando tempo fa Andrea osò dirgli "Non si chiama Giovanni", lui serafico rispose, con accento smaccatamente milanese "Lo so che si chiama Nico, ma non me ne frega un cazzo, per me è Giuanni!"... fra l'altro eravamo lì sabato sera, e lui ha ribadito che per lui io sono Giuanni perchè tanto, quando mi chiama così, io gli rispondo. :-)  Fra l'altro nemmeno lui si chiama Aldo, ma si chiama Luciano... e nemmeno a me frega un cazzo, per me è Aldo!  ehehe...  Allora, sono entrato... lui mi guarda, era un po' sudato (faceva caldo), ma senza porsi nessun problema mi fa un sorriso e mi abbraccia forte dicendomi "Giuanni, forse hai fame!"... quell'affetto così sincero che ho sentito nel suo abbraccio non me lo aspettavo, e forse per questo è stato ancora più dolce, ancora più unico. Mi fece sedere e subito mi mise davanti il classico bottiglione di rosso che ha lui, da 2 litri, dicendomi di versarmene subito un bicchiere perché vedeva che non ero il solito Nico (sì, me lo ricordo bene, stavolta ha detto proprio Nico) e che se non lo avessi fatto e brindato con lui mi avrebbe immediatamente buttato fuori... "tu sei più alto ma io sono più grosso di te!"... come facevo a discuterci? Nel tavolo affianco c'erano due poliziotti che facevano la notte, a cui si è messo a raccontare le sue ultime disavventure...ebbene sì, il mio viso aveva ricominciato a sorridere.
Ma, fra i tanti motivi per cui quella sera sono tornato a casa contento e mi sono addormentato sereno non c'erano solo quelli che vi ho raccontato...ce ne sarebbe stato uno, di lì a poco, che sicuramente sarebbe valso da solo tutta la serata...finito di cenare si continuò fra una grappa e l'altra, fra una chiacchiera e l'altra, e a un certo punto entra un travestito...era timidissimo, truccato benissimo (si faceva fatica a capire che era travestito senza sentirlo parlare), con due occhi splendidi e un "velo di tristezza in fondo all'anima" (Atlantide- FdG)...in molti altri posti avresti visto sicuramente la faccia del proprietario molto schifata e soprattutto seccata...ma chi aspettano i ragazzi della notte in quei bar zuppi di alcolici e fiati...già, avevamo sbevazzato un po' tutti, anche se nessuno di noi era ubriaco...Aldo, contrariamente a quello che dicevo prima, lo ha preso sottobraccio e lo ha portato al banco, dicendogli con un sorriso "Che cosa bevi? Ti va bene una grappa?"...e il tipo, anzi, la tipa si nascondeva il viso con le mani dicendo "mi vergogno, davanti a persone che non conosco". Luciano, sì lui con il suo vero nome, con tenerezza, le ha subito risposto sdrammatizzando "Sei così, non è colpa tua! Anzi, sei anche una bella figa!". Poi, contemporaneamente, venne verso di me, prendendomi sotto braccio, e mi portò al bancone dicendo alla ragazza "Ti preoccupi di lui? Guarda che lui è dei nostri!"...io non ho dovuto far altro che guardarla e sorriderle...è bastato quello per farle togliere le mani dal viso e per sorridere.
Nico

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Qui c'è il link YouTube alla canzone di Guccini!