Volevo raccontarvi di un'esperienza appena vissuta, che definirei decisamente entusiasmante oltre che incredibilmente commovente.
Il mese scorso una cara amica, con cui siamo cresciuti insieme e che ora è professoressa in un liceo scientifico di Lanciano in provincia di Chieti, mi ha prospettato l'idea di fare due chiacchiere con i suoi studenti parlando loro della mia esperienza lavorativa e del loro futuro. Io, che ho sempre amato la scuola come professore, cosa che avrei voluto fare da grande, grazie agli insegnamenti di mio padre che ha vissuto la sua esistenza per la famiglia e per la scuola diventando uno dei professori più amati di sempre a Chieti, ho accettato volentieri di incontrare i suoi ragazzi. L'idea di Emanuela poi con i giorni è cresciuta, e così ho ricevuto un invito ufficiale da parte della sua scuola come relatore a una conferenza che avrebbe ospitato non solo le classi di Emanuela, ma anche tutte le altre terze della scuola, il Liceo Scientifico Galilei di Lanciano, uno dei più frequentati in tutto l'Abruzzo. Scoprii poi che il tutto è partito da alcuni miei video che si trovano con una semplice ricerca su Google, in cui ci sono alcuni miei interventi presso Università italiane e straniere e presso l'IBM Academy of Technology :)
E così martedì scorso, fra l'entusiasmo mio e di Emanuela, dopo aver lavorato anche di notte nei giorni precedenti per preparare del materiale che potesse essere gradito dai ragazzi, sono andato a Lanciano per fare questa conferenza. Confesso che un po' di timore c'era, 16 anni è un'età di protesta, con la quale il gap generazionale è quasi sempre evidente. Sarebbe stato difficile parlare e dimostrare di essere dalla loro parte, scendendo dal facile piedistallo in cui spesso si rischia di salire e su cui, sono certo, molti sono saliti in questo tipo di eventi. Ma io sono fatto così, pur sapendo di avere l'età che ho amo parlare da pari a pari con i ragazzi, mi piace metterli subito a loro agio facendomi dare del tu come io faccio con loro. Ma queste accortezze sarebbero piaciute ai ragazzi? Gli altri professori avrebbero gradito? Ho deciso quindi di non pensarci, e di entrare tranquillo nell'Auditorium predidposto per l'evento dalla BPER di Lanciano, da cui sono stato accolto in maniera impeccabile. Fra l'altro BPER è da sempre un mio cliente, e a Modena con loro ho condiviso tantissimi successi.
Prima sorpresa...l'aula comincia a poco a poco a riempirsi, fino a raggiungere quasi la capienza massima!
L'emozione ormai era alle stelle! Per BPER ci ha accolto Linda Zulli, che ringrazio di cuore, mentre la responsabile della conferenza, Annamaria Mililli, mi ha presentato ai ragazzi spendendo per me parole molto belle e generose. Dovevo solo iniziare.
Ho cominciato a parlare della mia passione per la matematica fin da piccolino, quando conoscevo le targhe delle macchine e i numeri di telefono di tutti i parenti e amici, poi ho raccontato della parentesi al Liceo Classico, in cui paradossalmente oltre alla matematica mi piacevano anche il greco e il latino, e di come fra pallacanestro e musica iniziava a nascere la mia triade, basket chitarra e matematica, che poi avrebbe dato il nome a questo blog. Ho parlato dell'Università di Matematica, del libro di problemi di scacchi pronto per la pubblicazione, ma di cui prestai la bozza che non mi è mai più tornata indietro :-( Poi, per introdurre un argomento caldo per il loro futuro, e cioè quello di annotarsi sempre tutto ciò che si fa, ho parlato degli scacchi e della modalità di annotazione delle mosse, e ho poi tirato fuori dal cilindro un bell'esempio, quello di come ai tempi dell'università imparai scientificamente come risolvere il cubo di Rubik.
Voglio raccontarlo anche qui :-) Quando lo comprai, stetti giorni e giorni interi a cercare di risolverlo, ma più di una faccia non si riusciva a fare. Dopo diversi giorni che continuavo a girare e a girare (ci scrissi su anche una canzone, pensate come stavo messo eheheh), mi venne in mente una genialata. Fra me e me mi dissi: "Ma poi se lo dovessi risolvere, cosa che succederà, sicuramente non mi ricorderò come ho fatto!!!" :-) E così decisi di cominciare a scrivermi le mosse che facevo, un lavoraccio ve lo assicuro, anche per capire con che notazione scriverle. Dopo diversi giorni lo risolsi e...mi studiai tutte le mosse che mi ero annotato, capendo da lì quali fossero le mosse chiave per la risoluzione. E così diventò un gioco da ragazzi poi risolverlo. I ragazzi stavano in silenzio, e mi accorsi che mi guardavano quasi tutti in faccia, in gran parte sorridendo. Il messaggio credo sia stato recepito benissimo, ovvero annotare ciò che si fa nella vita lavorativa è fondamentale per la propria crescita professionale, qualsiasi tipo di lavoro si scelga o ci si trovi a dover fare.
Pensavo di finire in un'ora, io che sono sempre abbastanza veloce quando presento, e invece dopo un'ora e mezzo stavo ancora parlando, con i ragazzi sempre più interessati, come dimostra quello che hanno fatto alla fine e che poi vi dirò. Ho parlato di quello che faccio in IBM, di professioni, di eminence e di un modo per misurarla facendo una ricerca di sé stessi su Google, di mentoring, di IBM Academy of Technology e di comunità tecniche di eccellenza, di Mainframe, di Batch e di Transazionale, di sistemi operativi, di Cognitive, di Social Media e di come diventa ogni giorno più importante per il proprio futuro farne un utilizzo mirato e importante, della lingua inglese e di quanto sia diventata fondamentale nel mondo in cui viviamo, di come l'IBM promuove e valorizza i giovani, e su quest'ultimo punto nella preparazione del materiale mi hanno aiutato due ragazzi giovani a cui voglio molto bene e di cui sono uno dei tutor, Silvia Peschiera e Paolo Malavolta.
Sono rimasto impressionato e appagato, i ragazzi hanno ascoltato la mia conferenza con interesse e maturità, e anche i professori più qualcuno di BPER credo siano rimasti contenti e soddisfatti. L'applauso finale, lungo e sentito, mi ha letteralmente commosso e mi ha ripagato di tutte le nottate precedenti.
Altre due cose volevo ricordare qui prima di chiudere, che ormai non ne potete più di questo post così lungo :-) La prima è che, fra le tante domande che mi hanno fatto, c'è quella di un ragazzo che mi ha chiesto quali sono le maggiori soddisfazioni che si possono avere nel mondo lavorativo, e che quindi io ho avuto. La risposta è stata semplice. Gli ho detto che le maggiori soddisfazioni, più che il lavoro stesso, sono le persone con cui si lavora, il feeling che si riesce a instaurare, il loro affetto e il loro apprezzamento, il dare sé stessi. Esattamente come quello che stava succedendo lì con loro in quell'aula. La seconda cosa invece, che mi ha commosso e emozionato tantissimo, è stata quella dei saluti finali. I ragazzi hanno cominciato a salire sul palco per salutarmi, facendo tutti la fila per farsi una foto o un selfie con me, regalandomi emozioni incredibili! Non ci ero abituato! Mi sembrava di essere Robert De Niro :-) Queste sono le vere soddisfazioni, ragazzi! Un'esperienza indimenticabile. Grazie a tutti voi!