Resistente nel tempo

e i miei amici io li ho chiamati piedi
perché ero felice solo quando si partiva...
(analfabetizzazione - claudio lolli)




mercoledì 13 febbraio 2013

Che captcho voglio?

Come che captcho voglio? Semplicemente dire che questa parolaccia al femminile è qualcosa di pazzesco, e contemporaneamente esprimere tutta la mia solidarietà al NO CAPTCHA DAY pensato da Milena e Diego!  Ally, ce l'ho fatta, nonostante mi sta toccando anche avere a che fare con la giurisprudenza (aiutooooo!!!), arrivo in tempo anche io!



Come scritto anche negli altri post, il captcha fa solo perdere tempo e crea differenze! Dai, toglietelo! Qualche spammettino in più non fa male a nessuno! E se proprio non lo volete, al massimo mettete la moderazione, ma il captcha no, proprio no!



Questi sono solo due esempi dell'assurdità di questa prassi informatica comune. E non sono nemmeno dei peggiori!

Ritengo che il capctha sia una completa mancanza di rispetto nei confronti delle persone, un vero ladro di tempo.

Lasciatemi fare un attimo il matematico e poi la chiudo lì! Supponiamo che ogni frequentatore di blog (facciamo 500 milioni di persone nel mondo?) si imbatta in un solo captcha al giorno (e siamo decisamente ottimisti). Ogni captcha implica circa 10 secondi di tempo perso, e nello stesso tempo costringe circa l'1% di queste persone a rinunciare.  Questo implica 5 miliardi di secondi persi, che dividendo per 86400 (secondi al giorno) equivale a circa 57 mila giorni persi, ovvero dividendo per 365 ci dà 156 anni, che sono praticamente due vite perse al giorno!  Al giorno!!!  Più ladro di tempo di così?  Inoltre ben 5000 potenziali commenti vengono persi, facendo anche incazzare chi voleva dire la sua!

A presto, vado a fare la seconda sezione del corso giuridico obbligatorio...e spero sia chiaro che capcho volevo!
Nico

sabato 2 febbraio 2013

Indonesia fra due diverse realtà esotiche (prima parte: Bali)

La nostra ultima "faticata" transoceanica ha portato me e Maria in Indonesia :-) Due bellissime settimane di assoluto riposo, senza pensare a nulla! E' da tempo che pensavamo di andare a Bali, la prima delle due così diverse realtà che abbiamo vissuto, quell'isola verdissima che si trova a sud dell'arcipelago indonesiano, poco più piccola della Corsica, ma con un numero di abitanti più di 10 volte superiore. Quell'isola dove in tanti vorrebbero andare pensando a una classica vacanza di mare. E invece per noi non è stato così. Certo, il mare c'era e pure le piscine in albergo, ma a noi è altro quello che è piaciuto e per cui ci siamo venuti.

Per curiosità sono andato a guardare, la densità di popolazione è di gran lunga superiore a quella della Lombardia, il che è tutto dire. E te ne accorgi subito. Da un particolare che mi ha fatto ridere parecchio per giorni, con Maria che mi guardava incredula e rideva insieme a me, non so se perché la cosa faceva ridere anche lei o perché ero io a farla ridere con questo fatto al quale mai avrei pensato prima di questo viaggio.  Basta guardare questo video.


Ebbene sì, è una cosa assolutamente incredibile! I motorini stanno dappertutto e sfrecciano a frotte in ogni strada dell'isola, a qualunque ora, con qualsiasi condizione atmosferica, dal sole più cocente alle piogge torrenziali, generalmente del pomeriggio, dovute agli alisei e ai monsoni invernali. Come dicevo prima, quello che a noi è piaciuto di Bali è soprattutto l'interno, verdissimo, dove la natura la fa da padrona.



Le risaie a terrazza sono sicuramente il paesaggio più caratteristico dell'isola. Accanto a questa meraviglia, un'altra cosa che non può non lasciare il segno è il numero impressionante di templi che ci sono praticamente dovunque. Ce n'è uno in quasi ogni casa, oltre quelli "ufficiali" che sono sempre un  bello spettacolo da vedere.



Qui ce ne sono due dei più belli, il primo si trova sul lago Beratan, proprio nel centro dell'isola, mentre il secondo è a picco sul mare ed è il tempio di Tanah Lot, sulla costa sud occidentale dell'isola.

Un terzo luogo merita forse più degli altri due, e si trova anch'esso nella parte interna a nord dell'isola. Si tratta delle cascate Git Git, che sono una vera meraviglia della natura.




Per poterle raggiungere bisognava posteggiare a circa un paio di chilometri e percorrere a piedi un sentiero, visibile nelle prime due foto. Alla fine il bagno sotto la cascata, oltre che rinfrescarci, è stato decisamente meritato!



Un'altra grossa emozione l'abbiamo vissuta in una delle due più note foreste delle scimmie. Molto bello osservare tutti i gesti di affetto che questi piccoli esseri si scambiano. Le due foreste si differenziano dal fatto che in una ci sono le scimmiette "buone" e nell'altra quelle "dispettose". Infatti le prime sono più addomesticate, mentre le seconde sono più selvagge, e questo le porta a tirar fuori la loro caratteristica principale di ladre :-) Infatti se non si sta attenti sfilano fazzoletti dalla tasca, oppure orecchini senza che si possa fare in tempo ad accorgersene, se non quando le vedi scappare.

Ultima cosa prima di chiudere. Sono molto caratteristici gli artigiani che lavorano il legno, l'argento o i famosi pittori di Ubud, nell'entroterra sud dell'isola. Ma a meritare secondo me il primo posto sono gli artigiani che lavorano il batik.


Si tratta di una tecnica per colorare stoffe di seta o di cotone con disegni di svariata natura, utilizzando tanti contenitori di cera calda, ciascuno di un colore diverso. La lavorazione del batik dà origine a disegni su stoffa, che una volta asciugati sono conosciuti appunto come i batik.  Sembrano dei foulard di varie grandezze, ma che normalmente vengono appesi e diventano quadri a tutti gli effetti.

Le bellezze di Bali non si esauriscono qui, e non si finirebbe mai di raccontare, ma come prima parte spero di avere dato un'idea su questo splendido angolo della natura. Nei prossimi giorni, spero prima possibile, racconterò la seconda parte, che riguarda le isole Gili, situate una quarantina di chilometri a ovest di Bali. Sempre uno spettacolo...ma completamente diverso rispetto a Bali.